"Sono sveglio, guardo l'ora, sono le 3. Avevo l'abitudine di svegliarmi sempre alle 6, ma quella notte mi svegliai a metà dell'opera. Esattamente a metà, come detto erano le tre in punto e il sogno che avevo appena fatto mi aveva fatto rimpiangere di essermi svegliato così presto. Cerco di realizzare il tutto sedendomi al centro del letto, riguardo l'ora, sono le 4, possibile sia stato tutto questo tempo a pensarci senza neanche accorgermene?
Non ricordavo esattamente tutto quello che avevo sognato, ma una cosa era certa, una ragazza sul metro e cinquantacinque, bella, davvero bella, anzi bellissima, mi stringeva le mani. Ricordo la sua immagine sfocata dal sonno, aveva i capelli morbissimi, i suoi occhi si distinguevano da tutto il resto; mi fissava come fossi importante, almeno per lei, pensai "è possibile?".
Scendo in cucina per prendere il wi-fi e cercare spiegazioni dal mio cellulare, speravo ci fossero. Guardavo i profili di tutte le tipe con cui parlavo in quel periodo, ma nessuna, e ripeto nessuna sembrava assomigliare minimamente alla ragazza che avevo sognato. Innervosito dalla cosa, aprii il frigo e buttai giù un paio di bicchieri di vino, per riprendere sonno, ma riguardo l'ora, sono le 5. Realizzai:"Cazzo mi rimane soltanto un'ora per tornare a letto e sperare mi appaia di nuovo in sogno." Il tempo scorreva veloce quella notte, eppure ci impiegai meno di dieci secondi per tornare di sopra e rimettermi a letto; così riuscii a riaddormentarmi.
...
...
...
Sono confuso, la sveglia che suona, mia madre che urla perché farò sicuramente tardi, non ho ancora preparato la borsa, non mangerò stamani, mi vesto in fretta, mi lavo ed esco. Sono in bus e non c'è posto per me, resto alzato senza sbuffare troppo, avevo altro a cui pensare, il vino non era servito a nulla, non ricordo se abbia sognato ancora o peggio non ricordo cosa abbia sognato, non ce l'avevo fatta, era passato tutto; sai come quando alla tivú criptano improvvisamente il tuo programma preferito?
Dovevo tornare a scuola dopo una domenica da coma, in casa, perché gli amici hanno troppo da fare a questa età, troppo impegnative le loro giornate. Eccomi arrivato, scendo dal bus e non ci penso, no dai, non so mentire, non ce la farei mai, ma ci provo. Sto per entrare a scuola e non penso a nulla, ma chi cazzo crederebbe mai a questa cazzata? Cristo non so fingere nemmeno immedesimandomi nel mio personaggio, non ho mai smesso di pensarci da quella notte, e quei piccoli particolari mi tornavano in mente.
"Era la cosa più bella che avessi mai visto", eppure non l'avevo vista, o almeno non ancora, ma lo era lo stesso, pensai.
Così passó la mia giornata scolastica, e non passó in fretta ve lo assicuro, fu un inferno, quello che ci fu tra il mio ritorno a casa e la notte seguente lascio a voi immaginarlo, ci speravo...doveva tornare quella notte..."
STAI LEGGENDO
You saved me
RandomIl libro tratta dei miei sentimenti e delle mie esperienze inserite in una storia parzialmente inventata.