CAPITOLO 1

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- Dove avete preso quella spada? – Draco non aveva mai visto Bellatrix Lestrange così spaventata e arrabbiata allo stesso tempo. Premeva il coltello al collo di Hermione ormai senza più forze. Draco non capiva perché quella spada fosse tanto importante ma sperava che la ragazza non l'avesse mai avuta con sé. Bellatrix lanciò una Maledizione e Draco rabbrividì quando sentì l'urlo di Hermione, una lacrima gli scappò dalle palpebre chiuse e non fece nulla per nasconderla.
- L'abbiamo trovata... PER FAVORE! – Gli occhi di Hermione incontrarono quelli di Draco e gli sembrò quasi che quella preghiera fosse diretta anche a lui. Bellatrix non l'ascoltò e tornò a torturarla con il pugnale, procurandole delle ferite profonde lungo le braccia.
-Stai mentendo, sudicia Mezzosangue, lo so! Siete stati nella mia camera blindata alla Gringott! Dimmi la verità! – un'altra Maledizione, un altro urlo seguito da uno più profondo che proveniva dai sotterranei. Ron Weasley. Draco sentì una punta di gelosia ma la scacciò, non era il momento di pensare a Ron in quel momento, Hermione aveva bisogno di aiuto. Cercò di formulare un piano per liberarla, ma ogni urlo di lei lo distraeva, procurandogli una fitta allo stomaco. Non si era mai sentito così impotente prima di allora. Bellatrix la minacciò col pugnale, voleva sapere cos'altro avessero preso nella sua camera blindata, c'era qualcosa lì dentro che nessuno avrebbe dovuto toccare ma cosa fosse o perché fosse così importante, Draco non sapeva dirlo.
– Crucio! - Hermione urlò ancora più forte e la sua voce riecheggiò per tutta la casa, fino ai sotterranei. La ragazza si dimenò e Draco lesse negli occhi di lei, fissi nei suoi, dolore e richiesta di aiuto. Quando la ragazza parlò di nuovo, faticava a far uscire le parole tanto tremava. Sussurrava e così Draco non riuscì a capire ciò che aveva detto.
- Una copia? Questa è buona! –Bellatrix gridò, la spada era una copia? Draco non sapeva dirlo con esattezza, ma si ricordava di averne vista una simile appesa nello studio del Professor Piton appena qualche settimana fa. Qualcosa disse a Draco che era una bugia inventata per salvarsi la pelle e sperò che Bellatrix le credesse.
- Draco, va' a prendere il folletto. – lei continuò a parlare ma Draco si stava già dirigendo verso i sotterranei, gridando minacce di morte ai prigionieri. Era pallido, le mani gli tremavano ma cercava di controllarle. Afferrò il folletto e lo trascinò di nuovo su. Sperava tanto che quegli stupidi lo avessero avvertito di dover mentire sull'originalità della spada.
- È vera la spada? – Draco trattenne il fiato mentre il folletto esaminava l'elsa tempestata di diamanti. Non si fidava affatto degli amici di Hermione e in un sussurro pronunciò l'incantesimo: -confundo.-
Le mani esperte e ricurve del folletto passarono sulla lama affilata.
Qualcosa si agitò giù nei sotterranei e Lucius lo mandò a chiamare Codaliscia per controllare. Draco non ne fu felice, voleva rimanere nella sala con Hermione, voleva assicurarsi che stesse bene.
- Va' giù nei sotterranei, sta succedendo qualcosa. – disse all'omino che lo guardò con gli occhi liquidi da topo, non gli piaceva farsi dare ordini da un ragazzino; a Draco non interessava e tornò su senza curarsi dell'uomo.
- È una copia. – affermò sicuro il folletto e il biondo tirò un sospiro di sollievo, simile a quello che comparve in quello stesso istante sul volto di Bellatrix; la donna aveva appena premuto un dito sul Marchio Nero e stava per avventarsi su Hermione, quando si scatenò l'inferno.
Harry e Ron era scappati dai sotterranei e li stavano attaccando, Weasley con la bacchetta di Codaliscia. La prima che venne disarmata fu Bellatrix, poi Potter attaccò Lucius che crollò al suolo mentre Draco e Narcissa cercavano di difendersi e attaccare contemporaneamente.
- Fermi tutti o lei muore! – Bellatrix teneva il suo pugnale sotto la gola di Hermione e Draco si sentì perduto, come avrebbe potuto aiutarla?
- Giù le bacchette – disse la donna, ma nessuno la ascoltò, nessuno tranne Draco che aveva già abbassato la guardia. Quando il sangue iniziò a uscire dalla ferita di Hermione, Harry e Ron si decisero a buttare a terra le bacchette, alzando le mani in segno di resa. Draco era sollevato, avrebbe avuto più tempo per aiutare Hermione; gli venne ordinato di andare a recuperare le bacchette e così fece ma mentre ritornava al suo posto, con la coda dell'occhio notò un movimento, proprio sul lampadario. Non se ne era accorto nessuno, concentrati sul discorso di Bellatrix, ma attaccato ai cavi c'era Dobby, il loro elfo domestico, che cercava di far cadere il lampadario proprio sulla testa di Bellatrix. Quando si svitò del tutto, precipitò a terra e si distrusse; alcune schegge raggiunsero Draco sul volto, si piegò in due dal dolore, nascondendo il viso dietro le mani sporche di sangue. Quando tornò a concentrarsi sul salone, Narcissa lo aveva trascinato lontano dal pericolo ma poteva vedere benissimo Ron togliere Hermione da sotto il lampadario distrutto. Harry Potter approfittò della confusione per potergli strappare le bacchette di mano; Draco si sentì perduto più che mai, senza una bacchetta non avrebbe potuto aiutare Hermione. Dobby era in piedi, all'apparenza illeso, e guardava la Mangiamorte con sfida mentre lei lo accusava di tradimento.
- Dobby è un elfo libero! Dobby è venuto a salvare Harry Potter e i suoi amici! –e su queste note Bellatrix Lestrange lanciò il coltello proprio mentre Hermione e i suoi amici avevano iniziato a Smaterializzarsi; la lama entrò nel vortice e sparì insieme a loro.
Intorno a Draco scoppiarono urla di rabbia e di paura; quando il Signore Oscuro sarebbe arrivato, non avrebbe trovato alcun Harry Potter nella Villa dei Malfoy. A lui quasi non interessava, aveva appena visto la ragazza che segretamente amava Smaterializzarsi insieme a un coltello lanciato per uccidere qualcuno che, il ragazzo sperava, non fosse la sua Hermione Granger.


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