Un disastro straordinario

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Era lì,ad osservare le stelle,vide che erano immense,erano sparse ovunque in quella notte gelida.Matilde provo' a contarle.Si accorse che erano infinite,aveva paura di quella parola,della
parola "infinito"...Così torno a casa,spense la luce e andò a letto.Il giorno dopo alla stessa ora,andò ad osservare le stelle,tutte le stelle luccicavano tranne una.Eppure lei quell'unica stella spenta la trovava più bella delle altre.Penso' perché fosse stata l'unica stella a non brillare, poi capì che una stella col cuore spezzato non brilla.
Forse quell'unica stella senza luce aveva bisogno di occhi che la osservavano prima di andare a dormire,quell'unica stella aveva bisogno di attenzioni,aveva bisogno di sentirsi importante per qualcuno.Sapeva che la notte nessuno la osservava,perché accanto a lei c'erano stelle più belle,lei era messa in un angolo del cielo come una cosa presa è dimenticata.Lei era messa in un angolo del mondo come una cosa presa è dimenticata.
La ragazza strinse i denti e andò in camera sua.Prese la sua chitarra e inizio' a suonare con lo spartito davanti,batteva il piede destro a ritmo,le tremavano le gambe,aveva le labbra secche e gli occhi stanchi,si era fatto tardi,così decise di andare a dormire.Il giorno dopo a scuola la professoressa decise di fare un compito a sorpresa dove si doveva parlare di uno strumento a piacere.La ragazza in poche righe scrisse:"La chitarra e una piccola orchestra.Ogni corda è un colore differente,una voce differente.Pochi mesi dopo la professoressa consegno' i compiti e gli disse alla ragazza di scrivere il significato di quelle poche righe che aveva scritto allora la ragazza  scrisse:"La chitarra e una piccola orchestra considerata ad una piccola persona ognuno ha il proprio compito all'interno della grande orchestra ma senza quella piccola persona non si potrebbe formare un suono.Le corde sono come i vari giorni di tutti noi per questo ogni corda è un colore differente perché ci sono giorni neri e giorni bianchi,una voce differente perché non possiamo sapere chi il giorno seguente viene a darci un consiglio per affrontare un problema"La ragazza concluse dicendo:non importa quante righe occupi,importa solo il contenuto,non importa quanti passi fai nella tua vita,importa solo le impronte che lasci,la  campanella suonò e la ragazza consegnò il compito.all'uscita della scuola una bella ragazza mora dagli occhi verdi e un bel sedere,sorrise all'amica,una bionda alta come lei ma un po più tonda,vicino c'era una ragazza dai capelli ondulati neri che guardava insospettita.Sedute sui loro motorini fumavano sigarette troppo forti cercando di darsi un tono e qualche anno in più."️
"Allora cosa avete fatto ieri sera?"
"Siamo stati a casa"
"Ma dai,ci sono stata  anch'io"
È la ragazza dai capelli ondulati fece una smorfia
Comunque dicevo riprese il discorso la ragazza dagli occhi verdi,Marco mi diede un bacio sul collo e mi ha infilato questo..mostrando alle amiche un sottile anello con una pietra azzurrina.Poi ci siamo messi a guardare le stelle in soffitta,sotto un piumone che ci teneva caldi,bevendo sciampagna Il cielo era pieno di stelle,così marco mi guardò e i nostri occhi si incrociarono a tal punto di..il discorso viene interrotto  con uno starnuto spontaneo da parte di Matilde,tutte le ragazze la guardarono...La mora strinse i denti la bionda alzo' il sopracciglio sinistro cercando di lanciarle con lo sguardo una sfida.così da lontano videro a Marco che ormai maggiorenne guidava una Vespa rossa nuova di zecca non ancora truccata,si avvicinò anche lui accarezzando dolcemente la sua ragazza,tenendo in mano una sigaretta ancora spenta.
"Sei in ritardo di un quarto d'ora Marco".
