Per una volta, L, non hai capito niente.

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«Perché l'hai fatto, Ryuuzaki?» domandò Light Yagami, dondolando la catena che legava le manette ai polsi dei due amici. «Non l'hai fatto solo per il caso Kira. Avresti potuto benissimo sorvegliarmi da lontano, oppure legare qualcun altro insieme a me. Non credi sia meglio che te ne torni ad indagare? Ti sarei d'intralcio».
Il detective non rispose, si limitò ad abbassare lo sguardo.
Non aveva intenzione di rompere quel silenzio così carico di tensione, sapeva che, per una volta, non sarebbe riuscito a controllarsi, avrebbe ceduto. Non era da lui ammettere i propri errori, era piuttosto competitivo, non avrebbe mai confessato la verità.
«Avevi detto che mi avresti aiutato con le ricerche. Hai forse cambiato idea?» rispose il corvino, accasciandosi sul divanetto del suo appartamento e costringendo così Light a fare altrettanto.
Giocherellava con il bordo della sua larga maglietta bianca, tenendo il capo chino e l' espressione seria.
«Non è per questo, ma... Ti vedo strano in questo, e credevo fosse meglio lasciarti un po' solo a... Che so, riflettere.» azzardò il castano, preoccupandosi per l' amico.
«Non ho bisogno di riflettere. L'ho fatto per tutta la vita. Ormai non capisco neanche più l'irrazionalità delle emozioni. Sono così.. Illogiche.»
Light lo fissò sconcertato: cosa succedeva al detective?
«N-non dirmi che sei...»
«Innamorato?» concluse Elle. «Sì, Light Yagami. Purtroppo è così. Lo ammetto, ho perso. Ho sempre considerato l' amore come una sconfitta, una sorta di debolezza. Insomma, il più grande detective del mondo non può piegarsi come una foglia per una stupida... Cotta infantile.» ammise distrutto, nascondendo il viso tra le mani.
Light gli scostò dolcemente una ciocca di capelli corvini dalla fronte, sorridendogli.
«Puoi parlarne, se vuoi.» sussurrò dolcemente, avvicinandosi un po' di più al suo "nemico".
«Ascolta» gli intimò il detective «so per certo che dietro al tuo faccino ingenuo si nasconde Kira, perché solo un ragazzo come te riuscirebbe a far sviare i sospetti sul suo conto così, senza fare niente. Ero arrivato al 99% di probabilità che tu fossi Kira, poi, come se niente fosse, ci hai dimostrato l' esatto contrario. Ad essere sincero, avrei addirittura le prove per dimostrarlo, ma non intendo tirarle fuori.» Light sussultò dallo stupore, fissando le iridi scure dell' amico, rannicchiato in posizione fetale accanto a lui.
«E allora cosa aspetti? Forza, smaschera questo famoso assassino; perlomeno, smetterai di deprimerti.» azzardò il castano, sapendo di essere ormai arrivato alla fine.
«Ho trovato un quaderno, scoprendo così il tuo trucco, so che ti basta scoprire il nome del tuo nemici oer ucciderlo, specificando, se vuoi, le cause del decesso. Perciò adesso ti svelerò il mio più grande segreto, ma, per favore, come ultima cosa prima di morire, ti chiedo di non ridere di me, ma di accettarmi con amico. Te lo chiedo io, non Elle. Fa', per un momento, in modo da dimenticare la mia vita da detective, fa' in modo che adesso io sia solo colui che si presenta come Ryzaki e tu solo lo studente modello che tutti conoscono come lo splendido Light Yagami.» Light rimase in silenzio, ascoltando le parole di Ryuzaki, captando il minimo rumore percettibile ed immagazzinando ogni dettaglio possibile.
«Il fatto è che... Mi sono innamorato di te. Ho capito, inizialmete, che c' era qualcosa in te che mi piaceva, mi attirava come una calamita e mi spiengeva a conoscerti. Sei stato il mio primo amico, ma anche l' ultimo. Sappi solo che sei stata l' unica persona capace di farmi perdere la testa, di usare quella parte irrazionale della mente che non credevo di avere.
Mi hai fatto sentire compreso, sostenuto, nonostante sapessi sin dall' inizio che affezionarmi a te sarebbe stato pericoloso. Sento di aver fallito. Kira è in trappola, ma ha preso il mio cuore in ostaggio. Non ti consegnerò alla polizia, non ti farò condannare a morte, no. Ma tradirei la patria e verrei ridicolizzato per aver fatti una promessa che non sono riuscito a mantenere.»
Lo studente era rimasto senza parole. Come poteva il più grande detective della storia innamorarsi del suo nemico, affidando a lui la sua vita, lasciandosi uccidere per non tradire né la patria né il ragazzo amato?
«No, Ryuzaki, non puoi.»
«Ti prego. È il mio ultimo desiderio. Scrivi il mio nome sul tuo diario e uccidimi. Io mi chiamo...L» non riuscì a ternimare la frase. Sentì due labbra morbide scontrarsi con le sue, dal sapore di fragola e panna. Socchiuse gli occhi, rassegnato di fronte al suo dolce destino, stringendo la mano ammanettata a quella di Light e incrociando le dita con le sue. Schiuse leggermete le labbra, riprendendo fiato mentre il castano gli mordicchiava il labbro, la mente vuota da ogni pensiero che non riguardasse le labbra rosee del compagno.
«Per una volta, Elle, non hai capito niente. Io ti amo.» e così dicendo, riprese a baciare l' amico, ormai disteso sotto il peso del suo corpo, accarezzandogli le gote pallide ormai tinte di rosso come il sole all' orizzonte.
«Non lascerò che ti uccidano e, se mai dovessi venire a conoscenza del tuo nome, brucerei il quaderno. Non morirai per mano mia, ma non intendo nemmeno lasciarti suicidare. Tu resterai vivo, che lo voglia o no. Ho sempre saputo che questo era tutto ciò che cercavi e, finalmente, l' hai avuto.»
E quella, dopo molto tempo, fu la prima notte in cui Ryzaki riuscì finalmente a dormire.

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Non chiedetemi il perché, mi andava.
Addei.

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