Capitolo 1^

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Mi svegliai all'improvviso, in preda ai sudori freddi... Stavo tremando, molto, probabilmente a causa del sogno appena fatto. Non ne avevo mai avuti uno di questo tipo, e mai con questa realisticità assurda. Magari ho mangiato qualcosa di strano la sera prima, ma non mi pare che il pollo cucinato da mio padre fosse male, anzi non ne aveva mai cucinati di migliori. Probabilmente aveva aggiunto qualche spezia nuova e questa mi aveva scombussolato i miei soliti sogni. Cercai invano di ricordarmi il volto della ragazza e ciò che stava succedendo, ma ricordavo poco, pure il dolore sembrava scomparso. Di quel sogno era rimasto poco, solo immagini sfocate e confuse. Beh qualunque cosa fosse non ne voglio più sapere; era troppo strano per potermene preoccupare. Forse staró finalmente iniziando ad avere sogni come gente normale.

- Alec! Muoviti!- mio padre mi chiamò dalla cucina.

Mi girai verso la sveglia e mi accorsi di essere terribilmente in ritardo. Corsi in bagno mi lavai e mi vestì il più velocemente possibile, mi sistemai i capelli alla bella meglio e corrsi in cucina e votando il cane per un soffio. Come se non bastasse mio padre c'era pure mio fratello ad aspettarmi, con un sorrisetto malizioso come se avesse combinato qualcosa.

- Che hai fatto Rob - gli chiesi guardandolo storto - Hai cambiato tu l'orario della mia sveglia, non è così?-

- Stai scherzando vero?- si gira verso la sua colazione e con fare affranto ma falso esclamò - Signore cosa ho mai fatto nella vita passata per avere un fratello maggiore idiota e che da il pessimo esempio al suo adorato fratellino?-

- Rob smettila, e finisci quello che hai nel piatto!- lo rimproverò mio padre tirandogli uno straccio con fare scherzoso.

Io lo guardai cercando di fargli intuire tutta la mia gratitudine per aver fatto tacere quel parassita di mio fratello. Io e lui non ci assomigliamo per niente. Io ho preso da mia madre capelli nero corvino e occhi blu e sfumature di grigio, mentre lui tutto da papà... Sembrano due gocce d'acqua per quanto si assomigliano, capelli castani e occhi color nocciola con qualche sfumatura color ambra sull'iride. Pure con il carattere non scherziamo nell'essere differenti. Io tendo ad essere tranquillo e di agitarmi poco, facendomi gli affari miei, e rispondere in modo schietto e secco senza pelo sulla lingua quando posso. Mio fratello, trascurando il fatto di avere la lingua tagliente quanto la mia, ha un carattere esuberante, un combina guai costante, se pur molto intelligente.
Si accorge che lo fisso e mi tira un leggero calcio nello stinco.

Gemo un po dal dolore ma cerco di non darlo troppo nell'occhio. Piuttosto prendendogli un nervo sulla spalla dico - È tardi Rob! Invece di tirare calci ci conviene incamminarci o le sentiremo da Mei!- lo prendo per le orecchie, presi i nostri zaini e salutato papà, usciamo di casa correndo il più possibile per raggiungere Mei.

Svoltiamo l'angolo della nostra casa e c'è la ritroviamo davanti a muretto che costeggia la strada, sempre bellissima con quei meravigliosi capelli color castagna con qualche sfumature piu chiare che le ricadono dolcemente sulle spalle, le simpatici lentiggini che accompagnano perfettamente i suoi profondi occhi verdi. È minuta, e sia io che mio fratello proviamo sempre un senso di protezione nei suoi confronti.

- Finalmente! Non avete mai un minimo di riguardo miei cari " fratelli Cohen"- la sua voce acuta e infastidita dal nostro ritardo mi fa tornare con i piedi per terra. Le è sempre piaciuto chiamarci così, solo per prenderci in giro per il fatto di avere lo stesso cognome di quei due registi famosi.

Rob mi tira una gomitata - È colpa sua, si sveglia sempre tardi, oggi ho pure un test e tu non ti sei neanche degnato di svegliarti almeno cinque minuti prima. - sbuffa contro di me concludendo la frase.

