(Dal diario di Nico di Angelo: Giorno Uno nell'infermeria dell'orrore)
L'entrata dell'infermeria era calda e accogliente. Alle finestre erano appese lunghe tende di un bianco immacolato, in tinta col camice di Will. Lungo le pareti erano sparpagliate seggiole color crema, intramezzate da qualche tavolino ricolmo di riviste, più o meno al passo con i tempi... Ci pensava sicuramente la casa di Afrodite, a rifornire. Grosse candele rosse erano al centro dei tavolini, con qualche fiorellino qua e là a dare allegria al luogo... Il tutto, sembrava quasi farti dimenticare dove fossi... Sembrava l'atrio di uno studio dentistico, o un ambulatorio... Il forte odore di limone misto a candeggina, pungeva il naso di Nico in maniera a dir poco fastidiosa... Infatti, questo lo arricciò e lanciò un'occhiata piena di significato al suo "dottore", supplicandolo con quella a rimandarlo nella sua cabina.
Will sorrise, un sorriso caldo e luminoso che abbagliò il moro, costringendolo a distogliere lo sguardo con uno sbuffo leggero. "Tre giorni lì dentro" si disse "e rimpiangerai il Tartaro". Per di più, Will era gentile, il che gli impediva di trattarlo male, com'era solito fare con chi non conosceva... Proprio non ce la faceva a rispondergli male, o a negargli qualcosa... Quando gli aveva chiesto di passare del tempo in infermeria, Nico si era mostrato titubante, ma nella sua testa già sapeva quale sarebbe stata la sua risposta, non appena il suo sguardo fu intercettato da quello azzurro, supplicante, di lui, accompagnato da quella espressione da animaletto ferito. Nico lo odiava, per questo.
Tuttavia, da lì in poi, le cose peggiorarono solamente.
Per prima cosa, Will lo accompagnò al suo letto. Era un semplice lettino da ospedale, piuttosto morbido, in realtà, con la biancheria color pesca e la coperta giallo canarino: un pugno negli occhi del figlio di Ade.
Si impose di non protestare... Supponeva che la biancheria di un qualche colore più scuro, o quanto meno non tanto sgargiante non era una cosa importante... Erano solo tre giorni, avrebbe resistito.
Poi, arrivò il momento del cambio. Nico dovette lasciare la spada –LA SUA AMATA SPADA!- all'ingresso, e Will l'aveva subito sistemata nel suo "ufficio" –si divertiva così tanto a credersi un vero dottore? Che carino.- dove, promise, nessuno l'avrebbe sfiorata. Nico aveva acconsentito, era una procedura standard, purtroppo... Quello che lo inviperì, fu invece la sua nuova divisa. Il pigiama dell'infermeria offriva pantaloni celesti e maniche corte bianca.
Quello fu un duro colpo per Nico, che urlò, e indietreggiò fino alla parete, guardando quei vestiti con repulsione. La sua voce, era un suono acuto e stridulo - Io quei cosi non li metterò mai Will Solace, hai capito? MAI. Ti permetto di tenermi qua, ti concedo di tenere la mia spada, accetto di dormire in un letto che sembra vomito di unicorno e ti permetto di avvicinarti a me in questi pochi giorni, giusto per motivi di vitale importanza...- elencò i suoi fastidi uno alla volta, rendendosi conto di quanto sembrava petulante e capriccioso, ma poco importava... -Ma non indosserò mai quella... Roba. Piuttosto il Tartaro-
Forse aveva esagerato. Insomma, farne tante per un completo... Addirittura preferire il Tartaro? Sapeva di aver perso con quella sua iperbole.
Il figlio di Apollo la prese con molta calma, ovviamente. Non era certo da lui prendersela per una sciocchezza come quella. Aveva affrontato avversari molto più temibili di un figlio di Ade allergico ai colori.
Con estrema calma, sospirò e gli appoggiò le mani sulle spalle -Ordini del dottore, dolcezza. Se non lo farai tu, sono ben felice di farlo io stesso.- E aspettò qualche istante, prima di continuare, facendo in modo che le parole si imprimessero bene nella mente del piccoletto che aveva di fronte... Avevano davvero la stessa età? In ogni caso, il rossore si diffuse immediatamente sulle guance di Nico, che si ritrasse subito dalle mani di Will... Erano così calde, brucianti...
-T... Tu...- patetico. Davvero patetico, mettersi a balbettare in quel modo.
