Mi stavo ancora cambiando quando Hanna suonò al campanello di casa. Quel giorno, il 13 Settembre per la precisione, compievo finalmente 20 anni e la mia migliore amica voleva portarmi fuori per festeggiare.Erano passati 8 mesi orami dalla morte di mia madre e per una sera Hanna mi aveva convinto a uscire ed ad essere una ragazza della mia età, senza problemi, spensierata. Ci aveva messo quasi un mese per convincermi, ma per la prima volta da quando la mia mamma non c'era più, volevo essere lì a godermi ed affrontare quella serata.
Feci entrare Hanna che continuava a suonare il campanello impaziente.
Quando oltrepassò la soglia di casa, rimasi davvero sbalordita da quanto la mia amica fosse bella: aveva una maglia senza maniche con miliardi di strass luccicanti e una minigonna nera in pelle e tremendamente corta che le valorizzava le gambe magre. Aveva poi piastrato i capelli scuri in modo che formassero dei boccoli uniformi che le ricadevano giù accarezzandole la schiena.<< Ti prego Elisabeth fatti sistemare quel vestito!>> strillò Hanna venendomi in contro, lei era davvero brava in queste cose e aveva molta pazienza con me che invece ero parecchio impacciata.
Ci mise quasi un'ora, ma quando mi specchiai per costrizione della mia amica rimasi senza parole. Era davvero tanto tempo che non mi guardavo allo specchio in modo serio, lo facevo giusto prima di uscire per controllare di non avere il trucco sbavato dalle lacrime, ma non più di 5 secondi per volta.
Mi guardai quindi prima di sottecchi come facevo di solito e poi con più convinzione perché non mi riconoscevo in quel riflesso. Mi vedevo magra più del solito (ed ero dimagrita parecchio negli ultimi mesi), portavo dei tacchi di camoscio nero e indossavo il regalo di Hanna: un vestito nero con dei motivi dorati, con le maniche di pizzo nero, che mi arrivava molto sopra al ginocchio, ma Hanna mi assicurò che stavo benissimo e per la prima volta dopo mesi mi sentivo bella. Il trucco realizzato dalla mia amica consisteva invece in un po' di ombretto e matita oltre a del fondotinta e del blush che rendeva le mie guance rosa e mi toglieva l'aspetto cadaverico che ero abituata a vedere nel mio riflesso. I capelli corti erano stati piastrati e ora dei piccoli boccoli mi ricadevano leggeri sulle guance.Andammo con la macchina di Hanna al locale, uno vicino al centro che secondo lei era perfetto per festeggiare.
Entrando mi accorsi che era davvero pieno di gente e dovemmo farci largo tra la folla per riuscire ad arrivare al bancone e ordinare due drink. Il barista dopo aver preso le nostre ordinazioni ci sorrise e iniziò a miscelare i vari liquidi colorati.
Tempo 10 minuti e un ragazzo decisamente carino si avvicinò a noi offredoci da bere, vidi subito però che era interessato ad Hanna e se ne accorse anche lei. La guardai e le feci l'occhiolino come segno di incoraggiamento, era la mia serata, ma doveva divertrsi anche lei. Dopo poco infatti lui le chiese di ballare e la costrinsi ad accettare.
Vedendo che ero rimasta sola il barista di prima mi offrì un drink che accettai molto volentieri, che avevo da perdere? Dopotutto era la mia serata.Il bruciore alla gola che mi provocò il primo shottino alla vodka fu così inebriante che ne chiesi subito un altro e fu così che iniziai a bere.
Ero lì seduta al bar quando finalmente qualcuno si accrose di me, Gabriel un ragazzo che conoscevo perchè avevamo frequentato la stessa scuola molti anni prima, mi stava fissava sorridendo come per chiedermi di raggiungerlo. Ero attratta da lui, ma sapevo anche la fama che aveva: portarsi a letto le ragazze era il suo sport preferito. I suoi occhi nocciola mi fissavano intensamente richiamandomi a lui, era di certo uno dei ragazzi più belli che avessi visto con quei capelli biondi spettinati e quel corpo scolpito tanto che si potevano intravedere gli addominali da sotto la maglietta nera.
Non aveva mai provato un vero interesse per me fino a quella sera, ma in quel momento ero troppo brilla per rendermene contro e fare pensieri più lucidi sulla situazione, senza tutto quell'alcol in corpo non mi sarei mai avvicinata a lui. Andai lì, in preda a chissà quale raptus omicida.<<Elisabeth, questa sera sei davvero splendida>> mi sussurrò Gabriel non appena lo raggiunsi, mi stupii subito del fatto che si ricordasse di me dato che prima di allora non mi aveva mai nemmeno guardata.
