A Claudia,
grazie per avermi convinta a prendere tra le mani il coraggio e ributtarmi nella vita di Jude.
Cammino per le strade della città come se fossi un automa.
Mi guardo intorno furtiva sperando di essere meno visibile possibile.
Non voglio che la gente mi riconosca perché vedo gli occhi pieni di pietà con cui mi guardano tutte le volte che mi incrociano.
Avvolgo di più la tua sciarpa intorno al collo e calco il tuo cappello sulla fronte più che posso.
Sanno ancora del tuo ammorbidente preferito, che mi ostino ancora ad usare anche se ti ho sempre detto che non mi è mai piaciuto.
Ti vedo in ogni angolo, davanti a ogni negozio, ti vedo nelle persone che noto di sfuggita.
Non riesco più a vivere.
È come se mi avessero strappato la parte migliore di me.
Sono ostile verso tutti, non voglio che mi si avvicinano.
Odio chiunque accenni al "dovresti voltare pagina".
Tu non sei una pagina.
Tu sei tutto il libro.
Senza te non sono niente.
Mi annullo completamente.
Il dolore mi tormenta.
Il dolore della tua assenza mi lacera.
Ho pensato spesso di raggiungerti, ma sono troppo codarda, troppo,per perdere tutto e fare un salto nel vuoto.
Non mi resta altro che tornare a casa.
La Nostra casa.
Che però ora non è più mia.
Non ce la faccio a far sparire tutti i tuoi oggetti. Sarebbe come accettare che sei una cosa vecchia, una cosa da relegare in uno scatolone in soffitta.
Non posso permetterlo.
Tutto quello che mi circonda è intriso di te.
L'orribile quadro appeso all'entrata ne è la prova. Lo odiavo, quei colori mescolati in un vortice di pazzia mi mandavano al manicomio. Ma tu eri stato fermo sulle tue idee.
Lo adorerai, avevi detto.
E ora lo trovo li ogni volta che, tornando a casa, apro la porta di ingresso.
Come a darmi quel "Bentornata Jude!" che non sentirò mai più provenire dalla cucina insieme al rumore di pentole.