"Scusami amore mio, cercherò di rimediare."
così lanciando le ultime occhiate le ragazze misero i piedi vicino le marmitte calde e se ne andarono.Il padre di marco era il sindaco della scuola,e come tutti gli anni organizzavano la festa dei licei ci sarà anche  Marco pensò Matilde facendo un sospiro profondo gli passò proprio in quell'istante davanti facendomi un cenno con la testa mentre stava prendendo le cuffie dentro lo zaino .Il  gran giorno arrivò così Matilde si sciolse i capelli color oro e si guardò allo specchio lavandosi la faccia con dell'acqua fredda,cerco di coprirsi le ultime lentiggini sul naso un tocco di fard è poco mascara suo padre suonava col clacson posto in doppia fila così Matilde si mise una collana di perle e scese le scale.Il finestrino era abbassato.Il semaforo era rosso.Una ciocca di capelli biondo cenere scopre a tratti il suo collo morbido.
"Ehilà" lei si volta verso di lui,sorpresa,lui la guarda e sorride,fermo vicino a lei su quella vespa.Spalle larghe,fisico notevole,capelli lunghi neri e un orecchino sull orecchio sinistro.
"Ti va di prendere un gelato con me?"
Matilde se accorse che anche quella volta,come la volta passata marco aveva la sigaretta spenta ma non si fermò molto su questo e rispose.
"No,sto andando ad una festa"
"Fai finta di andarci no?io ti aspetto all'entrata"
"Scusami forse ho sbagliato risposta,non mi va di prendere un gelato con te"
"Guarda che ti faccio divertire"
"Ne dubito"
"Risolverei tutti i tuoi dubbi"
"Questa volta sono io a dubitarne"
Verde.
La vespa rossa scatta in avanti lasciando spegnersi il sorriso sicuro di lui.Chi era quello?un tuo amico?chiese con tuono curioso il padre...uno schiocco rispose sorridendo la ragazza.
Arrivati alla festa non potevano mancare i hockey,lo spumante,vino bianco e rosso e molti crodini.Una pista da ballo favolosa con tutte le lucine semi chiuse e tutte le coppiette innamorate  che ballavano.Prese un crodini analcolico,non sopportava l'alcool tanto meno il fumo e si mise a guardare le stelle con i gomiti  sulla ringhiera.
"Ciao"
"Di nuovo tu?non hai nient'altro da fare"?
"No."
"Bene,è perché non vai dalla tua ragazza?"
"Ci siamo lasciati"
"Mi dispiace"
"Ma non dire cazzate"
"No dai sul serio"
"Si okay non mi importa,andiamo a prendere un gelato allora?"
"No.Fra poco devo andare a casa"
"Come vuoi.Almeno mi concedi un ballo?"
"Va bene ma solo perché insisti"
Iniziarono a ballare e marco mise le mani dietro il collo di Matilde sfiorando dolcemente i suoi capelli si muovevano a ritmo della canzone che c'era in pista
"Dai stiamo andando bene"
"Da schifo" rispose con una risatina Matilde..
"Io non so ballare,tanto meno tu"
"Ehi,tu parla per te"
"Stai zitto"
Così sorridendo marco abbassando lo sguardo.
"Sei così bella"
"Sei così stupido."
Marco si avvicinò a Matilde i loro sguardi si incrociarono e le loro labbra si avvicinarono,erano così vicino ma non abbastanza.
Cosa stai per fare? disse Matilde arrossendo.
Marco gettando la sigaretta spenta a terra rispose:
"Perché dici così?"
"Credi che ti stavo per baciare?"
"Bhe...si"
"No,io sono un gentiluomo,prima chiedo il permesso.."
"Tu un gentiluomo?ma dai...
"Cosa intendi...?"
Il discorso venne interrotto dalla chiamata del padre.
"E così tardi,devo tornare a casa."
"E sono mezzanotte Matilde.."
"Lo so"
"Posso accompagnarti io a casa?"
"Mio padre non vuole.."
"Ma se non hai nemmeno chiesto.."
"So come la pensa.."
"Comunque vado ci si vede.."
"Ciao Matilde"
"Ciao stupido.."
Verso le 2 Matilde riceve un messaggio da un numero che non conosceva
"Posso chiamarti?"
"Chi sei?"
"Posso si o no?"
"Okay."
Pochi minuti dopo...
"Ehilà.."
"Marco?chi ti ha dato il mio numero?"
"Non ti interessa,domani usciamo verso le 8?"
"Okay...in villa Gambini?"
"Si..buonanotte.."
"Buonanotte a te."
