6. home

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Mi trovavo davanti allo specchio della mia camera, in preda al panico e a crisi isteriche.
Cosa dovevo indossare? Non potevo essere troppo provocante, nemmeno troppo casta.
Decisi di infilare una gonnellina nera, con calze di velo nere, e una t-shirt bianca a manica corta.

Mi concentrai più sul trucco. Un rossetto rosso a riporto con i capelli e del mascara effetto bambola.

Sembravo una giapponese uscita da un manga, erano ormai le tre e mezza non c'era più tempo per cambiarmi.
Uscii di corsa per prendere la metro.

Avevo davanti a me una villa mega galattica, quelle che vedi nei film e pensi spesso che non esistano davvero.
Vetrate enormi, piscina dentro e una fuori in bella vista. Un recinto di ferro battuto rigorosamente nero, come gli occhi del bel prof.

Suonai con la mano che tremava sul pulsante.
Si aprii il cancello alto ed entrai.

Percorsi il vialetto che portava alla porta principale, ed entrai.

Sentii la voce del prof che mi chiamava: "Signorina Barks sono qui, venga".

Mi affrettai a raggiungerlo, e lo spettacolo che mi trovai davanti era perfetto.
Vidi un uomo completamente differente dall'uomo che c'era al liceo. Il professore indossava una t-shirt nera con il pantalone elegante. Aveva i capelli spettinati e il volto rilassato. La casa profumava di sabbia e fumo.
Ed era tutta in stile moderno.

"Perchè rimane lì impalata? Prego si accomodi" mi indicò una poltrona di pelle nera.

Arrossii e andai ad accomodarmi.

"Bella gonna Signorina Barks" mi fece un complimento.

Sentivo le guance diventare color ciliegia.

"G-grazie Professore" ringraziai col volto rivolto in basso. Era il primo uomo che riusciva a mettermi in imbarazzo, ovviamente dopo mio padre.

"Non prendi il libro e il quaderno degli appunti?" Mi diede stranamente del tu.

Tirai fuori il libro, un quadernino color fragola e una penna rosa. Il mio infantilismo si evidenziava in queste piccole cose.

"Prima di iniziare.." il prof mi guardò improvvisamente negli occhi "Posso confessarle una cosa?"
Mi diede del lei di nuovo.

"M-mi dica" dissi immobile col cuore a tremila.

"Lei Signorina è sempre nei miei pensieri" mi dice fissandomi con quegli occhi paralizzanti.

"Professore, posso confessarle una cosa anch'io?" Non so cosa mi stava prendendo, ma ero spinta da una forza interiore a parlare.

"Mi dica signorina".

"Lei professor Conner è sempre nei miei pensieri" lo fissai con i miei occhioni verdi.

Si alzò dalla poltroncina dove era seduto e si acconodò al mio fianco. Senza aprir bocca, mi alzò la gonna e ispezionò la mia biancheria intima.
Mi limitai ad osservare i suoi gesti, e mi bagnai al pensiero delle sue mani sul mio corpo. Lo desideravo da troppo tempo ormai.

Mi accarezzò le coscie e poi parlò:
"Rose, adoro i tuoi slip"
Lo guardavo senza emettere parola.
Era una cosa strana e malata. Ma mi piaceva terribilmente.

Si inginocchiò ai miei piedi e mi abbassò le calze, per poi abbassare anche gli slip.
Accarezzò col pollice la mia intimità e mi diede un bacio sul clitoride.
Quel gesto mi fece d'istinto inarcare la schiena.
Uscì fuori dalla mia bocca un versetto di piacere.
E mi tirò uno schiaffo.

Rimasi quasi scioccata.
Lui mi alzò subito gli slip e le calze e mi ordinò di andarmene da casa sua.
Ero davvero terrorizzata, sconvolta e scioccata.
Non riuscivo ad essere lucida e capire cosa cazzo era successo. Presi la mia roba ed uscii di casa.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Feb 29, 2016 ⏰

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