MAI SCHIUSI

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Vorrei piangere. e chiudermi in me stesso.
affossarmi nel sogno.
dipingere i fogli del mio inconscio di noi. di te.
vorrei accarezzarti il viso, lisciare la pelle delle tue guance, lasciar sorgere il sorriso, scorgere che è solo mio, che mi appartiene, che l'hai dato a me solo: universalmente.

abbracciata, allacciata ad un altro corpo, silenziosa, in un affetto che non mi appartiene, che è vostro e non nostro.
la comunione d'un caffè forte, nero e scuro, obliquo nel mio sguardo, duro nella sua dolcezza: non mio.
come si può invidiare il sapore d'un bicchiere che scorre tra le labbra, che appartiene alla tua lingua,
che viene assaporato dalla tua bocca.
eppure rinascerei immobile ed inutile, solo per finire tra i tuoi denti, tra le tue mani, tra le tue dita...
sarei così vicino ai tuoi occhi, alla tua mente, sicuro in quell'attimo, in quei pochi secondi di noi, che i tuoi pensieri sono solo per me.
mi farei anche chicco, verde e poi tostato, per sostare sulle tue papille, per morire vicino al tuo cervello, per abbandonarmi inerme nel tuo corpo, senza chiedere ancora, ma morire senza macchia, se non sulle tue labbra scheggiate di panna e zucchero e caffeina.

cosa avrei guadagnato in queste vite, in queste metempsicosi simultanee e senza importanza se non quel tocco, quel tuo bacio, quei tuoi baci persi nel tempo, nei giorni, nelle lune calanti, negli amori piangenti.
sarei così, senza vampiri, tra i ghiacci a gelare la mia pelle, a battere i denti per il freddo, che però ho dentro, mentre il mio sangue gela le mie articolazioni e mi lascia supino nella neve, a sognare in eterno i fiori delle mandorle mai schiusi.

MANDORLEDove le storie prendono vita. Scoprilo ora