La ragazza andò a quell appuntamento poche ore dopo perché doveva sistemarsi bene e aveva bisogno di molto tempo..
C'era molto freddo...la lunga sciarpa copriva il suo viso pallido,in quella villa non c'era nessuno,solo un ragazzo seduto in una panchina che non era marco la ragazza aspetto pochi minuti e presa dal l'angoscia torno a casa e nel frattempo che camminava nota che dietro di lei c'era quel ragazzo che non sapeva ne il nome né chi era non l'aveva mai visto...così cerco di rallentare il passo ma il ragazzo lo rallentò anche il ragazzo prese il braccio della ragazza è la baciò in quel l'attimo arrivò Marco che trovo questa scena appena scese dalla macchina..
Il ragazzo scappo e Marco guardando Matilde con le lacrime agli occhi le disse :"Hai rovinato tutto."
Senza farsi spiegare niente il ragazzo si mise dentro la macchina e si accese la sigaretta per la prima volta e se ne andò con le lacrime che scendevano sul suo viso morbido.La ragazza tornando a casa provo a chiamare mille volte a Marco ma rispondeva la segreteria..
Così decise di andare dai carabinieri per  sapere se avevano mai visto questo ragazzo  non conoscevano nessun ragazzo dalla descrizioni di Matilde così si ricordo' il maresciallo di avere alcune foto di vari ragazzi e gli e li mostro' ma niente quel ragazzo non era fra quelle foto
Il suo vero nome era Federico si e ritirato da pochi mesi in Olanda sussurrò il carabiniere al suo assistente
Federico?...rispose ️stupido l'assistente
Si..rispose il carabiniere
Vuol parlare con me signor maresciallo?disse la ragazza sbuffando
"Signorina,questa è questione di privacy adesso Cortesemente vada via"
Matilde scoppio in lacrime gridando a squarciagola
"Voglio sapere tutto,non potete farmi questo"
"Per cortesia,signorina si accomodi fuori"
Così presa con forza la fecero uscire..
Si era già fatta notte,e la ragazza pensava a chi era quel ragazzo che odiava tanto erano le 5 in punto è il sonno supero i pensieri e senza accorgersene Matilde si addormentò. Così le ore passano,poco dopo suono la sveglia,alle 7:30 in punto.
"Stamattina non ne ho voglia"mormorò Matilde girandosi dall'altra parte del letto.
Poco dopo entro nella cameretta la madre accendendo la luce e aprendo la finestra..
"Su Matilde non voglio sentire scuse stamattina"
"E così difficile da spiegare"
"Interrogazione di latino?"
"Se fosse solo questo il problema."
Facendo un sospirò si andò a lavare i denti.
Era agitata,era diversa dal solito..accendeva e spegneva ogni secondo il suo iPhone color platino
"Cos'è il princino che hai conosciuto alla festa non ti risponde?"
"Mamma,non è questo per favore non ti impicciare."
La campanella suonò alle 8 in punto con cinque minuti di ritardo.
Signorina Scalandra domani deve giustificare il ritardo.
Matilde strinse i denti e per la prima volta rispose:"basta adesso mi sono stufata di tutto e tutti sbattendo la porta".
Non aveva mai risposto,era la ragazza più brava e intelligente di quel liceo...ma dopo quel l'episodio Stefania quel giorno per la prima volta si avvicinò a lei.
"cos'è successo oggi?il principe azzurro è andato via?
Quel principe azzurro di cui parli tu e il tuo ex penso Matilde sorridendo senza far capire nulla.
"Sono solo nervosa"
"Mi sono lasciata con Marco sai?"
"Come mai"?
"Il perché non me l'ha mai detto."
"Comunque"
"Comunque"
La ricreazione finì e tornarono ognuno hai proprio posti.
Stasera io e la Carmen usciamo..ti va di venire con noi?scrisse su un pezzo di carta stracciato Stefania lanciando il bigliettino a Marilde.
Matilde rispose con un cenno.
Il professore si accorse di questo bigliettino fra Stefania e Matilde.Matilde aveva ottimi voti in pagella e di certo non poteva avere una nota per questa stupidaggine.I giorni passarono e le due ragazza stavo quasi per diventare "amiche" anche se poi quel l'uscita fu annullata.
