All I want for Christmas is you

1.2K 60 59
                                    

Il Natale. Il Natale è la festa delle feste. Il Natale per Harry è il giorno più bello dell'anno. Gli piace tutto del Natale. Gli piacciono le luci colorate sparse per la città, gli piacciono le vetrine dei negozi addobbate, gli piacciono i mercatini nel centro delle piazze, gli piace il freddo che gli punge la pelle. E queste, sono solo una piccola parte delle cose che adora di questa festa. Probabilmente se si mettesse ad elencarle tutte, finirebbe a capodanno.
Per Harry il periodo natalizio inizia il primo di Dicembre. Ogni anno, il primo di Dicembre, Harry esce da solo dalla sua calda casa, verso sera, per fare il cosiddetto "Giro delle luci". Il Giro delle luci è una sua tradizione che consiste nell'andare in giro per tutta la città alla ricerca di tutte le illuminarie natalizie più belle (in effetti era piuttosto facile da intuire dal nome). Quando le trova, le fotografa e le aggiunge alla sua collezione (sì, Harry ha una collezione di illuminarie natalizie). Questa tradizione l'ha inventata lui quando era molto piccolo, circa all'età di cinque o sei anni, e da allora non ha mai saltato un anno.

Il piccolo Harry dagli occhioni verdi e due appariscenti fossette, era su di giri la mattina del primo Dicembre di circa quindici anni fa e faceva fatica a stare zitto durante le lezioni della maestra. A lui piaceva andare a scuola alle elementari e stava sempre attento ma il primo di Dicembre, di tanti anni fa, non riusciva proprio a tranquillizzarsi. La maestra quel giorno, quando la mamma lo andò a prendere il pomeriggio dopo scuola, si lamentò con Anne e le consigliò vivamente di preparare una camomilla per il figlio. Quando la madre preoccupata chiese allora spiegazioni al figlio, Harry iniziò a saltellare e parlare tantissimo riguardo a Babbo Natale e presepi. Anne, la madre di Harry, lo ascoltò per un po', lo sopportò per tutto il tardo pomeriggio ma, quando si avvicinò l'ora di sera, esasperata dal figlio diventato tutt'un tratto iperattivo, decise di portarlo a fare un giro. Uscirono e quando il piccolo Harry vide le appariscenti luci di una piazza, si zittì. Ecco da dove nasce il Giro delle luci.

Con il passare del tempo Harry crebbe ma non abbandonò mai questa sua abitudine. Con il passare degli anni iniziò ad andare da solo in giro ed il primo Dicembre diventò il giorno del 'rifletto sul senso della vita mentre faccio il Giro delle luci'. Harry quando camminava per strada da solo cadeva sempre in lunghi e complessi monologhi mentali, ma non essendo molte, le volte in cui girava da solo, la maggior parte si concentravano proprio in quel giorno, il primo di Dicembre.

Perciò ora ne stava giusto intraprendendo uno riguardante i termosifoni. Harry è molto bravo nel ragionare su cose a dir poco insensate.
I termosifoni hanno una forma strana, sono bianchi e del tutto inutili durante l'estate. Si chiese il perchè della forma, ma non arrivando a nessuna conclusione, decise che più tardi avrebbe cercato su internet. Si chiese il perchè della scelta del colore bianco (esistono termosifoni arcobaleno?), per poi ricordarsi che nella sua scuola sono di colore grigio topo morto come le pareti, perciò i termosifoni possono essere colorati. Infine decise che nell'estate a venire, non avrebbe ignorato il termosifone in camera sua per non farlo sentire inutile. Forse Harry necessita di una visita dallo psicologo.

Appena vede delle luci blu formare delle stelle su un balcone, si blocca di scatto intento ad accendere la macchina fotografica. Il tempo di mettere a fuoco, che qualcuno gli sbatte contro la schiena e rischia di fargli perdere l'equilibrio. La mente di Harry crea già l'immagine della sua amata Rolex in frantumi sullo squallido marciapiede con lui accanto a frignare.
Si volta immediatamente avvolgendo le braccia attorno alla sua macchina fotografica ancora intera e con fare protettivo, se la tiene stretta al petto. Gli si para davanti la figura di un ragazzo dal corpo longilineo ma leggermente più basso di lui. Sta fissando il suo cellulare e solamente quando Harry tossicchia sommessamente, il ragazzo alza il volto, accorgendosi della sua presenza.
