"Dai Ele, ti prego, inizia a raccontare"
"Giuli, ti giuro, sto malissimo, non ci posso credere"
"Ci sarà pure un motivo! Non riesco ancora a capacitarmi che lo hai incontrato, insomma, non è da tutti i giorni incontrare Harry Styles per strada!"
"Appunto, dio, che cazzo mi succede? Sto tremando! Giuli, sto tremando! Lui, lui... È successo tutto così in fretta, non ricordo più niente..."
"Oh, invece si che te lo ricordi, e porca puttana Ele dai, fai uno sforzo, devi raccontarmi tutto, tutto"
Era vero?
Era tutto vero?
Mi sembra talmente sfocato, talmente lontano da sembrare un vecchio sogno. Uno di quelli che fai molte volte nel corso di un determinato periodo, talmente tante volte che a pensarci sembra di avere svolto veramente quelle azioni, di aver parlato veramente con quelle determinate persone, di aver veramente vissuto.
Ebbene sì, io ho incontrato Harry Styles, quell'Harry Styles. Il cantante della boyband più amata dalle teenager di oggi, americane, giapponesi o nigeriane che siano. Io l'ho incontrato e lui mi ha parlato, anzi, abbiamo parlato.
Devo respirare e non mettermi a piangere come tutte le altre volte. Devo cercare di calmarmi. Cosa penserà Giulia? Che è uno dei miei soliti attacchi di panico. Già, questi fottuti attacchi di panico. Recentemente sono sempre più frequenti, lo stress. Dio quanto cazzo lo odio, o meglio, quanto cazzo mi odio. Comunque siamo venute a Londra per studiare alla London Film Accademy, da quando ci siamo incontrate alle medie il e Giulia, che è la mia migliore amica, se non si fosse capito, sogniamo di diventare star del cinema, ora, non fraintendiamoci. Star non nel senso di celebrità super sbruffone che pensano solo ai soldi e a vestire Versace o Dolce e Gabbana. No, celebrità per far aprire gli occhi alla gente, per far aumentare in tutti quel fuoco dentro di noi, per farlo ardere sempre di più, per far capire a tutti che basta solo la forza di volontà e nulla è possibile. Il nostro idolo principale è sempre stato Michael, Michael Jackson. Ricordo che lo trovavamo come un padre, gli parlavamo guardando gli alberi spostarsi leggermente al vento fuori dalla finestra di classe nostra. È sempre stato un grande punto di riferimento Michael, credo che non possa più esistere una persona tanto famosa quanto onesta e amante della vita e delle persone.
Ecco che, verso la fine della prima media, Martina, la mia vicina di casa, mi ha fatto ascoltare una strana canzone. Si chiamava "what makes you beautiful" di una tale band detta One Direction, all'inizio ho riso. Si, proprio così. Ho riso perché lei balla come una pazza scatenata e io continuavo a guardare un ragazzo moro, dagli occhi verdi penetranti. Harry, si chiamava Harry.
Giulia invece mise gli occhi sul più carino, Zayn, anche lui dallo sguardo misterioso, ma io non riuscivo a trovare un minimo di attrazione negli altri componenti, solo per Harry. Non fraintendetemi, Liam, Louis, Niall e Zayn non sono solo quattro ragazzi semplicemente e fantasticamente belli, ma anche gentili, un po' pazzi e adorabili. Però io ero entrata in una space di trance, Harry mi aveva drogata.
Così è iniziato il nostro momento da super fan di questa band anglo-irlandese e, fortunatamente, non è più finito."Ele, sicura di star bene? Eri molto agitata, magari hai fatto solo un sogno, amore capitano, stai tranquilla"
Come scommettevo, Giulia crede che abbia sognato. Ma no, devo solo prendere un po' di fiato, sono le tre di notte e dalle otto di ieri sera non faccio altro che pensare all'accaduto. Veramente, sono sconvolta."Giuli, vieni qua" la incito a sedersi nel mio letto, anche se dormiamo nella stessa camera e il suo letto e a meno di un metro dal mio, ho bisogno di sentirla vicina. Ho bisogno che lei creda in me come ha sempre fatto.
Ho bisogno di raccontarle bene cos'è successo ieri, sabato sera alle 5, mentre attraversavo un trafficato incrocio portando il flauto traverso nella borsa e almeno un centinaio di spartiti nella mano. Ho bisogno di rivivere quei momenti che ora mi appaiono confusionari, quando un ragazzo incappucciato mi è corso incontro mentre io ero distesa in mezzo alle strisce pedonali, sotto la pioggia, in mezzo alle auto e al freddo, e mi ha presa in braccio portandomi in uno strano appartamento.
Ho bisogno di raccontarle il modo in cui quel ragazzo mi ha detto "stai bene, piccola?" E io l'ho guardato dicendogli "Harry...? Harry, sei tu?" E lui mi ha risposto "Sì, ma non importa, riposati, sono qua, sono qua per te".
