Nella mia classe c'era un ragazzo.
Timido,stava sempre per conto suo.
Nessuno lo guardava come se fosse una persona normale.
Lo prendevano in giro. Lo picchiavano.
Li dicevano di non dirlo a nessuno. Che quello che facevano era giusto.
Che era normale prendere in giro quelli come lui. Quelli "diversi".
Quelli che capiscono le cose dopo.
Quelli che seguono gli altri perché non sanno cosa fare.
Venivano chiamati strani,diversi. O ancora più brutto fecce della società.
No non lo era. Era semplicemente mentalmente ritardato.
Ma non potevi dire la tua senno prendevano in giro anche te.
Questo ragazzo,o per meglio dire bambino,aveva solo 15 anni.
15 anni di inferno. 15 anni in cui lui non poteva essere se stesso.
Ha incominciato ad odiare il mondo.
Ha incominciato a odiare la gente,le persone che aveva intorno.
Ha incominciato ad avere un cuore di ghiaccio.
Ad essere acido,a picchiare e insultare chiunque.
Ha incominciato a provare odio verso i suoi genitori.
Non ricordando più tutto quello che hanno fatto per lui.
Incominciando a fumare e a bere.
Solo un pezzo del suo cuore era ancora intatto.
Quello per sua sorella. La sua povera sorellina.
Soffriva di depressione,anoressia,bulimia,autolesionismo.
Soffriva tanto che aveva pure provato il suicidio.
Il ragazzo rimaneva in vita solo per lei.
Per accettarsi che lei non morisse.
Ogni giorno la portava a scuola e l'accompagnava in classe,poi la veniva a prendere.
Era bellissimo il sorriso che affiorava quando vedeva sua sorella.
Arrivava in classe nostra sempre in ritardo e si beccava la nota.
Voleva solo accertarsi che fosse viva e loro lo punivano.
Un giorno venne a scuola in orario. Non era affaticato.
Non si era preso la nota. Era vuoto.
Andò alla lavagna e scrisse: VOI L'AVETE UCCISA"
Dopodiché andò verso la finestra.
Salì sul cornicione e prima di buttarsi disse:"ti vengo a salvare sorellina. Per sempre insieme"