"Per Giove" si ritrova ad imprecare mentalmente Harry. Il ragazzo, che gli è andato contro ed ha rischiato di fargli cadere la sua amata Rolex, è fottutamente bellissimo. La carnagione lievemente abbronzata ed un viso piccolo, dai tratti in parte delicati ed in parte decisi. Delle labbra sottili stese in un'espressione annoiata, un naso piccolino e degli occhi paradisiaci di un gelido azzurro. Quel ragazzo doveva essere un modello, non c'è altra spiegazione.
Deve averlo fissato per molto perchè il ragazzo fa una smorfia per poi dire: -Dovresti fare più attenzione a dove cammini-.
Harry è tentato di scoppiargli a ridere in faccia. Sta scherzando? È lui che gli è venuto addosso. È indeciso se urlargli contro o meno. Perciò gli risponde con la prima parola che gli passa per la mente -Termosifoni...- balbetta.
-Come scusa?- gli chiede l'altro inarcando un sopracciglio e mettendo in tasca il cellulare.
-Occhi azzurri, no, luci di Natale, ehm...- Harry ha completamente scollegato il cervello. Le parole gli escono a caso dalla bocca e si chiede che immagine da idiota stia dando al ragazzo di fronte a lui. Il collegamento cervello-bocca è scomparso del tutto. Per non parlare delle immagini che la sua mente sta trasmettendo dove lui ed il ragazzo si sono già sposati e stanno per adottare una bambina. Clarissa, si chiamerà così loro figlia.
Occhiazzurri lo sta fissando perplesso mordendosi un labbro per trattenere una risata.
Harry sente le guance scaldarsi, così abbassa il volto imbarazzato. Fissa i suoi stivaletti scamosciati preferiti maledicendosi per non avere il mantello dell'invisibilità. Vorrebbe tanto che ora il terreno lo risucchiasse per sfuggire a questo disagevole momento.
Non sono rare le volte in cui si ritrova in momenti estremamente imbarazzanti, il suo essere così impacciato dovrebbe averlo abituato a certe situazioni, eppure ora non può fare a meno di torturarsi le labbra cercando di essere più sciolto. Harry è maldestro dalla nascita. Sul suo codice genetico è scritto a parole cubitali. Non ci può fare nulla se inciampa sui suoi stessi passi. O se si strozza con la sua stessa saliva. O se fa cadere la maggior parte delle cose che lo circondano. Lui è così e non cambierà mai.
Fa un respiro profondo e poi sorride goffamente. -Sei tu ad essermi venuto addosso, Occhiazzurri, io stavo facendo una foto alle luci di Natale mentre mi chiedevo se i termosifoni si sentissero tristi in Estate quando noi li ignoriamo- rimette le parole in ordine e forma una frase di senso logico (o quasi). Fa un verso soddisfatto in attesa della risposta dell'altro ragazzo.
-Occhiazzurri ha un nome: Louis. Non mi piace il Natale. I termosifoni non hanno sentimenti- risponde impassibile guardandolo con superiorità.
Harry lo fissa silenzioso cercando di spiegarsi il perchè tutti i ragazzi belli sono sempre così antipatici e distaccati.
Lui è sempre stato gentile e sorridente e non riesce proprio a capire le persone dal carattere acido. Anche lui ha dei giorni "No", ma non sono trecentosessantacinque giorni all'anno.
-Non ti piace il Natale? A chi non piace il Natale?!- chiede preoccupato. Come può non piacere il Natale? Si sente perso anche solo a pensare di vivere senza il Natale.
-Il Natale è una festa legata alla religione cristiana, in un giorno dell'anno in cui si festeggiava la festa pagana del Sole, in cui si fanno regali dei quali il 30% vengono riciclati, dove in oriente e negli Stati Uniti è usanza mangiare pollo fritto in fast food, con un vecchio obeso vestito di rosso, perchè sponsorizzato dalla Coca Cola, a portare doni e mangiare i tuoi biscotti- scrolla le spalle -Perchè dovrebbe piacermi?-
Louis sembra essere uno di quelle persone a cui non importa mai nulla di nulla. Un menefreghista scorbutico da dei bellissimi occhi e con una voce sottile da insopportabile presuntuoso.
-Va bene, ti sei informato su Wikipedia, ora hai finito o hai altro da dire, Louis Brontolone?-
Louis rimane interdetto alcuni secondi. Harry è riuscito davvero a zittirlo. Era da tempo che qualcuno non gli tenesse testa così. Il ragazzo dagli occhi azzurri sbuffa poiché non in grado di controbattere. -Io non sono brontolone...- borbotta solo.
