La versione di Charles « Da questa storia si impara che i bambini, e specialmente le giovanette carine, cortesi e di buona famiglia, fanno molto male a dare ascolto agli sconosciuti; e non è cosa strana se poi il Lupo ottiene la sua cena. Dico Lupo, perché non tutti i lupi sono della stessa sorta; ce n'è un tipo dall'apparenza encomiabile, che non è rumoroso, né odioso, né arrabbiato, ma mite, servizievole e gentile, che segue le giovani ragazze per strada e fino a casa loro. Guai! a chi non sa che questi lupi gentili sono, fra tali creature, le più pericolose! »(Le Petit Chaperon Rouge, , )
La versione di Perrault della fiaba, incluse le conclusioni morali, fu tradotta in italiano da nel 1875 e inclusa nella sua raccolta di fiabe I racconti delle fate. Voltati in italiano, Firenze, Paggi, 1875. Questa traduzione è riportata fedelmente da Wikisource italiana.
La versione dei fratelli Grimm
Nel , due versioni tedesche della fiaba furono raccontate ai fratelli Grimm da (–) e (–). I Grimm trasformarono una delle due versioni nella storia principale, e la seconda in un seguito. La prima, col titolo Rotkäppchen, fu inclusa nella prima edizione della loro raccolta Kinder- und Hausmärchen(). In questa versione la ragazza e sua nonna venivano salvate da un cacciatore interessato alla pelle del lupo. Nella seconda storia, Cappuccetto Rosso e sua nonna, grazie all'esperienza acquisita con il primo lupo, riuscivano a catturarne e ucciderne un altro.
I Grimm continuarono a rivedere la storia nelle edizioni successive; quella meglio nota è la revisione finale, del , con il taglialegna che sostituisce il cacciatore.
La versione di Italo Colvino
La finta nonna è il titolo di una antica versione italiana della fiaba trascritta fra gli altri da nella raccolta . In questa versione la bambina va a trovare la nonna ma al suo posto nel letto trova un'. La bimba si accorge che non si tratta di sua nonna, e con l'astuzia riesce a far uscire dalla casa l'orchessa e farla cadere nel fiume.
Cappuccetto Rosso, nelle sue varianti, può essere messa in relazione con altre fiabe e miti analoghi. Il tema delle vittime estratte sane e salve dalla pancia del lupo, in particolare, si trova quasi identico nella fiaba , ed è una variante di un'idea almeno antica quanto il . Un concetto analogo è riproposto in , dove il burattino di legno trova il padre Geppetto nella pancia del pescecane.
Temi
La fiaba contiene riferimenti non troppo celati ad argomenti come e (in alcune versioni della fiaba, infatti, Cappuccetto Rosso mangia a sua insaputa la carne della nonna). La storia è incentrata sul contrasto fra il mondo luminoso e sicuro del villaggio e quello oscuro e insidioso della foresta, un' tipicamente .Nel tempo si sono susseguite analisi e interpretazioni presenti nel sottotesto della storia. Già ha evidenziato come la fiaba si presti a una interpretazione . Se è evidente la presenza di contenuti sessuali nella storia (si veda il passo di Perrault citato sopra), le interpretazioni discordano sostanzialmente solo su quello che potrebbe essere inteso come significato principale (ovviamente, è soprattutto verosimile che numerosi significati si siano sommati durante l'evoluzione storica della fiaba). La maggior parte delle proposte enfatizza uno dei seguenti temi:
La prostituzione. La fiaba potrebbe essere intesa come un'esortazione a non esercitare il "mestiere". Quella della "giovane donna nel bosco" è uno stereotipo che in molte tradizioni viene metaforicamente associato alla prostituzione; nella Francia del , tra l'altro, la "mantellina rossa" era un segnale esplicito in questo senso.La maturità sessuale. In questa interpretazione, la mantella rossa rappresenta le e l'ingresso nella , che conduce la bambina nella "profonda e oscura foresta" della femminilità; il lupo rappresenta, quindi, l'uomo visto come predatore sessuale da cui guardarsi.L'antropofagia. Altre interpretazioni si focalizzano sull'elemento antropofago: la fiaba ha origine nel contesto di un'Europa periodicamente flagellata da terribili carestie durante le quali si segnalarono diversi casi di (siano d'esempio il caso della carestia francese del X secolo e della ). Il fatto che nelle versioni più antiche della fiaba la figura antropofaga fosse interpretata da un', un elemento mostruoso ma antropomorfo e di sesso femminile, anziché da un lupo (un animale di sesso maschile, la cui antropofagia, pur connotata negativamente, rientra nell'ordine naturale delle cose) danno supporto a queste interpretazioni ed al fatto che la fiaba, nella sua forma orale, si sia evoluta nel corso del tempo, per andare a rispondere a diverse esigenze formative.