Matilde a scuola stava sempre ordinata,sempre attenta è composta ma adesso stava per trasformarsi in una ragazza disobbediente e non molto attenta.Le ragazze ormai amiche di banco ridevano sotto il naso del professore,nascondendo il telefono dentro un astuccio blu..il professore fece una domanda a Matilde ma per la prima volta la trovo' distratta.Così gli mando una lettera a casa di voler vedere cortesemente i suoi genitori.
Questa notizia fece rabbrividire Matilde così chiamò subito Stefania raccontandole dell'accaduto.il telefono squillava così rassicurando Matilde la Stefania disse:
"Dai,devi stare tranquilla...sai quante note e convocazioni prendo io in un solo giorno?"
"Ma io non avevo mai preso una convocazione in vita mia"
"hahhaha c'è sempre la prima volta"
"Comunque domani mattina usciamo?"
"Ma domani mattina ho scuola "
Stefania corregge Matilde dicendo :"Abbiamo scuola"
"Appunto"
"Non ci andiamo"
"Ma che dici?"
"Eh dai"
"Poi si vedrà..."
"Okay ci si sente "
"Ciao Stefania."
La ragazza posò il telefono sulla scrivania ma subito senti il richiamo del padre così passo in cucina.
"Con chi parlavi al telefono?" Chiese il padre nervoso
"Fatti miei"rispose alzando il sopracciglio sinistro la ragazza come per gettare una sfida al padre..
"Ehi,signorina da quando tempo è che rispondi a tuo padre in questo modo?"chiese la madre nel frattempo che cucinava.
"Vai in camera tua" ribadì il padre.
"Ci vado solo perché voglio andarci,non perché me lo stai dicendo tu che sia chiaro."
Così la ragazza si chiuse in camera sua,si mise le cuffiette nell'orecchie ascoltando un po' di musica per provare a rimediare tutto.
Il campanello suonò,una sola volta,deciso.
Jessica vado io disse Mario alla moglie..
"Salve"
"E tu chi sei"?
"Questo non è importante."
"Allora non entri a casa mia"
"Forse sono partito col piede sbagliato"
"Confermo"
"Marcio chi è?"
Nessuno Jessica nessuno.
"Allora?stavamo dicendo"
"Piacere Marco"
"Il principe azzurro di mia figlia?"
"Non ancora."
"Bene.E non devi esserlo."
"Perché?"
"Te ne pentirai." Disse con tono sgarbato il padre di Matilde
"Non è una ragazza cattiva"
"Lei,ma io si" disse sforzandosi di sorridere il padre.
"Mamma fammi una bruschetta" si sentì pronunciare dall'altra parte della stanza
"Matilde,fattela tu"
"Che palle va..."
Il padre divenne pallido e il ragazzo insospettito chiese :"Ma da quanto parla in questo modo?"
"Anch'io vorrei saperlo,forse sei tu la causa."
"Cosa?davvero pensa questo di me?"
"Ma se neanche ti conosco "
Il ragazzo strinse la mano del signor Mario pronunciando le singole parole :"È meglio se vado è stato un piacere."
"Piacere mio"
"Immagino"
"Arrivederci"
"Ciao Marco."
Il padre chiuse la porta è proprio in quell'istante la ragazza uscì dalla sua cameretta.
"Papà con chi parlavi?"
"Non sono fatti tuoi"
"Dai papà non fare l'antipatico"
"Si okay era il tuo principe azzurro"
"Il mio cosa?"
La ragazza si affacciò alla finestra e lo vide,erano giorni che non lo vedeva,così fece un sorriso enorme e uscì di casa..in pantofole.
"Ehi,non andartene."
avvicinandosi a lui
"Allora mi perdoni?"ribadì la ragazza
"Devo perdonarti?di cosa?
"Bhe sai....."
"Ah si vero ricordo."
"È meglio se rientro a casa?."
Il ragazzo fece finta di non capire...
"Quindi"esigo una risposta..
Anch'io esigo una risposta disse affacciandosi dalla finestra il padre
La ragazza si girò verso il padre dicendo. "Papà tu non hai neanche idea di quante risposte vorrei ricevere io,ma non so neppure che domande fare"detto ciò la ragazza si voltò ma era ormai troppo tardi..i fari della Vespa erano accesi così Marco andò via.
