Domenica,ore 18.32,San Valentino, pizza, Dear John e 38 em'mezzo di febbre. Questo era lo scenario della mia serata da coma. L'unico movimento che riuscivo a fare era portare uno spicchio alla bocca e sbloccare quello stramaledetto cellulare,per vedere se mi aveva scritto. Ma ovviamente le uniche notifiche che ricevevo, erano quelle di FaceBook che mi ricordava quanto fossi sfigata, mandandomi gli auguri di "buona festa degli innamorati", o dei messaggi da parte di mia mamma.
Era un tormento, starmene lì,con il martellante pensiero di essermi fatta sfuggire l'amore della mia vita. Io e Micheal stavamo insieme dalla prima superiore. Eravamo bellissimi, perfetti insieme. Di quelle coppie che se vedi girare in un centro commerciale non puoi evitare di pensare di quanto siano così perfetti l'uno con l'altra.
Il problema era proprio questo, era una perfezione irreale. In breve un mese fa mi ha fatto le corna con quella che credevo fosse la mia migliore amica.
Avevamo passato due anni insieme, ma per lui non ero più abbastanza, ero diventata come le patatine che il mio disgustoso fratellino teneva in camera da luglio, perché gli scocciava buttarle via.
E forse anch'io ultimamente mi sentivo un po' come delle patatine ammuffite.
Micheal invece era perfetto sotto ogni punto di vista. Divertente, intelligente, comprensivo e sensibile. Tipo Ken di Barbie. Ma soprattutto era di una bellezza spiazzante, che a volte sembrava fartela pesare.
Alto, carnagione chiara, occhi blu e capelli neri tagliati alla perfezione. L'unica cosa che gli mancava era un po' di fisico scolpito, ma non si notava perché era troppo bello per sembrare che gli mancasse qualcosa.
Io in effetti ero piuttosto ridicola vicino a lui.
Non tanto per l'altezza, perché sono una persona non troppo bassa, ma non mi ritengo una bella ragazza.
Una nella norma magari, ma non sicuramente alla sua altezza.
Proprio sulla mia parte preferita del film, quando ci sono i protagonisti che si danno il primo bacio sotto la pioggia, mi squilla il cellulare. Era Annabett, una mia compagna di classe abbastanza insopportabile, sinceramente non sapevo cosa volesse da me, dal momento che non ci parliamo molto.
Sblocco la chiamata e lei comincia a parlare con la sua voce altissima e super fastidiosa.
-Sam scusa se ti disturbo, ma tu domani hai intenzione di esserci a scuola, anche se Venerdì non c'eri?
-...non so, ora ho ancora la febbre, dipende da come sto domani.Perchè?
-Hai presente il progetto a cui anche tu avevi aderito? Dico quello di teatro. Ecco domani dovremmo cominciare e se anche tu vuoi partecipare, dovresti veramente esserci.
-oh, okay. Vedrò di farcela, grazie per avermelo detto.
-Di nulla. Ciao!E l'ultimo 'ciao' lo ha tipo strillato e sono riuscita a sentire il suo sputacchio al di là del cellulare.
Dio se non la sopporto.
Comunque era stata abbastanza carina a ricordarmi della cosa del progetto, che sinceramente era l'ultimo dei miei problemi. Il fatto è che mi avrebbe dato dei crediti per la maturità,perciò ho deciso che era meglio se fossi andata.
Mi sono messa l'anima in pace e ho messo il timer alla tv perché la sera prima avevo visto con mio cugino Insidious 3 e non mi andava di sentire il rumore del silenzio prima di addormentarmi.
Ho chiuso gli occhi e ho pensato a Micheal. Ci penso sempre da quando ci siamo mollati,così almeno posso stare con lui in sogno,dove tutto è così perfetto.
È un'ottima tattica per vivere tutto ciò che hai sempre voluto,ma che sai che nella vita reale non potrà mai accadere.La mattina dopo mi sono svegliata da schifo. Quando è suonata la sveglia sono andata a spegnere il cellulare e ho sbattuto il mignolo del piede nello stipite della porta. Bel modo di iniziare la settimana. Poi mi sono lavata i capelli,anche se erano già puliti,dal momento che li lavo ogni giorno. Ho una specie di ossessione,pur sapendo che nel giro di dieci anni mi ritroverò calva.
Dopo essermi vestita e messa un po' di eyeliner e di mascara per sembrare più presentabile,sono andata di sotto a fare colazione,dove mia mamma tra un "Guarda che fai tardi" e un "la colazione la devi fare",alternati a vari "Ti sei di nuovo lavata i capelli?!",mi ha dato il buongiorno.
La adoro,ma se vuoi proporti per il ruolo di protagonista di Shutter Island,al posto di Leonardo DiCaprio,beh ascoltare mia mamma alle sei di mattina penso che ti farebbe entrare bene nel personaggio prima dell'audizione.
Le ho dato un bacio nella guancia e sono corsa fuori dalla porta,neanche fossi Dominic Toretto.
Non mi dispiace andare fino alla fermata dell'autobus a piedi,è l'unico momento della giornata in cui posso stare tranquilla,da sola,e non dovermi sempre rapportare con certi figli di papà del mio liceo. Per fortuna nella mia città di figli di papà me trovi pochi,anche perché siamo solo duemila abitanti all'incirca.
Si piuttosto pietoso,ma in realtà non sopporterei di vievere in una grande città,quelle piene di gente,quelle con un sacco di sporte di negozi diversi,quelle dove se entri in un bar non puoi metterti a parlare con la vecchietta della porta accanto, dell'ultima puntata di Beautiful.
Perché nelle grandi città non c'è una porta accanto. Ci sono solo cervelli,che vanno e tornano con la loro ventiquattr'ore,dalla prima classe di qualche aereo di lusso.
