3. Bacio

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Ciaooo bella gente :))
Mettete la stellina se la storia vi piace ancora. Questo capitolo è molto importante e sarà dal punto di vista di Gabriele. È lui quello che ha bisogno di capire i suoi sentimenti e finalmente ci sarà il BACIO.
Buona lettura e un bacio a tutte!



GABRIELE:

Le nostre labbra erano troppo vicine. E la cosa, stranamente, non mi dava per nulla fastidio. Andreas continuava a fissarmi e sorrideva. Tutti insieme, noi ballerini, cominciammo a improvvisare e a ballare. Io mi lasciai trasportare dalla musica di sottofondo e accarezzai il braccio di lui. Più la canzone andava avanti più mi lasciavo andare. Sentivo le mani di Andreas, morbide e delicate, che mi toccavano ...

« Basta così ragazzi » ci interruppe Veronica e fu come risvegliarsi di colpo da un bellissimo sogno.
« Ora facciamo un'altra cosa: entrerete a contatto due a due. »
Allora sistemò Paolo con Alessio, Michele con suo marito Fabrizio e me con Andreas.
« Guardatevi intensamente negli occhi e cercate di creare un contatto » ci diede istruzioni. Poi prese la mia mano e la unì a quella di Andreas. I suoi occhi scuri erano profondi e intensi, dolci e allo stesso tempo maliziosi come lui, meravigliosi senza dubbio. Come avevo fatto a non notarli prima di allora? Mi sentivo confuso ma allo stesso tempo mi sentivo bene. Istintivamente lo abbracciai. Lo abbracciato mille volte in quei mesi ma quella volta, proprio quella, fu diverso.
Dopo il contatto che avevamo creato arrivò Fabrizio che ci separò e iniziò a spingere Andreas lontano da me. Quella separazione improvvisa mi distrusse e mi venne da piangere. Perché mi sentivo così bisognoso di Andreas? Perché desideravo Andreas? Mi avvicinai a poco a poco a lui e lo afferrai per il polso. Volevo un contatto più netto. Volevo un vero contatto. Volevo un bacio. Da lui. Quello strano desiderio mi scombussolò, Veronica ci fece correre in cerchio e, dopo questo turbine di emozioni, scoppiai a piangere e, ancora confuso, uscì dalla stanza di corsa.



« Gabriele mi vuoi aprire la porta? » sbottò Lele scocciato. Lo avevo lasciato fuori dalla nostra camera per più di mezz'ora e lui era arrabbiatissimo.

« Arrivo » mi decisi. Quando gli aprì la porta e Lele vide i miei occhi rossi per il pianto la sua rabbia sparì sostituita da una grande preoccupazione

« Cosa ti è successo Gabri? »

« Non puoi nemmeno immaginartelo. »

« Prova a spiegarmelo allora. »

« Abbiamo fatto una lezione particolare con la Peparini. È stata come una seduta psicologica. Guardavo Andreas e provavo cose strane. »

« Cosa provavi per Andreas? » domandò cercando di capire.

Sospirai. Ero tanto stanco che non riuscivo nemmeno a inventare una bugia. Così optai per la verità: « Volevo baciarlo. »

Lele rimase a bocca aperta e ci mise un poco a rispondere. « Amico mio sei troppo stanco, sei a pezzi, hai gli occhi distrutti. Ora dormi e domani mattina ne riparliamo. »



Sì avevo sonno ma non riuscivo a dormire. Continuavo a pensare ad Andreas. Non potevo desiderare di baciarlo. Io ero etero, era sempre stato con delle ragazze. Come poteva piacermi un maschio adesso? Certo Andreas non era un maschio qualunque, lui era speciale e avevamo un rapporto molto particolare io e lui.

« Lele sei sveglio? »
Quando sentì russare capì che il mio amico si era già addormentato. Decisi di farmi una passeggiata. Era mezzanotte e tutti gli altri stavano già dormendo. Presi l'ascensore e arrivai in soffitta, uscì fuori, sopra il terrazzo, per godermi il panorama e per rilassarmi. Roma di notte era ancora più bella.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Feb 07, 2016 ⏰

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