-Se ti imbarazza tanto spogliarti di fronte a me, là dietro ci sono i bagni- ed indicò una larga porta scura con incise a chiare lettere, la parola "Toilette" -Ma posso assicurarti che ne ho viste di persone nude. Una in più, o una in meno, fa poca differenza... E comunque, non è che mi soffermerei troppo a guardarti, s'intenda. -
Il colorito di Nico, ora, si avvicinava tanto ad un verde smorto, come se fosse sul punto di vomitare. Davvero Will aveva visto delle persone nude? Cioè... Un conto era a torso nudo. Ma nude-nude? Senza nulla addosso? Will aveva già...?
"Dei immortali, Nico. A che diavolo stai pensando? E' un figlio di Apollo... Basta guardare suo padre, è ovvio che lui abbia già fatto... Magari anche più volte... E' naturale... " e mentre Nico si faceva qualche domanda, Will lo guardava interrogativo... Le braccia conserte e lo sguardo severo. Aveva attivato la modalità –Dottore- a tutti gli effetti.
-Signor Di Angelo, ha un pessimo colorito, posso chiederle cosa le prende, ora?-
Nico scosse la testa, cercando di scacciare quei pensieri sciocchi e di irrilevante importanza. Ma la sua bocca, la pensava diversamente:
-Hai già visto... Persone nu... nude? Ma nude-nude?-la sua voce era davvero più flebile di quanto pensasse, il suo sguardo particolarmente interessato alle punte delle scarpe (nere) dove spiccava una piccola macchiolina
-E' questo che ti turba? Un quattordicenne che ha visto della gente nuda?- L'espressione del medico si distese poco poco. Allungò una mano verso il viso del moretto e gli sollevò il viso, allontanando un secondo dopo la mano, quando Nico gli lanciò l'ennesima occhiataccia.
Con un debole movimento del polso, Will fece per scacciare le parole del ragazzo dall'aria -Nico, sono un dottore. E' naturale che io abbia visto qualcuno privo di vestiario, non trovi? Pensavi fossi un guardone?- e trattenne una risatina a fior di labbra, smorzandola invece con un sorriso comprensivo
Nico arrossì nuovamente. Il sangue pulsava furiosamente nelle sue orecchie mentre si sentiva tirare un sospiro di sollievo.
-Quindi tu non hai... Non hai mai fatto...- il figlio di Apollo spalancò gli occhi e fece un passo indietro, alzando le mani. Nico, in risposta, si tappò la bocca con le mani e si morse dolorosamente la lingua. Cosa diavolo gli aveva appena chiesto?!
-Mi stai chiedendo se ho mai fatto ses... - la voce di Will arrivò forte e chiara alle orecchie di Nico, ma quello gli tappò la bocca con la mano aperta, scuotendo con energia la testa, ma quello continuò, nonostante la mano premuta contro le proprie labbra -Nico, ma cosa sei andato a pensare... Io sono... Sono...- la voce si affievolì, e Nico approfittò della cosa per afferrare il suo nuovo pigiama (disgustoso.) e rifugiarsi in bagno
-Sì, non importa, non ci dare importanza... Fa come se non avessi detto nulla-
Will restò un minuto buono davanti al letto di Nico, impalato, col profumo del ragazzo, ancora nelle narici. Aveva un forte odore di terra e melagrana... Era stranamente delizioso.
Le sue parole continuarono a ronzare per parecchio nella sua mente, ma decise di non portare avanti il discorso. A Nico non importava, no? Avrebbe finto che nulla era successo, semplice.
Nico, una volta tornato dal bagno, arrivò alle spalle di Will di soppiatto, facendolo sobbalzare. Non facendo apposta, ovviamente... O forse sì.
Ridacchiò e raccolse le cartelle cadute al figlio di Apollo, prima che lui stesso potesse chinarsi a recuperarle. Mentre ammucchiava i fascicoli, fece qualche domanda a Will Solace
-Dottore? In questi tre giorni... Cosa dovrei fare, esattamente?- si alzò, porgendo i fogli a Will
Quello li prese e li scontrò contro il ripiano di un tavolino per allinearli...
-Nico di Angelo. Paziente del letto 13, vediamo...- lanciò uno sguardo al soffitto, intento a ricordare qualcosa che chiaramente già conosceva alla perfezione -Durante la guerra contro Gea, il dottore ha assistito chiaramente ad una dissoluzione dell'intero del paziente... Ha temuto, per un istante, che quello, per un abuso dei propri poteri, potesse dissolversi completamente dinnanzi ai suoi occhi. Il dottore ha richiesto chiaramente tre giorni di assoluto riposo per evitare di vedere tale ragazzo integrarsi con le ombre che tanto ama- piegò la testa di lato, Will, e puntò il dito verso il letto vuoto del figlio degli inferi.
Nico abbassò la testa e vi si diresse, trascinando stancamente i piedi sul laminato freddo.
