Nuova Luce.

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Era abbastanza freddo, lì fuori, ma Eren non se ne curò più di tanto. Perchè? Bhe, era arrivato quel momento tanto atteso... dopo giorni, settimane e mesi, forse addirittura anni, che aspettava. Il suo animo poteva dirsi finalmente lasciato libero da quella morsa di cui era, ormai, quasi inconsapevole. Si era reso conto di aver vissuto in un buio troppo grande per lui, solo adesso. Non aveva mai, mai, pensato che fosse possibile estinguere l' oscurità con una risata, uno sguardo, una stretta di mano. E fu anche quello, il motivo per cui era più felice di quello che avrebbe dovuto. Aveva viaggiato tanti anni in una solitudine incomparabile, scoprendo solo alla fine e tutto insieme, il piacere dell' amore. Ed era, per la prima volta, grato a se stesso. Grato per non essersi mai aspettato troppo, grato per esser sempre rimasto fedele alle proprie idee, grato dell' opportunità che era riuscito a cogliere, quasi alla cieca; ma soprattutto era grato a se stesso per aver aspettato. Perchè era proprio il tempo a governare ogni vita. Era lui a tirarci brutti scherzi, era lui a rendere reali i nostri sogni più grandi, era lui a gestire la vita di ogni persona. Dalla routine quotidiana, alle pazzie più grandi, come prendere un aereo per il Continente più lontano, senza esitare. Si può dire che, l' unica cosa a poter vincere contro il tempo, siamo proprio noi, persone. E mentre Eren pensava a tutto ciò, piangeva. Semplicemente piangeva. Guardando l' orizzone, piangeva in silenzio. Era finalmente la fine. La fine di ogni paura, di ogni dubbio, di ogni lacrima solitaria. Perchè; infatti, non era l' unico a lasciar andare, dopo tanto, o forse troppo, tempo, i propri sentimenti. Insieme a lui c' era la sua salvezza. E piangevano. Uno accanto all' altro, ognuno nei propri pensieri. Avrebbero dovuto saltare, ridere, godersi quella pace interiore. Però, semplicemente, non potevano. Non che non volessero. Non potevano e basta lasciare tutto quello che c' era stato prima di quel momento. Erano stati per troppo tempo il riflesso della loro ombra, non potevano tornare ad essere anima, corpo, in un secondo. Dovevano solo essere quelli che erano stati, quelli di cui si erano, reciprocamente, innamorati. Dovevano fare il loro primo passo verso il nulla, insieme. Non c' era più solo Eren. Non c' era più solo Levi. C' erano Eren e Levi, Levi e Eren. Liberi da ogni possibile male.
E lì, in quella spiaggia fredda e deserta, nei primi di Settembre, erano pronti per essere una cosa sola; tutti e due con le lacrime salate che solcavano i loro volti, tutti e due che fecero, mano nella mano, il primo passo verso la luce, rapido, e indolore; ma soprattutto: insieme.

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