Prologo

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Ancora non ne capiva il perché, ma la sua vita era cambiata.

Dopo la morte inaspettata di sua madre tutto era cambiato.

Nulla era come prima. Suo padre era diventato super suscettibile e isterico, e il fratello non aveva parlato per un mese intero. E lei?

Lei. Lei si sentiva strana, come se una parte di sé fosse andata con la madre.

La sua vita era vuota.

Nera, grigia.

Non aveva più colori.

In fondo, era la sua mamma a dare colore alla sua vita.

Sua madre era tutto per lei.

Quando morì, doveva ancora compiere 20 anni e tutto le sembrava confuso e distorto.

Non ci voleva credere.

Soprattutto per il fatto che si era tolta la vita.

Nessuno ne capiva il motivo visto che aveva una vita felice senza stress o cose varie. Ma era successo.

Sua madre si era suicidata.

Era febbraio, Elisabeth non voleva ricordare il giorno, nessuno era a casa e si maledisse sempre per questo, perché avrebbe voluto esserci, avrebbe voluto impedirgli di uccidersi.

Suo padre era a lavoro, come sempre del resto, suo fratello a una partita di calcio e lei era fuori con Hanna una delle sue migliori amiche.

La madre fu trovata da suo fratello James quando tornò a casa.

Lui chiamò subito i soccorsi, ma per lei era già troppo tardi.

Era già morta.

Quando informarono Elisabeth per poco, non svenne. Non pensò neanche per un secondo che fosse uno scherzo, perché la voce di James era così ferma e calma che capì che non la stava prendendo in giro.

Se non ci fosse stata la sua amica Hanna a sostenerla in quel momento anche lei si sarebbe tolta la vita. Sarebbe bastata una corda, un coltello, un pezzo di vetro, una pistola o come per sua madre degli antidolorifici. Ne aveva ingerita una quantità enorme, tanto che anche un elefante sarebbe morto con una dose del genere.

Al funerale non c'erano molte persone ed era meglio così.

Il padre tenne il discordo durante la messa, mentre Elisabeth, era accoccolata addosso a James e piangeva senza ritegno.

Che avrebbe fatto senza la sua adorata mamma? Che avrebbe fatto senza la donna che le aveva dato la vita?

Il nulla si era impadronito di lei.

Sapeva che doveva a tutti i costi riuscire ad andare avanti, ma non ci riusciva.

Ogni giorno si sforzava di non pensarci, di vivere come se non fosse successo niente.

Non era possibile.

Ogni volta che tornava a casa e si accorgeva che sua madre non c'era, era terribile. Non riusciva più a sopportarlo.

Suo padre si era dato al lavoro, dicendo che doveva fare gli straordinari per mandare avanti la famiglia ora che la mamma non c'era più, ma sia lei che suo fratello sapevano che non era vero.

Lo faceva per non ricordare il dolore, nasconderlo in un angolo del suo cervello. Perché è questo che la gente fa, nasconde i propri problemi dietro al lavoro o alla scuola o a qualsiasi cosa li tenga la mente impegnata.

Elisabeth non ne era capace.

Qualcosa le diceva che se avesse voluto passare quel momento doveva affrontarlo a testa alta superando il dolore.

Le ci volle un po', ma alla fine ci riuscì.

Superò il dolore.

E tornò quella di prima. Tornò se stessa.

Ma senza una madre. Senza un pezzo di sé.

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