Capitolo 5

8 4 0
                                    

Entrai in auto solo quando sentii i clacson che suonavano.
«Dobbiamo passare, entra in auto, Muoviti!!» disse tutta quella gente che aspettava dietro.
«Okay, scusatemi» dissi urlando alla gente dietro. Entrai in auto.
Johnny mi guardava con.... Anzi non mi guardava c'è si, mi guardava ma senza emozioni. Era una sensazione molto strana ma questo non mi interessava, l'unica cosa che contava è che ero li,a quell'ora,con lui. La macchina era una Audi nera, adoravo il nero, dava un tocco di classe, una macchina 4x4(four bei four), stupenda ma ad essere sincera mi aspettavo una Limousine. Ok "non mi faccio più aspettative se no ne rimango delusa"pensai. Era il momento di parlare in un vero inglese «salve» dissi guardandolo «Sono molto onorata di essere qui, con lei. Spero che sarà un anno favoloso» continuai. « the honor is all mine, Miss» disse con una voce dolce, profonda ma allo stesso tempo secca, come se fosse costretto. Credo che fosse arrabbiato, con me? Sta mattina ho sentito che ha lavorato molto, magari è solo stanco! Si dai, facciamo così "era solo stanco". Mi aspettava una semplice mezz'ora di viaggio. Esattamente come Christian. A pensare a lui mi venne da ridere ma anche da piangere. Chissà se lo avrei mai più visto? «Posso farle una domanda? » chiesi timidamente a Johnny. Mi fece un cenno con la testa «So che lei neanche mi conosce, e probabilmente non mi ha ancora vista, ma lei deve sapere che io la ammiro troppo per me lei è tutto, la rispetto moltissimo e ...» mi bloccai un attimo per formulare la frase in inglese « e ... detto questo volevo dirle anche che la vedo giù di morale o forse è arrabbiato, non lo posso sapere ma la domanda è: lei se la sente di ospitarmi o mi sentirà come un peso ? » dopo aver detto questo mi sentivo veramente stupida, potrebbe dirmi che starò bene ma anche che potrò stare male, e se mi dice questo sarò distrutta. « I don't know, this depends on you but I can tell you that we will do everything possible to make you feel at home» diciamo che ho capito abbastanza tutto, qualche parola non mi è entrata in testa ma il senso della frase l'ho capito « thank you». Desideravo con tutta me stessa di chiederli una foto ma si vedeva che era stanco o arrabbiato o qualunque altra sensazione che non mi permetteva di chiederli la foto. Il resto del tragitto trascorse in un silenzio assolto. Ci fermammo davanti a quell'immenso cancello e aspettammo che si aprisse. Avevo visto le foto della sua casa su Google ma non credevo che dal vivo fosse ancora più grande. Era un castello circondato dal verde di alberi,piante e palme. La casa, se così si può chiamare, era illuminata da luci blu e rosa che davano un tocco di magia. Sembrava proprio il castello della Disney. Per raggiungere la "casa" dal cancello ci volle poco, arrivati, aspettai che il bodyguard scendesse per essere sicura che è il posto giusto. Appena ha aperto la porta, aprii anche io la mia e scesi. Finalmente, mi stiracchiai. Feci per aprire il bagagliaio ma Johnny mi fermò. Quello che capì era « leave it. He does it all» disse riferendosi al gorilla (bodyguard). Intanto che Johnny parlava con il bodyguard l'autista, mi si avvicinò « Hey, I'm Christophe» notai nel suo accento qualcosa di famigliare: era francese. « are you French? » chiesi curiosa. Mi disse che era francese e che era venuto qui per lavorare. un giorno mentre guidava la sua auto, ubriaco, andò a sbattere contro il cannellone di Johnny, facendo saltare il cancello con tutti quei sensori. Johnny li chiese di pagare il casino ma lui non aveva abbastanza soldi così, non avendo neanche un lavoro, Johnny li chiese di lavorare per lui, per estinguere il suo debito e per non denunciare alla polizia il fatto che guidava ubriaco. Mentre raccontava la sua storia il mio sguardo si posò parecchie volte su Johnny che sembrava non reggersi. Era sempre appoggiato al cofano dell'auto oppure appoggiato