Perdere te

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Lo guardai negli occhi, ma l'unica cosa che vidi fu un alone di morte. E allora mi chiesi come fosse possibile, mi chiesi come fosse accaduto. Aveva davvero sofferto così tanto? Aveva davvero pianto così tante lacrime? Aveva davvero consumato in questo modo la sua anima? Quegli occhi, prima tanto vivaci, pieni di emozioni. Quegli occhi... quando li aveva persi? Quando lui si era perso? Dov'era andato a finire?

"Levi, quando la finirai di guardarmi così?"
"Così come, moccioso?"
"Come se stessi cadendo a pezzi."

E avevo smesso, non lo avevo più guardato in quel modo. Avevo smesso di osservarlo costantemente. Avevo sbagliato? Avevo sbagliato ad ignorare le occhiaie sempre più scure, i suoi sorrisi sempre più rari? Quand'era che aveva definitivamente terminato di sorridere?

"Oi moccioso, a cosa pensi?"
Ci mise più del solito a rispondere. Lo sguardo ancora perso, gli angoli della bocca testardamente tirati all'ingiù.
"Levi, quando smetterremo?"
"Smetteremo di fare cosa?"
Questa volta si girò a guardarlo, gli occhi sofferenti, una lacrima che cadeva solitaria.
"Quando smetteremo di ignorare che la fine è dietro l'angolo, che ormai non c'è più niente da fare, che i morti non torneranno miracolosamente in vita?"

Quand'era che aveva smesso di sperare? La speranza non era forse l'ultima a morire, l'ultima ancora dentro il vaso di Pandora? Cosa gli era rimasto, dopo la speranza? Dolore, follia, disperazione?

"Capitano, Jean era così triste quando Marco è morto."
Una faccia confusa.
"Marco?"
Un accenno di sorriso nello sguardo, gli occhi rivolti verso il passato, un'espressione quasi sognante.
"Era un nostro compagno nel centroquattresimo corpo d'addestramento. Era un buon amico."
Il mezzo sorriso ormai sparito.
"Capitano, cosa succede quando una persona muore?"
"Non dire cazzate, moccioso, non sono un dio, non sono un credente. Sono un dannato essere umano. Non so cosa ci aspetta."
"No, non intendevo cosa succede a chi se ne va, ma a chi rimane. Cosa succede dopo che la tua speranza si spegne?"
Uno sbuffo seccato. Un paio di mani strette in un altro. Un gesto quasi rassicurante.
"Disperazione, immagino"
"Ma Capitano, disperarsi, non è forse come sperare silenziosamente che qualcosa migliori?"
Silenzio, uno sguardo vitreo.

È stato allora, che sei diventato così vuoto? È stato allora, che ti ho perso? Ti ho forse persò lì, in mezzo a quelle cazzate che sparavi? Ti ho perso mentre ti opprimevi in silenzio? È stato quando hai smesso di guardarmi pieno di aspettative? È stato forse quando hai deciso che non poteva andare avanti così?

"Levi, cosa faresti se io morissi?"
Uno sguardo infastidito.
"Non succederà, hai la pelle dura di un mostro, non morirai così facilmente."
Non dissi 'Non lo permetterò'. Avrebbe significato troppe promesse non dette. Troppe promesse che non avremmo potuto mantenere. Lo sapevo io, lo sapevamo entrambi.
Qualche minuto di silenzio.
Poi un'altra domanda.
"Capitano... cosa farei se tu morissi?"
Non dissi 'Non morirò', sarebbe stata una bugia.
Mi limitai a lasciargli un bacio a fior di labbra.

Quand'è che hai iniziato a sovrapporre la figura del mostro alla persona? Quand'è che hai smesso di vederti umano?

"Capitano, lei mi ucciderà, vero?"

Quand'è stato che la tua mano è scivolata via dalla mia?

"Mi dispiace."
Un rumore di passi che corrono via.
Nessun inseguitore che cerca di raggiungerli.

Quand'è che mi hai reso così cosciente della tua esistenza, del tuo calore? È stato quando non hai accettato un "no" come risposta? È stato quando hai iniziato a capirmi come se fossi un fottuto libro aperto?

"Moccioso, levati dalle palle."
Un sorriso ironico. Uno sguardo divertito.
"Non posso, mi dispiace signore."
Degli occhi di ghiaccio.
"Osi disubbedire ad un ordine?"
Un altro sguardo divertito.
"Quello non era un ordine, signore. Temo che fosse un "perfavore" molto brusco".
Uno schiocco di lingua contrariato.
"Non dire cose che non sai, e lasciami in pace, moccioso."
"Mi perdoni, ma non posso farlo."
Un sopracciglio inarcato.
"E potrei sapere il motivo di questa convinzione?"
Uno sguardo scettico e tagliente.
"Perchè sennò rimarrebbe da solo, e se lei rimanesse da solo, poi come potrà continuare a alzarsi dal letto la mattina dopo?"
Una risata apatica e uno sguardo divertito.
"Non dire cazzate, moccioso."
Uno sguardo inespressivo.
"Allora non le dica neanche lei."

E ora sei tu ad essere rimasto solo.
Quindi, perchè non mi lasci guardarti negli occhi un'ultima volta? Perchè, adesso siamo entrambi ad essere soli?

"Non mi lasci, Capitano"

Eppure sei stato proprio tu, ad essertene andato.

 

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