Lavare i piatti si dimostrò essere annoiante come pensavo, una settimana è passata già ed ho inventato qualunque modo per intrattenermi mentre sfregavo la spugna sullo sporco, e l'acqua piena di bolle che le rendeva le mani intorpidite. Avrei voluto contare la quantità infinita di schiuma, o addirittura guardare l'orologio per vedere quanto tempo mi ci vuole per sciacquare un piatto, e quindi cercare di battere il record la volta successiva. Ho anche, inevitabilmente, approfondito le mie fantasie indesiderate sullo sconosciuto che ho colpito con la mia auto.
Che mi intrattenevano davvero tanto.
Era un giovedì, il mio turno durava fino alle otto di sera, e la giornata era stata insolitamente lenta. Mi trovai ad sperare che ci fossero altri piatti sporchi da lavare, ma sfortunatamente dovevo stare vicino al bancone ad guardare Janice dare ordini agli altri cuochi. Sospirai, un sospiro triste e sconfitto, era doloroso guardarli fare l'unica cosa che avevo davvero amato fare. Non era giusto, sapendo che se la stupida Janice non fosse una tale puttana, starebbe a tagliare qualcosa o friggere qualche dannata trota. Ma ovviamente, la vita non era così generosa e spendevo la maggior parte del tempo a stare lì in piedi, vicino al muro, cercando di frenare i pensieri vaganti su quelle labbra color ciliegia.
Lui era nella mia mente spesso. Pensavo alla sua voce profonda ed al modo in cui sembrava vibrare per tutto il mio corpo quando parlava, anche se avevo sentito solo un paio di parole sue. Pensavo a come era stato testardo sul camminare verso casa sua al freddo e con la caviglia slogata.
Mi chiedevo se se ne fosse preso cura una volta a casa. E se l'ha lasciata peggiorare? E se gli faceva ancora male, una settimana dopo? Tutto per colpa mia..
Quando l'orologio segnò le otto e trenta, mi slegai il grembiule dalla vita e corsi alla macchina, con le bracia attorno al corpo per ripararmi dal freddo. Quando entrai nella macchina il tepore mi avvolse, guidai ed arrivai all'incrocio dove normalmente giro a destra per tornare ogni giorno a casa. però, per un momento pensai di girare verso l'altra svolta ed essere costretta a guidare verso Melhive Street...
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Giovedì notte era la notte in cui raramente qualcuno voleva combattere contro Harry.
Giovedì notte era la notte in cui i suoi occhi erano più scuri del normale, la mascella un pò più tesa, ed i pugni serrati fino a strapparsi quasi la carne dai palmi con le sue unghie corte. Giovedì notte era l'unica notte in cui gli era difficile mantenere il volto impassibile; la rabbia era troppa da nascondere dietro un'espressione vuota.
Mi avvicinai al 'capo', un uomo basso con una pancia rotonda, infilai le mani nelle tasche della mia felpa nera, senza pensare ai tagli sulle nocche che si potrebbero infettare.
"Nessuno?" guardai torvo l'uomo che mi aveva ingaggiato da qualche anno. La nostra relazione era puramente mutualistica, io lottavo e Ray prendeva l'ottanta percento dei soldi. Continuerei a presentarmi ancora, anche se non ottenevo tutti i soldi, quei minuti di intorpidimento valevano più di ogni altra cosa.
Ero agitato ogni secondo di più perché sapevo già che non ci sarebbe stato nessun incontro, mentre di solito ce n'erano. Mi presentai comunque in caso qualche opportunità si presentasse. Avevo bisogno di sfogare la rabbia su qualcosa e la mia peggior paura era che, un giorno, neanche i combattimenti sarebbero stati sufficienti per scappare dalla mia opprimente realtà.
"No." Ray scosse la testa, con la sigaretta quasi finita fra le labbra, e la voce smorzata. "Non penso che ci sarà qualcuno stasera. A meno che quel ragazzo idiota si presenti." sbuffò una risata, prese la sigaretta fra il pollice e l'indice, prendendo un tiro e sbuffando poi una nuvola di fumo che si disperse nella fredda aria. Erano passate due settimane da quando avevo battuto quel povero e arrogante ragazzino, ma il ricordo di ciò era rimasto impresso nella mente di tutti.
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Till Dawn - H.S. (italian translation)
Fanfiction"Per avere lei nel suo letto, tra le sue braccia, con il fiato sul collo e i capelli che gli solleticano gli angoli della bocca, era finalmente in grado di pensare alla sua vita non solo come un buco nero di violenza. Forse, solo forse, la sua vita...