"Mannaggia,lo vedi sempre colpa tua."
La ragazza sbuffo e sbattendo La porta andò in camera sua...
"Lo sai che tua figlia ha portato una lettera di convocazione a casa stamattina"?
"Non scherzare,non lo sarebbe mai.."
"Fa come credi...io adesso vado a dormire buonanotte ."
Il giorno dopo La madre vide sul serio  la lettera posizionata sul tavolo della cucina..non ci credeva,per la prima volta la realtà gli sembrava un sogno..
Era proprio così...doveva parlare con il professore...che vergogna pensò fra se è se.cosi spense la luce e andò a dormire..
La ragazza stava andando a dormire ma accendendo il telefono per guardare lora si trova un messaggio sullo schermo da Stefania" Ehi,posso venire a dormire da te?ho litigato con i miei.. Poi ti spiego..
Pff..speravo fosse Marco..pensò
"Si..ti aspetto,ma mi raccomando non suonare il campanello."
Pochi minuti dopo..
"Sono davanti casa tua"..
"Ma se non lo sai dove abito.."
"Infatti,se ti muovi a darmi l'indirizzo e il numero forse vengo.."
"Potevi anche chiedermelo..."
"Sto aspettando...."
"Via nazionale..n 10"
"Arrivo"
"Okay"
La ragazza senza accorgendosi di aver chiuso gli occhi si addormentò,il telefono era impazzito dai tanti messaggi che stava ricevendo così Stefania decise di suonare..
La ragazza salto giù dal letto e si precipitò nella porta aprendola tutta d'un fiato
"Ti avevo detto di non suonare"
Si lo so,ma non rispondevi."
"Eh..comunque mi fai entrare.?"
"Si scusa sono assonnata,entra."
"Dove la tua camera?"
Vai dritto nella stanza a destra.
"Okay"
La ragazza  ormai stanca si addormentò subito.Nel frattempo Matilde era in bagno che si stava lavando i denti e stava cercando di fare una forma hai suoi capelli che secondo lei erano sempre fuori posto...si affacciò con la testa a guardare cosa stava facendo la sua amica e vide che si era addormentata così spense la luce e andò a dormire insieme all'amica.
Non riusciva a dormire chissà se Marco mi pensa,chissà se dorme,chissà cosa starà facendo..un rumore interruppe i pensieri di Matilde svegliando l'amica che aprendo gli occhi domandò insicura:
"Cos'è stato questo rumore?"
"Niente..tranquilla,come va con Marco"?chiese Matilde..
"Ehm...non ci sentiamo da molto tempo..credo che ha un'altra."
"Davvero?"
"Bhe...si,se saprei chi è questa gli spezzerei le gambe.."
Matilde strinse i denti fortissimi.
"Certo hai ragione.."
"Comunque io adesso dormo"disse Stefania assonnata.
"Anch'io."
Stava quasi per addormentarsi ma la vibrazione del suo telefono gli fece tremare il cuore.
Era Marco..finalmente.
"Vai a guardare le stelle."
La ragazza va al piano di sopra in soffitta a guardare le stelle...
Il ragazzo gli scrive:"tutte le stelle brillano,tranne una."
Matilde rispose:"Forse perché quell'unica stella ha il cuore spezzato".
"Domani di va di andare al mare?"
"Si.."
"A domani..."
"A domani Matilde."
Matilde si addormentò felice dimenticandosi dell'amica nel piano di sotto.
Il giorno Dopo alle 7:30 come tutte le mattine ma madre di Matilde apri'le finestre e accende la luce per svegliarla ma si accorge che dal piumone arancione usciva una ciocca di capelli nera gli prese un colpo...così la svegliò ma subito dopo si accorse che non era sua figlia..
"Oddio e tu chi sei?"
"Salve,sono Stefania.."
"Dove è mia figlia?"
"Non saprei.."
Matildeeee gridò con tono incazzato la madre..
Arrivo mamma sono qui in soffitta..
Stefania capi' la situazione è se ne andò.."
"Marilde ti avevo detto di non frequentarla più a quella ragazza o mi sbaglio?"
"Si okay..pomeriggio esco."disse la ragazza dal bagno
"Tu signorina pomeriggio non vai in nessuno posto."
