(Disclaimer: la storia contiene linguaggio scurrile, uso di droga o alcool, scene di sesso esplicito. Se non siete a vostro agio con queste tematiche, non continuate.
Detto questo, buona lettura. -Mik)
Non c'era sensazione migliore di quella che veniva quando ispirava ed espirava l'aria nei suoi polmoni, o quando colpiva con le sue nocche la mascella del suo avversario. Non c'era nessuna rabbia o divertimento, come qualcuno credeva, c'era solo torpore. La sua mente era un campo bruciato, sgombro, con il profumo di vuoto e con la cenere persistenti nell'aria.
La pelle di Harry era perfetta, eccetto per una singola sbiadita cicatrice che iniziava sopra il suo sopracciglio sinistro e continuava giù fino all'inizio del suo zigomo. Ci dovrebbero essere più cicatrici, quelle più fresche, dato il numero dei robusti uomini che ha sfidato nel corso di dieci anni. Ma non c'erano, semplicemente perché non ha mai permesso che un colpo raggiungesse la sua faccia. Ovviamente, ci sono segni e lividi su tutto il suo corpo, creati dai pochi colpi che erano riusciti a passare le sue difese, ma non hanno mai raggiunto la sua faccia.
Questa notte era certamente la più fredda di tutta la settimana, ma Harry indossava soltanto i suoi pantaloncini da allenamento, come sempre, incurante del freddo che rischiava di gelare la sua pelle esposta. C'era un sottile strato di ghiaccio che copriva parte della strada e le stelle nel cielo erano appena visibili dietro le nuvole che si estendevano fino a coprirlo. Era passata già buona parte della serata, la torre dell'orologio suonò a pochi minuti di distanza indicando che erano le nove in punto.
Il suo avversario era debole, era soltanto un ragazzetto con un bel fisico, ma non aveva poi tanta forza, probabilmente si è scontrato solo per farsi vedere dai suoi amici. Harry rimase impassibile quando un ragazzo, di appena diciotto anni, cercava di colpirlo. Ad Harry semplicemente non importava, dentro di sé rideva pensando a quanto stupido fosse quel ragazzo e, a come sarebbe stato bello vederlo disteso a terra con il sangue che gli fuoriusciva dal naso.
Harry pensava queste cose, ma non le diceva. Era come una routine, faceva le stesse cose, gli stessi movimenti, con la differenza che le persone con cui si scontrava cambiavano e non erano mai le stesse. Anche se loro cercavano di bloccare un suo colpo. Harry trovava sempre un modo per recuperare e riformulare un nuovo attacco.
Non fu una sorpresa quando il ragazzo grugnì appena Harry lo colpì, con le nocche strette in un pugno, sullo stomaco, facendolo cadere leggermente in avanti con le labbra socchiuse. In quello stesso istante un altro colpo venne tirato al lato sinistro della sua mascella, i ragazzi che assistevano potettero sentire con quanta ferocia avvenne l'impatto. Pochi secondi dopo il ragazzo cadde in ginocchio con il labbro spaccato da cui fuoriusciva del sangue.
Harry non riusciva a sentire gli schiamazzi e le grida degli spettatori che lo circondavano. Non riusciva a sentire i potenti battiti del suo cuore. Riusciva soltanto a sentire le urla strazianti del suo avversario. Questo fu il combattimento più breve di sempre.
Harry tirò indietro il suo braccio, piegò il gomito, e stava per dare il colpo di grazia che sicuramente avrebbe lasciato inerte il ragazzino, ma i suoi occhi osservarono quelli del ragazzo e trovarono paura, paura e pentimento.
Avrebbe dovuto sentire qualcosa guardando questi occhi pieni di terrore, ma la verità era che lui non sentì nulla, neanche un briciolo di pietà.
Il suo pugno stava per colpire la mascella del ragazzo, e quando lui capì che sarebbe successo, si spostò indietro, cercando di evitarlo. I suoi occhi a malapena riuscivano a stare aperti, e il suo bel faccino di una volta era scomparso. Harry guardò il corpo del ragazzo quasi senza vita, e si avvicinò a lui. Gli schiamazzi furono rimpiazzati da forti grida, c'era chi gridava più forte solamente perché sapeva che aveva appena vinto dei soldi, e c'era chi imprecava perché aveva appena perso dei soldi.
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Till Dawn - H.S. (italian translation)
Fanfiction"Per avere lei nel suo letto, tra le sue braccia, con il fiato sul collo e i capelli che gli solleticano gli angoli della bocca, era finalmente in grado di pensare alla sua vita non solo come un buco nero di violenza. Forse, solo forse, la sua vita...