Madri stressate che giustificano il fatto di lasciare andare i loro figli ad ubriacarsi alle feste ogni sabato sera, dicono che hanno troppo lavoro da fare.
In una piccola città invece,tutti si conoscono come una grande famiglia,poi ci sono le varie storie che spiegano delle antiche faide tra famiglie,che solo i nonni possono sapere.
È tutto così intimo,tranquillo,speciale.
Ho fatto vedere l'abbonamento all'autista che mi ha guardato con aria assente e un po' scocciata,poi sono andata a sedermi nel mio solito posto in fondo,vicino al finestrino.
Ho messo le cuffiette e sono entrata nel magico mondo dei Coldplay. Sulle note di Magic,l'autobus è pigramente partito,e con lui ha cominciato a piovere.
Proprio quando stavamo arrivando al primo incrocio,distrattamente mentre guardavo fuori dal finestrino appannato, ho visto un ragazzo che correva dietro al bus,gesticolando.
Mi sono subito alzata e sono andata dall'autista velocemente dicendogli di fermarsi perché fuori c'era un ragazzo che voleva salire e che stava correndo come un matto sotto la pioggia.
L'autista mi ha detto che si doveva arrangiare,ma poi io ho ribattuto che era veramente un senza cuore a non fermarsi e così lui,dandomi della rompi scatole,ha frenato e si è fermato.
Il ragazzo aveva un'espressione tremenda quando è entrato fradicio nel bus e il conducente gliene ha dette di santa ragione,facendogli pagare cinque euro per il disturbo.
"Grazie per avergli detto di fermarsi.." Si è rivolto a me con il fiatone.
"Non ti preoccupare" rispondo con un sorriso comprensivo.
Anche a me è capitato un sacco di volte di perdere l'autobus e so che non è piacevole,soprattutto se fuori diluvia.
Mi sono voltata per tornare al mio posto,quando lui mi dice "io sono Joshua"
Mi rigiro e rispondo a mia volta "e io sono Sam"
"E io sono uno stramaledetto autista che vi sbatte fuori sotto la pioggia se non ve ne andate subito a posto."
Ci ha detto, incavolato nero,l'omone calvo al volante.
Per evitare di farlo arrabbiare di più siamo corso subito in fondo ed io ho ripreso il mio posto vicino al finestrino.
Non ci sono altri posti liberi e Joshua mi guardava un po' imbarazzato,io allora ho sciolto il ghiaccio togliendo lo zaino dal posto vicino al mio.
Lui si è seduto e mi ha detto "quante volte mi vuoi salvare la vita oggi?"
"Quanto basta ahah"
Lui si è passato una mano fra i capelli grondanti di acqua e mi sorride incerto.
Ora che lo guardavo da vicino mi stupisco per non aver notato prima,che aveva i capelli rossi.
Di un bel arancio scuro,spettinati e non troppo corti.
È raro trovare una persona con i capelli di quel colore così meraviglioso e non ho fatto in tempo a trattenere quel pensiero nella mia mente, che gli ho già detto "Hai dei capelli davvero unici"
Non volevo dirlo,solo che quando ho un pensiero così forte,non riesco proprio a tenerlo per me.
Lui mi ha guardato stupito e mi ha risposto "grazie,beh in realtà a me non piacciono molto,sono troppo...rossi"
"Beh che siano rossi su questo non c'è dubbio" rispondo divertita. Ho notato anche che aveva gli occhi di un verde brillante,ed una spruzzata di lentiggini ai lati del naso.
Un perfetto ginger insomma.
La prima cosa che mi è venuta da chiedergli è se era irlandese e lui ha risposto che viene direttamente da Dublino.
Mentre si tira su i capelli bagnati dalla fronte, è veramente bello da togliere il fiato.
Abbiamo parlato un po',e mi ha raccontato che si è trasferito una settimana fa,perché suo padre aveva trovato un importante offerta di lavoro non molto lontano da qui e che quel giorno era il suo primo giorno di scuola.
"Non volevo perdermi il primo giorno,sai sarebbe stato un casino dirlo a mia madre,le madri irlandesi,sono come dire,tremende."
Mi spiega, ed io non faccio a meno che ribattere con la prima cavolata che mi è venuta in mente.
"Beh dicono che le persone con i capelli rossi si arrabbiano più facilmente delle altre,forse è per questo."
Ha abbassato la testa e ha riso di gusto.
"E questa dove l'hai sentita?"
"Boh,penso in qualche programma televisivo spazzatura.."
Lui mi ha guardato e ha detto "sei una tipa strana,sai?"
"Ah lo so" ho risposto con noncuranza,ed insieme ci siamo messi a ridere.
L'autobus si è fermato davanti al mio liceo,ho afferrato il mio zaino e anche Joshua si è alzato. Siamo entrambi scesi,e mi sono accorta di aver lasciato l'ombrello a casa,peccato che ora mi trovavo sotto un'incessante gelida pioggia.Sento immediatamente un colpetto sulla spalla,mi volto e vedo Joshua porgermi un ombrello di Hello Kitty.
"È di mia sorella,so che non è esattamente una limousine,ma signorina le sto salvando la vita."
Io senza pensarci un attimo mi infilo sotto l'ombrello,troppo piccolo per entrambi.
"Quindi oltre ad essere un terribile ritardatario,sei anche un ladro di ombrelli di Hello Kitty? Non ti credevo un così perfido cattivone!"
"Sono le lentiggini che danno l'idea del ragazzo per bene" dice lui serio.
Ci mettiamo a correre verso il portone,e finalmente entriamo.
***
Ciao! Spero che questo primo capitolo vi piaccia,scusate se ho fatto degli errori ma con il cellulare è abbastanza complicato scrivere.
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