"Come dici tu.."
"Vai di sopra a studiare.."
Le ore passarono,era già pomeriggio così Matilde decise di uscire all'insaputa dei genitori..prese il giubbotto,le chiavi e le cuffiette..
Dopo un quarto d'ora la ragazza arrivò,si sedette sulla spiaggia e inviò un messaggio a Marco:"sono qui."
Marco era dietro di lei,ma voleva fargli uno scherzo così gli scrisse:"ho avuto un impegno,scusami non posso venire."
Ma vaffanculo va gridò alzandosi Matilde si mise per pochi secondi ad osservare il mare ma poi si girò per andarsene,ma quando si girò si trovò di fronte a Marco.
"Ehi."
"Sei uno stupido."
Era vicinissimo questa volta,più vicini della volta passata.Marco mise le sue grandi mani dietro il collo di Matilde e accarezzando le sue guance fredde e rossicce per il freddo gli diede un bacio,un semplice bacio a stampo.I due ragazzi si guardarono negli occhi e si misero a ridere..
"A chi arriva prima in quella casa vince"sussurrò vicino l'orecchio di Matilde,Marco.
Così la ragazza si sedette e lo guardo,lui la prese in braccio e la porto dentro quella casa vicino il mare.
Era tutto buio.
Sarà una casa disabitata disse Marco avvicinandosi a Matilde
"Si..ma io ho paura del buoi"
"Qui ci sono io."
I loro baci divennero sempre più appassionati e andarono un po' oltre che ad un semplice bacio,ma non molto oltre.
"Non ti scorderò mai"disse Matilde accarezzandogli il viso..
Inizio' a piovere,ci furono lampi,troni è tutto divenne ancora più buio del solito le goccioline cadevano sul vetro e su quel vetro un po' appannato scrissero del loro amore,un amore troppo folle per essere vero.Un amore troppo bello per finire.
Quella notte,guardarono le stelle insieme e per la prima volta tutte brillavano.
"Ho aggiustato il cuore di una stella"disse sorridendo Marco
"Hai aggiustato me." Rispose dolcemente la ragazza sfiorandogli una ciocca di capelli.
Erano lì,finalmente insieme.Matilde era appoggiata sul petto di Marco ad un certo punto squillò il telefono.
"Matilde..?"
"Ciao."
"Dove sei,ma soprattutto con chi sei ?"
"Non posso parlare adesso."
"Dai,ti prego."
"Scusami,devo andare.."
Marco si girò verso Matilde spostandogli la mano che stava accarezzando i suoi capelli.
"Chi era.?"
"Ehm...Stefania.."
"Cosa?"
"Scusami Marco io..."
"Tu?tu cosa?cioè ti senti la mia ex e non mi hai detto niente?e perlopiù vieni a letto con me?"
Marilde si alzò dal letto e lanciandogli un cuscino gli chiese :"Scusa,ma per chi mi stai prendendo?"
"Per quella che sei veramente."
Ci fu' un'attimo di silenzio che marco interruppe dicendo:
"Hai fatto una scommessa con Stefania?se riuscivo a stare con te?"
"Ma cosa dici Marco.?"
"Bhe...hai di nuovo rovinato tutto."
"Ah io?"
Matilde prese i suoi vestiti,si mise le scarpe e apri violentemente la porta.
Marco si mise appoggiavo davanti la porta "dove stai andando Matilde?"
"Vai a fanculo Marco."
Il telefono squillava di nuovo era Stefania
"Ci siamo conosciuti per caso,per sbaglio"
Disse Matilde appena rispose..
Quando lo visto la prima volta i miei occhi si sentirono umiliati di fronte a una bellezza mai vista in vita mia,come lui.
Che poi parlando seriamente non mi sono mai sentita all'altezza.

Pensavo potesse avere una ragazza più bella.
Una ragazza che non si faceva i film mentali.
Una ragazza che lo trattasse bene.

E guardandolo negli occhi gli dissi che non mi interessa più niente di lui e lui mi fece capire che io gli faccio schifo.
Quando eravamo insieme,era tutto così bello.

"Ma ti chi stai parlando?" Chiese preoccupata Stefania..
Ma Matilde continuo' a parlare come se niente fosse..
Anche guardarlo,senza fare niente era lo stesso bellissimo.