al bodyguard. « et maintenant je suis ici, je l'ai déjà payé la dette mais je veux continuer à travaille ici. » stavo per dirgli che anche io sarei rimasta qui a lavorare se avevvi avuto un'occasione come la sua ma Johnnny ci interruppe. Non potevo ancora crederci che ero qui con lui, solo all'idea mi venne da ridere. Immaginate la scena: Johnny Depp che si avvicinava a me e che io li ridevo in faccia. Mah... sono davvero crudele. « sapevo che ti saresti trovata bene qui, ma non pensavo così in fretta! » mi disse con un inglese perfetto ma alquanto barcollante. « my best friend s'appelle Bonheur.... OMG sorry, reall sorry I've mixed two languages. ». Gli spiegai che stavo parlando con l'autista in francese quindi ho mischiato le due lingue. Mentre dicevo quella frase Johnny e l'autista sembravano divertiti ma da un lato positivo. Il mio sorriso fu subito cambiato in uno sguardo di terrore quando due bodyguard si avvicinarono a noi: si muovevano con molta determinazione, sicuri di se.
Johnny fece un segno a Christophe che dopo pochi istanti, se ne andò, appoggiò il suo braccio intorno alle mie spalle, come se fossimo amici da parecchi anni e mi spinse a seguirlo dentro casa. Cercava di dire qualcosa ai bodyguard, che ci stavano seguendo, ma ogni volta si interrompeva e ogni volta sentivo il suo alito: alcool. Non ne potevo di questo odore nauseante e come se non bastasse si appoggiava con tutto il suo peso su di me. Mi girai e feci segno ai bodyguard di fare qualcosa, di togliermelo dalle mani, a quel punto lo stavo sorreggendo io. Stavo per farlo cadere, non riuscivo più a sorreggierlo quando i due bodyguard lo presero e lo portarono dentro casa, probabilmente in camera sua. Rimasi sul portone di casa, da sola, non c'era nessuno. Dopo parecchi minuti i due bodyguard mi dissero di seguirli, mi accompagnarono nella camera che sarebbe stata la mia camera per un intero anno. Ringraziai i due bodyguard e entrai in camera. Quello che catturò la mia attenzione fu quel colore rosino, non era ne un rosa da bambine ne un rosa pelle era un rosa magnifico. La camera aveva due porte oltre a quella da cui sono entrata. Vidi anche le mie valigie e decisi di aprirle e di sistemare la mie cose nei due enormi armadi che c'erano. C'erano due scrivanie. Una con uno specchio sopra e questa serviva per mettere i trucci, creme, comunque cose di bellezza. L'altra invece era una scrivani per fare i compiti, appoggiai il quaderno e le due penne che avevo portato. Mi ricordai anche che avevo un libo che dovevo leggere, lo cercai e lo appoggiai sulla scrivania. Era il momento di scoprire dove era il bagno. Aprii la porta che mi ispirava di più, e per fortuna era il bagno. «cosa? Questo non può essere un bagno è una fottutissima spa» c'era una vasca idro-massaggio, all'angolino della stanza, uno di quei cosi fatti apposta per fare i massaggi con il buco per la testa e vabbè c'era la doccia, il bidè, la toilette e il lavandino. Aveva un colore verdastro, molto carino. Ero troppo stanca per ispezionare l'altra porta, così decisi di mandare un messaggio a Christian e dirli che mi ero sistemata, un messaggio alla mia famiglia per dirgli che ero ok, uno alla Robi per dirle della mia giornata e infine uno a mia sorella Charlize per dirle della storia di Robi. Finito ciò mi arrivò una telefonata da Christian. Non sapevo se rispondere o meno alla fine scelsi di rispondere. Parlammo per più di venti minuti: gli raccontai di Johnny ubriaco e lui mi raccontò di com'è il campus; mi disse che dopo avermi lasciato al bodyguard ha visto anche lui il suo nome, era un ragazzo con la maglia della scuola quindi lo ha riconosciuto immediatamente. Condivide la stanza con tipo di nome Alex.
«è strano eh....parecchio, ma mi piace.» mi disse dopo uno sbadiglio. Gli dissi che ci saremmo sentiti l'indomani perché avevo sonno. Misi il pigiama e caddi in un sonno profondo.

La borsa di studioDove le storie prendono vita. Scoprilo ora