-Quella che hai descritto tu, è la parte superficiale di questa festa incompresa. Io sono capace di vedere ben altro e sarei felice di mostrarti ciò che vedo io- gli sorride Harry. Non sa esattamente il perchè di questa proposta. Solitamente se ti scontri con uno sconosciuto non gli proponi certo di "mostrargli il Natale". Tra l'altro, Harry non ha davvero idea di come dimostrargliene la vera bellezza di ciò.
-Insomma... Il mio Natale è diverso dal tuo... Ehm- non può fare a meno di iniziare a farfugliare quando quel Louis lo fissa quasi con disgusto. La sicurezza acquistata prima, piano piano defluisce dal suo corpo e di conseguenza le sue guance si riscaldano nuovamente.
-Come vorresti "mostrarmi il tuo Natale" esattamente?- chiede Louis scettico mimando le virgolette in aria.
Harry si morde un labbro e si tortura le mani ricoperte dai guanti di lana. È molto confuso. Non capisce perché stia proponendo a questo sconosciuto di mostrargli il Natale. Forse sono quegli occhi azzurri o quelle labbra perfette che gli scombussolano la mente e non gli permettono di pensare con lucidità. Comunque ora non può di certo tirarsi indietro perciò risponde -Allora, oggi è il primo di Dicembre ed è mia abitudine compiere il "Giro delle luci", vorresti venire con me?-. Harry sa che può fidarsi del ragazzo di fronte a sé. Non sa bene il perchè ma infondo si tratta solo di fare un giro, cosa c'è di male nel passeggiare?
-Dammi una sola ragione per cui io debba andare in giro per la città a fotografare con uno sconosciuto illuminarie natalizie- giustamente afferma lui.
-...Perchè sono simpatico...?- tenta di dare una risposta con scarsi risultati.
Lui sbuffa e riprende il cellulare dalla tasca. Inizia a digitare e non si muove di lì per quasi un minuto. Louis lo sta bellamente ignorando perciò Harry si sistema la macchina fotografica e lo saluta. Con un -Addio Louis- si volta e riprende a camminare senza aver mai scattato una foto alle luci blu che gli hanno appena permesso di incontrare uno dei ragazzi più belli del pianeta.
Un po' è rimasto ferito da quel suo atteggiamento ma in fin dei conti come poteva aspettarsi che quello lo seguisse a fotografare delle stupide luci di Natale. È una cosa infantile e lui dovrebbe crescere e smetterla di intraprendere ogni anno il "Giro delle luci". È giusto lì lì dal decidere che quella sarà l'ultima volta in cui andrà in giro a scattare delle stupide foto a delle stupide luci, che una voce sottile lo raggiunge tra i suoi miliardi di pensieri e lo costringe a smettere di camminare.
-Ehi! Ragazzo dai capelli ricci! Aspettami!- urla Louis mentre inizia a correre facendo slalom tra le poche persone che passeggiano tranquillamente sul marciapiede. Non può evitare di sorridere al soprannome "ragazzo dai capelli ricci". Vorrebbe tanto iniziare a saltellare per la felicità ma si costringe a rimanere fermo e sorridere solo. Louis lo raggiunge con tutto il suo fascino nonostante stia respirando affannosamente per la breve corsa.
-Non mi piacciono da morire gli sport- si giustifica -E poi cazzo, cammini davvero molto velocemente- esclama infine.
Lui annuisce solo. È sorpreso che il ragazzo dagli occhi azzurri alla fine abbia accettato la sua proposta.
-Non mi guardare con quella faccia stupita, riccio- lo avverte mentre si sistema il cappello in testa -Ho deciso di seguirti solo perchè non ho nulla di meglio da fare, sia ben chiaro- si chiarisce con quella sua voce sottile che involontariamente Harry sta già adorando.
-Mi chiamo Harry- si presenta lui con il suo sorriso tenero e sincero. Seppure adori il fatto che Louis lo chiami "riccio", pensa che l'altro meriti di sapere il suo nome.
-Okay, Harry- dice lui -Sappi che mi diverte molto distruggere i tuoi ideali di Natale e sarà difficile per te farmi diventare un amante di questa festa-.
Il suo nome detto da Louis suona completamente diverso e non può fare a meno di trovarlo buffo ma anche suadente.
-Oh, sono molto convincente, fidati- risponde il più alto, che con quella frase conclude la conversazione ricominciando a camminare.
