Kissed by fortune

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10 aprile 2015 22:30
Avevo fame. Il frigorifero era completamente vuoto, dato che nessuno si era preoccupato nuovamente di fare la spesa. Quando avevo sentito mia madre l'ultima volta aveva detto che non sarebbe tornata dopo le 21:00 ma ormai erano giá le 22:30. Diedi un'ultima occhiata frettolosa all'orologio, capendo che non sarebbe rincasata di nuovo. Andai in camera e mi gettai sul letto, lasciando affondare la faccia nel cuscino. Mi piaceva l'odore del pulito, mi faceva pensare che avrebbe potuto lavare via tutto lo sporco che mi circondava.

"Va bene anche così"

Ero abituata, non potevo fare altro che accontentarmi.

11 aprile 2015 3:30
Mi svegliai di soprassalto. Diedi un' occhiata alla sveglia con la coda dell'occhio, erano le 3:30 del mattino.

"Mamma?"

Sentii il suono di due risate allegre. Riconobbi subito quella acuta di mia madre ma l'altra mi era estranea. Era una voce profonda e maschile. Mi imposi di tornare a dormire. Mia madre faceva abuso di bevande alcoliche e chissà quali altre sostanze, ciò malgrado avevevo continuato a negarlo, facendo finta di niente per molto tempo. Troppo tempo. Sentii delle grida e mi tappai le orecchie, lasciando sprofondare il viso nel cuscino. Non volevo sapere cosa succedeva. Non volevo sapere altro.

"Basta! Basta!" Supplicai "Basta!"

Premetti le mani sulle orecchie con talmente tanta foga, da finire col farmi male.

11 aprile 2015 7:30
Avevo un'espressione spenta, come se quella notte passata in bianco, avesse lasciato dei segni ancora visibili in me. Due occhiaie scure ed imponenti, infatti, si estendevano sotto ai miei occhi, pronte a testimoniare di tutta quella sofferenza, che cercava una via di fuga tra le voragini della mia pelle. La mia carnagione, ancora più pallida del solito, accompagnata da un'aria scolorita e consumata, non aiutava di certo a migliorare la mia estetica. Accennai un sorriso tirato e prima di dirigermi verso la cucina, biascicai un sarcastivo "Evviva!"
Trovai mia madre china sul tavolo della cucina, come accadeva ormai dall'inizio di quella settimana. Aveva la testa leggermente reclinata di lato, incurante dei i capelli che le ricadevano lungo il viso. Aveva anche un braccio allungato, quasi disteso sul tavolo, con cui reggeva un cucchiaino per il caffè. Poco distante, seguendo la direzione del braccio, scorsi una pasticca bianca già patzialmente frantumata. Un'aspirina. La donna mugugnò leggermente alzando il capo.

"Mamma" Mormorai avvicinandomi "Va tutto bene?"

"Piccola mi dispiace" Biascicò, spostando lo sguardo verso di me "Vado oggi a fare la spesa"

"Va bene"

Mi limitai a quella risposta, infatti, quando aveva gli occhi così arrossati, non era il caso di discutere con lei.

"Sapessi che mal di testa..."

Andai verso il lavandino e feci scorrere l'acqua.

"Kate?" Mormorò lei sollevandosi leggermente "Cosa fai?"

"Tieni!"

Le porsi un bicchiere e lei mi guardò leggermente confusa, sbattendo gli occhi più volte.

"È per l'aspirina" Chiarii "Ti aiuterà"

"Ah ..." Balbettò accennando un debole sorriso "Giusto, l'aspirina"

"Vado a prendere il bus" Le feci un breve cenno con la mano prima di partire "Ciao mamma!"

"Kate..." Mi bloccai sulla soglia della cucina "La mamma tornerà tardi"

Mi feci sfuggire un sospiro prima di varcare definitivamente la soglia di casa. Ero abituata ormai, per cui che senso aveva continuare a rimanerci male? Era inutile aspettarsi qualcosa di più, perchè tanto lei non sarebbe mai cambiata.

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