Tell me

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L'ufficiale si avvicina a me con un sorriso leggero, scoperto da piccole rughe al lato della bocca.
Poso una mano, delicatamente, sulla sua camicia bianca e con l'altra mi avvicino ai bottoni.
Infilo un dito tra le fessure della camicia, tra un bottone e l'altro, sentendo la peluria leggera del suo petto.
Inalo l'acqua di colonia, dal profumo intenso e penetrante, mischiata all'alcool e al fumo.
Respiro a fatica.
Lui mi accarezza il viso con una mano e con l'altra mi tasta il sedere, piano.
Sfilo la cravatta e la butto con nonchalance sul pavimento e passo ai bottoni.

Parto dall'alto, sbottono con cura uno ad uno, lentamente.
Appena ho finito, apro i lati della camicia e poso entrambe le mani sul petto. È caldo. Sento il cuore battere.
Lui mi sbottona la gonna stretta, e io la camicetta di lino bianca.
Mi fa un po' freddo.
Faccio per togliermi i vestiti e lui mi ferma.
《Lascia fare a me. Per stanotte sei mia.》
E così dicendo inizia a spogliarmi.

Dolcemente fa scivolar via dalle mie spalle la camicetta e mi accarezza un braccio, mentre una mano sfila poco a poco la gonna. Mi bacia il collo e le clavicole, poi scende verso il reggiseno. Mi cinge piano, come se fossi la cosa più importante per lui, e delicatamente, come una piuma, slaccia i gancetti e abbassa le spalline del mio reggiseno di pizzo bianco.

Accarezza il mio corpo. Piano.

Non sono abituata a questo. Sembra che non gli interessi di se stesso. Con gli altri, a questo punto, sarei già sotto le lenzuola.
Ad ogni tocco il mio cuore vibra.

Resta ad accarezzarmi e a baciarmi ancora praticamente vestito. Io invece sono in mutande. Mi vergogno un po' e me ne stupisco.

《Alex...》Sussurra.
《Hai un buon profumo.》
Un brivido mi percorre dal ventre fino alla guancia destra, provocandomi la pelle d'oca per qualche istante.
Sento che sorride e mi morde il lobo dell'orecchio destro.
Di nuovo un brivido.

Che mi succede?

Senza che io me ne renda conto ci baciamo. Io sdraiata sul suo letto e lui sopra di me.
Il resto è come sempre. O quasi.
È dolce. È bello.

Non è quello che spetta ad una prostituta come me.

Sazio del mio corpo stanco, si stende accanto a me e mi accarezza i capelli color bronzo, sconpigliati e un po' umidi a causa del sudore.
Avvolta nel lenzuolo bianco e profumato, nascosta dal freddo di gennaio, chiudo gli occhi.

《Alex... Ascolta..》Interrompe il suono leggero dei nostri respiri stanchi. 《Voglio sapere di più di te, più di quello che sanno tutti. Quello che non puoi dimenticare.》
Apro gli occhi confusa. Perché?
Mi sposto e mi siedo, guardadolo negli occhi verde smeraldo, seminascosti dai capelli biondi e lisci.
《Perché?》Gli chiedo.
Mi guarda fisso negli occhi. Può vedere la mia anima? Quanto è nera...?
《Perché mi piaci. Sei diversa, non so come esprimerlo a parole. E so che se sei qui con me, ora, è grazie al destino.》

Diversa?
Lo sono.

C'è chi lavora tutto il giorno per un pezzo di pane. Chi non può sfamare i figli, chi ha perso la famiglia a causa della guerra. C'è chi ha perso la vita a causa della guerra. Come Annie.
E poi ci sono io, che ho perso l'anima grazie alla guerra.
E tutto ciò che avevo.

《Non è una storia interessante.》Dico.
《Voglio ascoltare comunque, anche se dovesse essere la storia più noiosa di sempre.》

Ho bevuto troppo e sono a pezzi. Le sue carezze e il profumo che ha addosso sono troppo invitanti, troppo rare per me.
È solo una storia, la mia. Una come tante, e come nessun'altra.
Che male può fare?

《Va bene, ma...》
《... ma?》
《... Continua ad accarezzarmi... 》
Sorride e si avvicina di più a me, scoprendomi una gamba. La ritraggo velocemente sotto il lenzuolo e faccio un respiro profondo.

Comincio.

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{Note~}
Non ho mai scritto una storia del genere. Voglio andarci leggera con alcune scene per ora; non so chi leggerà.
Spero che vi piaccia!
Se avete consigli o commenti scrivete! ♡ E grazie~☆

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⏰ Ultimo aggiornamento: Jan 19, 2016 ⏰

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