- Beh sei grande abbastanza per andare a scuola da solo, senza il mio supporto- ribecco. So perfettamente il motivo per il quale viene con me la mattina e so quanto lo metta in difficoltà quando lo stuzzico così.

- Oh ma stai zitto!- si incammina lungo la strada mentre io mi affianco a Mei per il resto della camminata fino alla fermata dell'autubus.
• • • • •
Arrivati a scuola, ci separiamo, Mei e Rob si dirigono verso la loro classe mentre io mi aggrego al mio gruppo di amici per andare nella mia. Ogni volta mi stupisco della grandezza della mia scuola e del suo imponente e sempre verde giardino, e mi rattristo pensando che tra poco più di un anno dovrò lasciarla per andare al college. Quest'anno mi devo impegnare sul serio con gli studi se voglio entrare in una buona università.

Le prime due ore passano tranquille, soffermandomi ogni tanto a guardare fuori dalla finestra. Non è una bella giornata, potrebbe piovere da un momento all'altro, ma dalla poca aria che entra dalla finestra aperta deduco che non sarà cosi. E pensare che oggi ho pure allenamento.

Al cambio d'ora per andare in aula di storia passo davanti alla classe di mio fratello. Da dentro scorgo Mei che mi saluta mentre mio fratello non mi nota neppure.
Arrivati in aula mi siedo in banco con James. Io e lui ci conosciamo dalle medie e siamo molto uniti. Lui è il solito spaccone e sciupa femmine. Ne ha sempre tante intorno e ogni settimana ne ha una diversa. Mi chiedo sempre come faccia, e lui come leggendomi nel pensiero risponde sempre - Sono bello! I miei splendidi occhi neri attirano. Mi danno l'aria di un tipo duro e misterioso. Non trovi?- inarca un sopracciglio e io ridendo gli faccio segno di si con la testa, ma sa benissimo che lo prendo soltanto in giro.

- Sai se fossi più gentile con le ragazze ne saresti anche tu pieno. Invece sei sempre cosi freddo, dovresti scioglierti un po amico!- lo guardo male. Lui se ne accorge e si mette a ridere per poi girarsi dall'altra parte per parlare con due ragazze dalla nostra parte.
Io non ho mai creduto a quello mi ha sempre detto James sul fatto che dovrei essere gentile con le ragazze. Sa come sono fatto e con le persone che non conosco tendo ad essere restio e pungente. Ai ragazzi non importa ma sulle ragazze questo fa un altro effetto. Tendono ad allontanarsi per paura di infastidirti e dopo un po cambiano completamente bersaglio. E questo a me sta bene. Non mi piace essere circondate da galline che ti stanno dietro solo per il tuo aspetto.

L'arrivo della mia professoressa di storia mi fa trasalire. Di solito nell'entrate in classe è molto più leggiadra nei movimenti e più silenziosa. Spesso neanche ce ne accorgiamo e ci deve richiamare per attirare la nostra attenzione. Non ha molto polso con noi studenti, senz'altro è una bravissima prof. Mi ha sempre fatto tenerezza con la sua piccola altezza e quei buffi occhiali coordinati a quei sui buffi vestiti.
Oggi mi sembrava particolarmente euforica.

- Buongiorno ragazzi come state? Io benissimo e oggi sono anche particolarmente felice! Spero lo diventerete anche voi dopo quello che vi diró.- ci guarda con fare curioso come se aspettasse un nostro consenso per continuare. Notando i volti accigliati di tutti continua - Bene ho organizzato una fantastica gita per voi, insieme a una altra classe più piccola! Ah non preoccupatevi hanno solo un anno in meno-
Tutti iniziano ad esultare e ad emettere piccoli gridolini di compiacimento per la splendida idea.

Una mia compagna di classe si fa avanti e chiede - E dove andremo Prof?-
- Oh beh! Andremo in un posto particolare. Un luogo affasciante immerso tra miti e leggende. Non è una meta comune tra i programmi scolastici, ma sapete come la penso! Andremo in Germania, per la precisione in Sassonia in un paesino vicino al ponte del diavolo, il Rakotz Bridge!

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