<< Ti ringrazio >> mormorai di rimando nel suo orecchio. <<Prego... >> mi disse lui sfiorandomi appena con le labbra il collo, rabbrividii al suo tocco così delicato. <<Ti va di ballare?>> lo chiese in un modo così dolce ed innocente che, ubriaca com'ero, non mi accorsi del suo sguardo, di quel luccichio meschino nei suoi occhi ed annuii. Posò il bicchiere che aveva in mano e prendendomi per i fianchi mi condusse in mezzo alla folla.
"Voglio, anzi devo baciarla" quella voce, sembrava così familiare che guardai dritto verso Gabriel era così chiara e nitida.
<<Hai detto qualcosa?>> chiesi al ragazzo che intanto aveva iniziato a ballarmi attorno e a strusciarsi in modo molto provocante su di me. <<No>> mi rispose lui semplicemente.
Mi sarò immaginata tutto pensai, continuando a ballare travolta dalla musica che mi trasportava con il suo ritmo incalzante senza rendermi davvero conto di ciò che stavo facendo.
"Non posso aspettare ancora molto, la voglio troppo" ancora quella voce in testa, ma stavolta ero sicura che non fosse Gabriel a parlare perché gli stavo fissando la bocca. Non capisco cosa mi stia accadendo, pensai preoccupata.
"Credo che andrò a bere qualcosa."
"Non ci credo che brutte scarpe ha quella."
"Voglio un altro bicchiere!"
"Carino il barista, continua a sorridermi"
Oltre a quella voce se ne aggiunsero altre, tutte assieme e non capivo a chi appartenessero, erano così confuse. Iniziai davvero a spaventarmi e a pensare di essere più ubriaca di quanto non credessi.
Gabriel mi si avvicino e mi baciò senza esitazione e stordita ricambiai. Iniziò a stringermi con sempre più foga, come un burattino nelle mani del suo burattinaio facevo tutto ciò che lui mi chiedeva fino a quando mi prese per mano con forza. Mi trascinò in un posticino più appartato e al buio in un angolino del locale, iniziando a baciarmi come mai nessuno aveva fatto.
"Ancora, ancora..."
"Basta voci...basta voci..." pensai esasperata, quelle voci, le persone nel locale, mi stavano facendo impazzire. Mi ritrassi improvvisamente, mi stava scoppiando la testa e finalmente iniziavo a capire cosa voleva Gabriel da me.
"Perché si è fermata?" << Mi sa che ho bevuto troppo questa sera >> dissi pensando che mi sarei pentita per tutta la vita se avessi continuato a fare ciò che Gabriel voleva da me.
Guardai l'ora nel display del cellulare. Era davvero tardissimo quasi le 03.00 del mattino, non ero mai stata fuori tanto al lungo o per lo meno non dalla morte di mia madre. << Scusa, devo andare >> salutai Gabriel talmente in fretta che lui non riuscì nemmeno a fermarmi ed andai in cerca di Hanna.
"Ho voglia di bere ancora..."
"inizia a farsi tardi, forse è meglio che chiami un taxi per farmi portare a casa"...
Le voci nella mai testa non smettevano più ed ero esausta.Trovai Hanna in compagnia dello stesso ragazzo di prima, ma appena mi vide mi accompagnò subito fuori all'aria aperta, dove la brezza serale di metà settembre mi colpì, avevo un tremendo bisogno di vomitare.
<< Tesoro, sei...sembri...quanto ha bevuto? >> mi chiese, la sua voce era severa, ma allo stesso tempo preoccupata. << Ho mal di testa Hanna, sento delle voci.. >> riusci a farfugliare.
"Caspita deve aver proprio bevuto molto."
<< Non pensare ti prego...mi fai scoppiare la testa >> mi sembrava infatti di avere grossi spilli all'interno del cervello che continuavano a conficcarsi sempre negli stessi punti, il dolore era davvero insopportabile. Era sicuramente colpa di tutto quell'alcol.<< Ehi, ehi, è tutto okay. Adesso mandi un messaggio a tuo fratello e gli dici che vieni a dormire da me. Non ti lascio andare a casa in queste condizioni.>> mi tranquillizzò Hanna, accarezzandomi le guance mentre iniziavo a lacrimare dal dolore.
Annui, poi feci quello che mi aveva detto la mia migliore amica sperando che il mal di testa se ne andasse presto.Mai più alcol! pensai subito.
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Dangerous Thoughts (Change)
ParanormalNella vita di ognuno di noi, tutto può cambiare da un istante all'altro. Un giorno sei felice e nell'altro ti trovi nel più profondo della disperazione. Sopravvivere, lottare e rinascere sono i cicli della vita, per non mollare mai e sperare in un g...