SENZA LE MANDORLE IN SOGNO

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é un'altra notte, che si sussegue ancora, stracolma del tuo sogno. come ogni notte questo è cominciato  dal principio, anche se diverso per ognuna d'esse.
dapprima non ricordavo nemmeno il tuo Volto.
ho cominciato poi a delinearne la presenza, la stessa vaghezza.
ogni notte diversamente si è ampliato.
in sogno t'ho Sognata e non Volevo.
nemmeno comprendevo che fossi tu all'inizio.
abbiamo vissuto ogni notte una vita, come se per ognuna di quelle ore notturne avremmo avuto un
giorno insieme, di qualunque genere.
ho come l'impressione che in quelle oniriche compresenze io e te non avessimo avversione l'un l'altro.
Semplicemente eravamo, e lo fummo insieme.
avevo problemi a distinguerti perfettamente, il tuo volto mi compariva addosso all'improvviso, come a dimostrarmi le possibilità d'un noi che non sarebbe mai avvenuto, nemmeno nel suo epilogo più dolce, ch'assaporai più d'una notte.
quando il tuo volto era nascosto sapevo comunque che eri tu, il tuo sguardo triste, il tuo cipiglio accigliato ed indagatore erano lì, oltre la cortina della non conoscenza, oltre...
vi è un problema in questa dissertazione però, ed è ovvio, intrinseco, giace proprio alla sua stessa base, è il fatto che la scrivo, che aggiungo una parola dopo l'altra sul foglio: io non parlo con te, ma di te nel sogno, e questo non lo saprai mai, e questo perché io e te non siamo: non siamo mai stati e mai saremo.
questa è colpa mia, o colpa tua, o d'entrambi, cosa importa ormai?

Il tuo guscio di mandorla è realmente Intatto, sperduto tra i ghiacci che sono cresciuti tra noi e che abbiamo accresciuto, alimentato e a cui abbiamo ceduto.

eppure quella visione era così dolce, piena, palpitante di vita, esaustiva del mio vedere noi, insieme, che non mi sento di abbandonarla così senza pensarci ancora, senza lasciarne una pallida memoria o forse un lamento rabbioso.
un Memento.
un ricordo che stona con altre parole di te che ho scritto.

ti ho lasciata su altre spiagge e lidi, strade vecchie ed incomprese, devo però chiedermi perché ti sogno e perché comunque il tuo sguardo triste e accigliato appartiene al mio Io più profondo.
Tutto fu solo un sogno.
Un sogno di molti giorni.
Pur sempre un onirico addio d'impotenza.

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