-Nota per me. I colori chiari non donano particolarmente alla colorazione pallida del paziente, rimediare qualche capo nero sterile, anche per la felicità dello stesso, che sembra alquanto infelice di questi nuovi abiti- disse questo, Will, scarabocchiando distrattamente su un blocco di post-it giallo fluo che ripose poi nella tasca del camice insieme alla penna. Da parte di Nico, gli arrivò solo una penetrante occhiataccia.
La giornata, da lì in poi si fece più frenetica. Qualche paziente irruppe in infermeria ricoperto di sangue, Leo Valdez fece il suo spettacolare ritorno al campo e venne spedito immediatamente in infermeria per dei controlli di routine.
L'urlo di Nico somigliava a qualcosa come -Come cazzo hai fatto a sopravvivere?!- che venne rimproverato da un severo Will che non tollerava la sporcizia, né materiale, né verbale.
Nico si ritrovò per l'ennesima volta con le guance arrossate, sussurrando delle scuse al proprio medico che gli sorrise, lo sguardo basso, come un cagnolino.
Leo, naturalmente, non tenne per sé i commenti. -Nico di Angelo che obbedisce ad un dottore? Questa cosa mi puzza, cosa stai covando?-
Oscillando il dito, con la minaccia di evocare qualcosa di sgradevole, Nico mise a tacere quel ragazzino fastidioso. Ma dopo l'ennesima sgridata di Will, riguardo all'uso V I E T A T O dei suoi poteri, Nico si avvolse nelle coperte, bofonchiò che avrebbe dormito e si girò verso il muro, con il cicaleccio del figlio di Efesto nelle orecchie.
Quando finalmente Leo fu dimesso (perché lui sì?), Will Solace portò la cena a Nico. Gli intimò severamente di mangiare tutto, e si sedette di fronte a lui per assicurarsene.
Nico si lamentò più volte di quanto Will sembrasse inquietante, e gli chiese se non avesse altro da fare con altri pazienti, ma ad una sua risposta negativa, stette zitto e finì la sua cena in religioso silenzio.
Fu ringraziato da un abbagliante, luminoso sorriso del suo dott... "Da quando in qua hai cominciato a considerarlo tuo?". Stupidi, sciocchi pensieri.
-Beh... Ora che ho finito posso andare almeno in bagno?- La domanda di Nico non volle essere scontrosa... Ma la gentilezza non era il suo forte.
Will annuì e si alzò dalla propria postazione, stiracchiandosi, tanto che la sua t-shirt si sollevò, mostrando il suo addome piatto, abbronzato, vagamente segnato da una lieve muscolatura.
Nico voltò il capo a quella vista, sperando vivamente di non essere arrossito
-Si, certo. Nella specchiera ho messo uno spazzolino da denti pulito, se ti serve... Io vado a compilare qualche scartoffia. Ci vediamo dopo, per la buonanotte- e facendogli l'occhiolino, tornò al suo ufficio, rischiando nel tragitto, di travolgere un carrello ricolmo di medicinali, garze e bende.
Nico balbettò qualcosa di incomprensibile, poi si costrinse a chiudere la bocca, accorgendosi di quanto sembrava patetico.
Scivolò oltre la porta del bagno, e naturalmente, allo specchio, subito saltò agli occhi il suo evidente rossore. Solo per un occhiolino??
Perché il problema dovuto alla pancia scoperta di Will, si stava lentamente manifestando più in basso. E questo, non era mai successo. Sarebbe scemata o doveva darci un'occhiata?
Decise di lasciarla stare, nel giro di cinque minuti sarebbe tornato a posto da solo.
Dopo essersi lavato i denti, però, constatò che il problema non accennava a svanire. E non poteva restare in quel bagno ancora per molto, Will si sarebbe insospettito e sarebbe andato a controllare...
Si assicurò che la porta fosse chiusa, e fece ciò che andava fatto.
Il sollievo che ne derivò, era davvero meraviglioso.
Una volta uscito dal bagno, si maledisse. Era forse la prima volta che gli capitava una cosa del genere. Non poteva permettere che accadesse ancora, non per un ragazzo che aveva appena conosciuto. E dei. Non per la vista di un torace. Se fosse successo durante un allenamento, non poteva mica rifugiarsi in bagno...
Autocontrollo. Era quello che gli serviva.
Gli ormoni non potevano sopraffarlo in quel modo.
Tornato al suo letto, Will era già lì ad aspettarlo -Quanto ci hai messo, baby?! Sono diventato vecchio, nel frattempo. Nemmeno le figlie di Afrodite ci mettono tanto...-
Nico, non potendo farne a meno, avvampò e liquidò la cosa con un cenno della mano.