Avevo trovato la persona che mi accettava per quella che sono.
Lui mi accettava senza trucco.

Mi diceva che ero bellissima mentre piangevo.
Mi dedicava sempre canzoni.
Lui mi amava.

Sono troppo orgogliosa per dirgli che mi manca,mi manca da morire.

Perché io non sapevi restare e lui non  sapevo andarsene.
La ragazza prese fiato e disse l'ultima frase..
"Stavamo per fare l'amore,scusami Stefania."
La ragazza chiuse il telefono e non rispose più alle mille chiamate ricevute da Matilde,l'amica aveva  capito che quel ragazzo era Marco.
Ancora pioveva,pioveva forte e dopo un quarto d'ora la ragazza arrivo a casa.
"Matilde,odio sei davvero tu?" Disse il padre quasi piangendo.
"Si,sono io non mi vedi?"
La ragazza andò in camera sua e dopo pochi minuti gli arrivò un messaggio da parte di Stefania..
Matilde chiamò subito Marco ma lui non rispondeva così decide di mandargli un messaggio..
"Marco..."
Dopo pochi minuti Marco rispose..
"dimenticati di me."
La ragazza pianse tutta la notte è dalle forte lacrime perse quasi il respiro..
Il giorno dopo Matilde va dal padre con gli occhi arrossati dal pianto
Il padre Era in cucina che stava affettando le cipolle..
Lo ha fissato in silenzio.
"Papà", ha detto d'un tratto. "Ma l'amore può finire?" e nel frattempo gli cadde una lacrima
pensandoci  un attimo prima di rispondere il padre disse
"L'amore non finisce,sono le persone che cambiano."
"Le persone?", ha detto.
"Matilde" ha detto, "anche gli adulti crescono, sai? Tu adesso sei una bambina grande, 17 anni  fa eri una bambina piccola. Funziona un pochino così anche per le mamme e i papà. Io quando ho conosciuto la mamma ero una persona diversa, lo era anche lei. L'importante, quando due persone si amano, è riuscire a cambiare insieme o rispettare i cambiamenti dell'altro. I genitori, con i propri figli, fanno proprio quella cosa lì, invece fra loro certe volte non ci riescono. E' per quello che l'amore per i figli è l'unico che non finisce mai mai."
"Ma tu" disse Matilde, "quando hai incontrato la mamma, come hai fatto a sapere che era la mamma?"
"Non ho capito", disse il padre
"Come hai fatto a capire che volevi amarla?", disse Matilde
"Ah, quello... L'ho capito dopo circa dieci minuti."
"E da cosa?", disse Matilde
"Quando ci siamo incontrati la prima volta, si è sollevata i capelli dietro la nuca, sopra la testa, e si è fatta uno chignon senza neanche un elastico, solo annodandoli", rispose il padre
"E allora?",
"E allora lì ho capito che lei aveva disperatamente bisogno di un elastico E io dei suoi capelli."
"E tu ce l'avevi, l'elastico?" Disse Matilde
"No", rispose "ma quando la mamma lo ha scoperto ormai mi voleva già bene."
"Papà!", "ma allora l'hai imbrogliata."
"Forse un pochino ma il punto è che la mamma è stata la prima che mi abbia mai fatto venire voglia di cercare un elastico, capisci che intendo?"
Matilde guardando il padre per qualche secondo gli disse
"Tieni papà", sfilandosi l'elastico che le teneva su i capelli. "Così tu e la mamma non vi lasciate."
Lei sorrise,il padre per fortuna stava affettando le cipolle.
Matilde quella notte appena tornò in camera sua scrisse una frase su un foglio stracciato..
"Prendimi la mano e portami lontano"
Si addormentò con quel foglio al suo fianco come per dire..Marco con una semplice frase io mi ricordo di te,mi ricordo dei nostri momenti,di quel che eravamo è che ora non siamo più.
Marco quella sera non riusciva a dormire,perché il suo pensiero era sempre fisso a lei.
La ragazza si alzò dal letto e si accorse che pioveva così appoggio la sua testa sul vetro e guardava le goccioline che facevano le gare..
Alla ragazza cadde una lacrima..

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⏰ Ultimo aggiornamento: Feb 03, 2016 ⏰

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