Cinque anni dopo.
Gli anni passarono in fretta e con essi la nostalgia dell'ormai ventitreenne Jungkook.
Tutte le notti, di questi trascorsi cinque anni, il giovane continuava a rifugiarsi dopo cena in quella spiaggia con l'intento di parlare alla Luna, pregando che il mal tempo non la trascuri, ma la lasci libera di ascoltare le sue preghiere d'amore.Una sera, non molto lontana, passò l'intera notte a osservare la Luna, fino al sorgere del Sole, per essere sicuro che non sparisse.
La gente lo credeva impazzito, nessuno dei suoi amici si spiegava questo suo comportamento morboso, nessuno oltre a Taehyung riusciva a comprendere quanto lui realmente ci credesse in ciò che faceva.
Nessuno oltre al suo caro amico, che lo seguì anni prima, può immaginare quante lacrime ormai siano parte del mare.
Nessuno sa che la disperazione muove i fili del fantoccio che è diventato quel ragazzo, perché lui, in cuor suo, sentiva di essere rimasto solo.Jungkook però non sapeva che quella notte di cinque anni fa, Koko ricevette il suo messaggio.
La ragazza rimase tutta la notte sul tetto, sotto la pioggia battente e il vento gelido, quel vento che gelò l'acqua sulle tegole facendola scivolare e piombare giù da quella decina di metri sull'asfalto brinato.
La corsa in ospedale le salvò la vita, ma la botta alla testa la privò dei suoi ricordi più preziosi.Da quel giorno non ricordò più del viaggio in Corea con la sorella Mizu, non ricordò della serata trascorsa a guardare le luci sfavillare sul Han river, non ricordò del falò sulla spiaggia la sera in cui rimasero a Jeju, non ricordò più di quel ragazzo, che quando mise piede in aereoporto ad Incheon, le pestò un piede incrociando il suo sguardo per porle le sue scuse più sentite e non ricordò che le scuse non uscirono mai dalle sue labbra, ma Jungkook riuscì solo a sussurrarle un :"Sembri un angelo".
Ma soprattutto non ricordò affatto, che dal loro primo incontro ad Incheon, tutto il resto dei ricordi includeva la presenza di quel giovane al suo fianco, quel ragazzo che le aveva rubato il sorriso.
Jungkook tutto questo non lo sapeva, così continuava a pensarla con tutte le sue forze ogni notte, implorando la Luna e maledicendo il destino.
Perché lui non sapeva di essere stato dimenticato.
Altri cinque anni dopo, 5 febbraio.
Mizu per i suoi trent'anni, decise di portare la sua sorellina con sé in Corea, con la speranza che i ricordi raffiorassero da soli, come rose a primavera.
Arrivate ad Incheon percosero la stessa strada di anni prima e tornarono nello stesso hotel, in cui passarono le due settimane più sentite della loro vita.In programma c'era, quella stessa sera, la visita alla spiaggia.
Di certo Mizu non si aspettava di incontrare Jungkook, ma così successe.
Incrociate le loro strade, gli occhi del ragazzo, gonfi per il pianto, presero a brillare di luce propria, quasi facendo invidia alla Luna piena sopra le loro teste.
Lo sguardo fisso in quello che era il volto più angelico che abbia mai visto, il viso della ragazza che non smise mai di amare, le labbra che non riuscì mai ad assaporare ed i lunghi capelli dorati che adorava guardare mossi dal vento.
Tutto perfettamente immacolato come ricordava.Come solo lui ricordava.
Quello che successe quella sera segnò una cicatrice profonda sull'animo usurato del ragazzo.
Senza riflettere si fiondò sulle labbra della ragazza rubandole un bacio, ma ne ricavò solo uno schiaffo in pieno volto.
Uno schiaffo che bruciava più sul cuore che sulla guancia.Mizu gli spiegò cosa accadde dieci anni prima e di come lui era scomparso dai ricordi di lei, insieme al solito sorriso che era solita regalare.
Parole acide gli scioglievano le speranze e dai suoi occhi le lacrime non cessarono di scendere per giorni interi: persino i suoi sogni non gli davano tregua regalandogli false speranze.Da quel 5 febbraio capì che avrebbe dovuto lasciarla andare: sia a lei che alla Luna.
Cinquanta anni dopo - Oggi.
Vi starete chiedendo cose successe in tutti questi anni, ma la risposta la sa solo quel giovane ragazzo, ormai diventato anziano.
Girano voci che continuò ad andare sulla spiaggia con la speranza di poter parlare alla Luna o di poter trovare Koko seduta dove decenni prima quasi si baciarono.
Addirittura ho sentito dire che le scrisse una canzone, una canzone che parlava di come lui ogni notte si sedeva da solo a parlare alla Luna.
E credetemi se vi dico che la sua voce nel cantare riusciva ancora a zittire lo scruscio delle onde del mare.E quell'ultima sera in cui si lasciò morire di freddo all'alba del suo compleanno, nella mente della ragazza ormai divenuta un'anziana signora, il ricordo, di quella che era la giovane voce angelica del ragazzo, si accese.
Come quando era giovane si sedette sul tetto nel bel mezzo della notte per guardare la Luna.
I suoi occhi, con lo stesso sguardo che aveva da ragazzina, puntarono quel pezzo di cielo tinto di bianco e lasciarono sfuggire fiumi di lacrime.Quella notte però non seppe bene cosa la Luna le volesse dire, ma capì solo che era l'ultima volta che le avrebbe fatto visita in veste di messangera.
-Mi dispiace Jungkook... Mi dispiace non essere stata in grado di amarti come tu hai continuato a fare per tutta la tua vita - sussurrò senza distogliere lo sguardo.
Gli occhi le si chiusero e si lasciò andare in un sonno dal quale non c'è ritorno.
Quella notte entrambi lasciarono il loro ultimo messaggio seduti soli ai piedi della Luna.
E se non mi credete, chiedete a loro stessi, poiché proprio ora i loro ricordi si sono incontrati in questo cielo nero corvino, danzandomi attorno quasi fossi il loro baricentro.
Penso che non mi lasceranno mai andare, sono la loro promessa di un amore infinito.
-La Luna
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Waiting For You
FanfictionLA STORIA È DI DUE CAPITOLI. Per amore si può aspettare tutta una vita senza mai finire le lacrime.