-Ognuno si prende il tempo di cui ha bisogno per espellere i propri bisogni, non farne tante.-
Will sorrise e annuì. Quando Nico si infilò sotto le coperte, insistette per rimboccargli le coperte, mutando le proteste di Nico. Era impossibile.
-Non sono un bambino...-
-Ssh. Sei il mio paziente, lasciami fare il dottore-
-I dottori, solitamente non mettono a letto i ragazzi di quattordici anni.- ribatté acidamente Nico
-Quelli bravi come me, sì... Beh. Se hai bisogno di qualcosa, stanotte, qualsiasi cosa, chiamami. Sono nel letto vicino al tuo, ti faccio compagnia, dato che sei l'ultimo rimasto qui dentro... -
Nico stava per ribattere qualcosa. Ma non gli venne concesso, quando Will sollevò la mano per richiedere l'attenzione per qualche istante ancora.
-Non ammetto obiezioni. Ora... Vuoi il bacino della buonanotte o mi accoltelli se te ne do uno?-
-Non credo che il bacino della buonanotte sia necessario al fine di farmi stare meglio... Non si trasmettono le malattie come la mononucleosi per via aerea?- Nico si dette dello stupido da solo. Un bacino della buonanotte poteva accettarlo... forse. Ma doveva mantenere la sua facciata neutra... E inoltre, un bacio richiedeva un contatto fisico.
L'espressione di Will ferito, gli fece quasi cambiare idea. Quasi.
-Capisco... Beh, allora buonanotte, Nico
Anche il suo tono di voce era triste e sconsolato. Dei, non avrebbe dovuto... No. Il contatto fisico non piaceva a Nico di Angelo.
Incrociò le braccia e guardò Will raggiungere il letto con passo pesante. Quando cominciò a spogliarsi per potersi mettere a dormire, Nico si voltò nuovamente verso il muro, e non si azzardò a voltarsi, nemmeno quando sentì cigolare il letto sotto il peso del figlio di Apollo.
Sentì poi, Will chiamarlo, e alzando gli occhi al cielo, rotolò nel letto fino a trovarsi di fronte a lui, girato sul fianco, in una posizione simile a quella del biondo.
I suoi occhi spiccavano anche al buio... Erano meravigliosi, Dei.
-Mh?-
-Posso sapere perché rifiuti qualsiasi contatto fisico? Cioè... E' strano. Alla tua.. Alla nostra età, tendiamo a cercarlo...-
Nico storse le labbra. In realtà, nemmeno lui lo sapeva per certo.
-Beh, ho passato diverso tempo da solo... Ed è una sensazione strana, quella che mi da un abbraccio, o un qualsiasi contatto di qualsiasi tipo... E credo, inoltre, che qualsiasi contatto mi sembra estraneo, sbagliato...-
Will sospirò -Per via di tua sorella?-
-Io... E' possibile...- la voce di Nico era ormai un sussurro debole.
Will chiuse gli occhi e sorrise leggermente, sospirando poi -Come tuo dottore, ti aiuterò a superare anche questo problema... Cura: a base di abbracci-
Nico ridacchiò a bassa voce -Non ti azzardare, Solace. Ho ucciso per molto meno*.-
Ma il respiro di Will si era già acquietato, facendolo sprofondare nel sonno. Non era possibile. Come faceva ad addormentarsi così, in pochi secondi? Nemmeno fosse stato figlio di Hypnos!
Nico scosse la testa, e qualcosa di fluorescente, abbagliante quanto la presenza di Will, attirò la sua attenzione.
Un post-it attaccato alla tastiera: "Sono vergine"
L'ennesimo spruzzo di colore colpì le guance di Nico di Angelo, che zampettò fuori dal letto e rovistò nella tasca del camice di Will. Estrasse i post-it, scribacchiò un "Anche io" in un elegante e fine corsivo, accompagnato da un teschio, e rimise il blocchetto nella tasca di quel coso schifosamente bianco.
Era tentato di attaccarglielo in fronte, ma temeva si potesse staccare...
Perché avesse risposto al suo messaggio, non lo sapeva. Colpa dell'iperattività, si disse.
Si rimise quindi sotto le coperte, e con riluttanza chiuse gli occhi, in attesa del Tartaro.
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Stay
FanfictionZalvia cupcakes, e benvenuti nella mia Solangelo. Se pensate di averla già letta è perché è pubblicata anche su EFP, quindi non vi preoccupate. Nessuno me l'ha rubata o quelle cose brutte là. Shippate tanto la Solangelo? Allora date una sbirciati...