Annie and the Shark: The 70th Hunger Games

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POV Finnick:

Cammino avanti ed indietro di fronte alla porta della stanza in cui Annie, la mia Annie, è rinchiusa da quando è terminata la settantesima edizione degli Hunger Games, che l'ha vista trionfare per un soffio.
Non riesco a nascondere la mia preoccupazione a nessuno, tantomeno a Mags, che è stata la mia mentore e che considero da cinque anni la mia famiglia, insieme alla giovane ragazza di diciassette anni dai capelli castani e le iridi verdi che muoio dalla voglia di vedere da giorni, anzi, settimane.
Il suo periodo nell'arena è stato più o meno il solito: ci ha trascorso quattordici notti, ed all'alba della quindicesima giornata è stata portata in salvo da un hovercraft proveniente direttamente da Capitol City, visto che tutti gli altri tributi arrivati fino agli ultimi otto erano morti annegati, escluso il suo compagno di distretto, a cui è stata tagliata di netto la testa davanti ai suoi occhi. Da quel momento in poi, non è più stata la stessa. È scappata via, cercando di nascondersi in un luogo che fosse il più lontano possibile da quello in cui era avvenuta l'esecuzione del suo alleato.
In seguito, gli Strateghi hanno fatto straripare la diga, e lei si è salvata miracolosamente solo perché era l'unica capace di nuotare.
Finalmente, uno dei medici capitolini spalanca la porta.
- Può entrare - dice, rivolto a me, - ma l'avverto: sembra come impazzita, e potrebbe rivelarsi pericolosa persino per uno come lei.
Annuisco e lo scosto, ansioso di poterla rivedere.
Quando i miei occhi incrociano i suoi, il mio cuore perde un battito.

POV Annie:

- Finnick! - esclamo non appena individuo la sua zazzera bronzea farsi strada all'interno della camera in cui mi trovo. - Finnick!
Lui corre verso di me e mi stringe fra le braccia. Io ricambio immediatamente, affondando il capo nell'incavo del suo collo e lasciando che un singhiozzo mi scuota leggermente.
Il diciannovenne mi accarezza la schiena, mormorandomi: - Shhh, va tutto bene. È tutto a posto, stai tranquilla. Sei salva adesso. Sei al sicuro.
Queste parole, che vorrebbero confortarmi, ottengono invece l'effetto opposto. Mi schiaccio ancora di più contro ilsuo petto, mentre i miei lamenti si fanno sempre più forti, fino a tramutarsi in vere urla, grida, strilli che attirano nuovamente tutto il personale medico a cui sono già stara affidata in precedenza all'interno della stanza.
- Signor Odair, dovrebbe uscire - si intromette una dottoressa di circa trentacinque anni, facendosi avanti.
- No! - La mia voce, nonostante giunga attutita a causa della maglietta di Finnick che mi copre la bocca.
- Ma, signorina Cresta... - cerca di proseguire la stessa donna, facendo un ulreriore passo nella nostra direzione.
- Ho detto di no! - Lei indieteggia, dopodiché ordina a tutti di uscire, lasciando me e Finnick nuovamente soli.
- Ti prego, dimmi che lo supererò presto! - lo imploro, tiramdo su col naso.
- Mi dispiace, Annie, ma non sarà così. Non lo è per nessuno - mi risponde con voce tetra, alimentando ancora di più i miei singhiozzi e la mia disperazione.
Dopo questa rivelazione, mi accascio ancora di più contro il suo corpo solido, piangendo fino ad addormentarmi.






A/N: TANTI AUGURI, SARIMACK! Questa è la terza fanfiction che ti dedico, visto che la Fannie ti piace da matti. Non ho avuto difficoltà a scriverla, visto che li shippo anch'io. Spero che codesta OS ti sia piaciuta. A presto! Baci!

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