Passano la prima mezz'oretta a girovagare, fotografare qualche luce qua e là e parlare del più e del meno. Non si sono mai addentrati in argomenti personali e Harry pensa che sia giusto, visto che lo conosce da a mala pena un'ora, se non di meno. L'argomento più personale è stato quando lui gli ha detto che frequenta la quinta liceo, allora l'altro gli ha solo risposto che lui l'ha già conclusa da bel po' la scuola. Ovviamente Harry si è subito domandato quanti anni avesse ma non ha avuto il coraggio di chiederglielo. Così ha lasciato perdere. Louis si limita a camminargli al fianco e parlare un po', raramente estrae il cellulare della tasca per fare delle foto. Esattamente l'opposto del riccio che non fa altro che scattarne ogni trenta secondi.
Harry ha sempre amato fare foto. La sua prima macchina fotografica gli è stata regalata all'età di dodici anni per il compleanno e lui l'ha sempre trattata con delicatezza. Era una macchina fotografica digitale e le foto non era della migliore risoluzione ma lui ci teneva molto comunque. Poi un giorno arrivò Niall, un ragazzino irlandese un po' troppo esuberante per i suoi gusti, che strappandogliela di mano, la fece involontariamente cadere a terra. Quando la raccolse non si accendeva più. Ci rimase malissimo e non parlò con Niall, nonché suo compagno di classe, per quasi tre mesi. Il ragazzino irlandese si dispiacque così tanto che per il compleanno successivo di Harry, lui e degli altri suoi compagni di classe, fecero una colletta e gli regalarono un corso di fotografia per imparare nuove tecniche. Harry così felice del regalo, lo perdonò e da quel giorno coltivarono una duratura amicizia, tutt'ora ancora esistente e solida.
La sua passione per la fotografia aumentò con l'accrescere degli anni. Tra la seconda e la terza liceo riuscì a raggiungere una discreta somma di risparmi e così si comprò la sua attuale Rolex. Harry prima di comprarla non pensava che si potessero provare sentimenti per gli oggetti ma ora si deve ricredere.
Col passare del tempo è radicalmente migliorato e vorrebbe far diventare questa passione il suo futuro lavoro, ma purtroppo le occasioni sono scarse perciò forse tutto ciò rimarrà solo un sogno irrealizzabile ben custodito in un cassetto.
-Ti sto parlando, mi senti?!- esclama spazientito Louis dimenandosi di fronte al riccio cercando di attirare la sua attenzione. È così buffo il suo modo di muoversi che fa decisamente a pugni con il suo carattere un po' scorbutico. Per non parlare della sua voce acuta e limpida diametralmente opposta a quello sguardo freddo che ti lancia se lo provochi. È l'esemplare di essere umano più bello che abbia mai incontrato.
-Dimmi- gli regala un po' di attenzione sebbene metà della mente è incentrata su come fotografare un'albero tutto decorato al centro della piazza.
-Ti ho chiesto se mi insegni a fare qualche foto- si spiega lui leggermente imbarazzato -Sì, insomma, sei sempre lì a fotografare anche i granelli di polvere e mi chiedevo come si faccia a capire cosa vale la pena di essere immortalato e cosa no...-
Harry è meravigliato da questa richiesta e tutt'un tratto l'albero che stava fotografando perde del tutto interesse. Non si aspettava che Louis gli chiedesse una cosa legata alla fotografia. È stato colto alla sprovvista. Lui non ci si sofferma mai su quale soggetto fotografare, se vede qualcosa che lo attira, click ed ha fatto. Insomma è una cosa che gli viene naturale.
-Ehm... Ti guardi attorno e fotografi quello che ti attira di più...- tenta di spiegare.
-In che senso "attirare"?- punta i suoi occhi perplessi su di lui per poi corrugare la fronte. Questa, per Harry, è probabilmente una tra le espressioni preferite di questo ragazzo appena conosciuto.
-Ciò che ti piace- cerca di chiarirsi.
Louis non perde dalla faccia quella espressione dubbiosa però inizia a guardarsi intorno. Scruta tutto ciò che lo circonda con quei piccoli occhi azzurri. Osserva i palazzi, la strada poco trafficata, la piazza di fronte a loro, il cielo grigio scuro, la gente che passeggia sul marciapiede. Fa un giro su se stesso per poi soffermarsi sulla figura di Harry. Lo studia da capo a piedi, dagli stivali scamosciati ai capelli ricci disordinati. Infine, dopo un tempo che è sembrato ore, con un sorriso quasi... malizioso? Gli domanda: -Posso fotografarti?-
Inutile dire che Harry arrossisce di colpo ed imbarazzato abbassa lo sguardo. Si sente molto strano perché nessuno a mai pensato di fotografarlo. Insomma, chi mai fotografa il fotografo?
