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L'appagamento dovuto al buon risultato ottenuto con la mia sposa, stamattina, mi riempie il cuore. Un sorriso enorme mi distende le labbra e la gioia, pura e semplice, senza condizioni o remore, che solo il mio lavoro sa donarmi, mi invade l'animo.

Arrivata al lavoro ho avuto giusto il tempo di sistemare le mie cose nel mio ufficio e recuperare il profilo della mia futura sposa, prima di dovermi affrettare alla hall, da basso, per accogliere lei e la sua famiglia. Trovando subito un filo che ci permettesse di intenderci, ho inquadrato alla svelta i suoi gusti e il possibile abito giusto. Di fatti, per convincerla e appagarla, me ne sono bastati soltanto quattro; il quinto e il sesto sono serviti solo a confermare la sua scelta. Il quarto era quello giusto: un candido abito a sirena, a fascia, ricoperto di pizzo delicato, dalla scollatura morbida fino a metà coscia, terminava con numerose balze di tulle. Sul corpetto una lieve trasparenza sul solco dei seni conferiva all'abito un aspetto più misterioso, impreziosito da tanti piccoli brillanti donandogli una luminosità serafica.

Sono compiaciuta e soddisfatta di me stessa.

Sto andando da Frannie per consegnarle l'abito e la scheda con annotate su le piccole modifiche da apportare all'abito. Frannie è la nostra sarta oltre che il nostro angelo e, insieme a Cindy, è l'ultima rimasta appartenente alla cerchia della vecchia società: una zia, per me e Gabe, acquisita.

La porta della sartoria è aperta così non fatico ad intrufolarmi, dando però la precedenza all'abito.

- Buongiorno!

- Buongiorno a te, splendore - ricambia il saluto la mia Frannie con calore; il mio sorriso si allarga sempre di più.

Mi avvicino all'espositore alto e appendo con cura l'abito ordinatamente sistemato nella sua custodia.

- Hai donato un enorme sorriso ad una sposa anche oggi?- mi chiede orgogliosa.

- Sì, con una bella sirena.- Mi gongolo entusiasta; Frannie e Cindy sono le uniche con cui posso lasciarmi ancora andare alla felicità quando il mio lavoro mi appaga, e che si profondono in mille complimenti gratificandomi.

- Qui c'è la scheda. Entro domani puoi farmi sapere qualcosa?- Le consegno la scheda; con qualcosa intendo il tempo che le ci vorrà approssimativamente per apportare le giuste modifiche all'abito, cosicché io possa ricontattare la sposa e fissare un prossimo appuntamento per la prova, ma non ultima, del capo prima delle nozze che si terranno fra sette settimane.

- Anche oggi stesso, se ce la faccio - mi risponde sincera e premurosa.

Mi allungo sulla scrivania e le schiocco un sonoro bacio sulla guancia.- Grazie!

Mi allontano con il suono della sua risata, che mi accompagna. Compio appena pochi passi quando, dal fondo del corridoio, vedo Caroline venirmi incontro. Appena i suoi occhi si posano su di me un espressione di sollievo le ammorbidisce i bei lineamenti del viso, fino ad un attimo prima contriti.

- Maddy! - chiama il mio nome a gran voce. Non promette nulla di buono.

- Ehi, tutto bene? Hai un'aria sbattuta - le chiedo ugualmente premurosa: è pur sempre una mia collega e amica.

- No, Maddy, va male, malissimo.- Finalmente ci congiungiamo e ci fermiamo. - Sono in un pantano. Sto provando da più di due ore a capire i gusti della mia sposa e, ogni volta che ho l'impressione di starmi avvicinando all'obiettivo, lei nota un nuovo particolare sul nuovo abito che le faccio provare e cambia ancora idea. Non so più cosa fare, Maddy, e cosa peggiore Gin mi sta col fiato sul collo.

- No, Carol, mi dispiace, ma non posso. Devo vedermi con Gabe. - Tutte qui dentro sanno che quando ho appuntamento con Gabe e mi fanno tardare divento una belva.

Christmas LightsDove le storie prendono vita. Scoprilo ora