È assurdo perché dovrebbe sentirsi felice non tremendamente imbarazzato. Louis è solo un ragazzo, appena conosciuto, ma pur sempre un suo coetaneo. Se gli avesse chiesto un cinquantenne di potergli scattare una foto si sarebbe decisamente spaventato ma Louis ha più o meno la sua età perciò perché gli è così strano? Anche lui qualche volta fotografa la gente in giro ma non ha mai pensato che si potesse provare tutto questo disagio ad avere puntato una camera addosso. Forse sono i penetranti occhi di Louis ad imbarazzarlo, così profondi da poterti leggere i pensieri.
Si porta le mani sul volto per coprirsi e poi nega con la testa a Louis il permesso di fotografarlo.
-Okay, tranquillo, ora puoi togliere le mani dal volto- lo raggiunge la voce calma del ragazzo dagli occhi azzurri che gli regala un sorriso impacciato. È uno dei pochi sorrisi che gli ha regalato fino ad ora ed è molto tenero con quelle rughette attorno gli occhi e il naso arricciato.
Harry scopre il volto e fa una smorfia di ringraziamento.
I secondi successivi li passano a guardarsi negli occhi in silenzio. Non è un silenzio opprimente come quelli che ti portano sempre a dire qualcosa per riempirli. È un silenzio inspiegabile, come se ci fosse una profonda e naturale armonia tra di loro e non serva sprecare parole per comunicare.
Ovviamente Harry rovina tutto. Bè questa volta più che lui, è il suo telefono che inizia a squillare. Parte la canzone vivace "Everyone is gay" dei "A Great Big World" decisamente imbarazzante. Il significato della canzone è bello ma anche buffo e metterla come suoneria è assurdo.
Louis ne ascolta una strofa prima di scoppiare a ridere e distogliere lo sguardo dagli occhi verdi del riccio.
Harry impacciato risponde farfugliando un -Pronto- e riceve immediatamente come risposta la voce squillante di sua sorella Gemma che lo sgrida perchè è in ritardo per la cena. Passa almeno cinque minuti ad insultarlo ricordandogli che lei ha fame e che non ha intenzione di aspettarlo un minuto di più e chiude la chiamata con -Se non arrivi entro dieci minuti non ti lascio nemmeno gli avanzi e sarai costretto a mangiare il cibo del gatto del vicino!-.
Sbuffa e mette via il telefono per poi notare il sorriso derisorio dipinto sulle labbra di Louis, allora sbuffa di nuovo.
-Penso che la tua ragazza sia leggermente isterica- constata lui.
-Oh no, non è la mia ragazza, non ho una ragazza, né un ragazzo- lo corregge Harry sottolineando il fatto di essere single e soprattutto lasciando trapelare i suoi gusti - Era mia sorella- aggiunge infine.
-Ah okay- l'altro annuisce.
In teoria ora Harry dovrebbe salutarlo e correre a casa per evitare di rimanere a digiuno, ma qualcosa glielo impedisce. Sa che se se ne andrà ora non rivedrà mai più Louis e rimpiangerà per sempre di non averlo conosciuto più a fondo. Perciò, senza pensarci troppo, la sua bocca produce quella domanda quasi inaspettatamente -Mi dai il tuo numero?- chiede.
Il ragazzo dagli occhi azzurri non è tanto sorpreso della domanda ed Harry quasi sta per svenire quando Louis gli chiede di porgergli il telefono. Lui lo estrae dalla tasca insicuro mentre l'altro lo afferra e velocemente si salva sulla rubrica del cellulare del riccio. Harry si riprende il cellulare e poi sussurra un flebile -Grazie- arrossendo per la centesima volta quella sera.
Non è di sua abitudine andare in giro con uno sconosciuto e chiedergli pure il numero. In realtà prima di adesso non lo aveva mai fatto. Solitamente frequenta persone che incontra a scuola, mai gente a caso che gira per strada. Eppure oggi ha conosciuto un ragazzo bellissimo per puro sbaglio e si sente felicissimo.
Harry saluta frettolosamente Louis che intanto si stringe nella sua giacca e gli risponde con un gesto veloce della mano. Si volta e cammina nella direzione opposta in cui deve andare lui. Lo vede rapidamente sparire tra le altre persone e non può fare a meno di chiedersi quanto dovrà aspettare per incontrare nuovamente quegli occhi azzurri.

All I want for Christmas is you || L.S.  [In revisione]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora