Quel momento fu il più imbarazzante della mia intera esistenza. Non avevo mai tenuto la mano di nessuno prima di allora e non mi aspettavo certo di tenere quella di un ragazzo. Ma era così dannatamente piacevole che non riuscii a lasciarla. Mi trasmetteva una sorta di strana sicurezza, mi faceva sentire protetto, in qualche modo. Kageyama diede uno strattone alla mia mano, costringendomi a lasciar andare la sua, si girò completamente e vidi il suo sguardo incupirsi. Il lieve rossore che colorava le sua guance scomparve in pochi secondi e gli occhi che fino a pochi istanti prima celavano un velo di incredulitá ora erano furenti. In un attimo dimenticai quella piacevole sensazione, ripercorsi la mia intera vita in un nanosecondo e cominciai a sudare freddo. "Ecco," pensai, "ora morirò. É stata una bella vita. Breve, ma bella." -Ohi.- la sua voce suonava incredibilmente arrabbiata, ma riuscivo a cogliere una puntina di imbarazzo, -Cosa stavi facendo?- -Potrei chiederti l-la stessa c-cosa.- cercai di ribattere, balbettando. Pronunció un sonoro "Tsk", si girò e ricominciò a camminare. Nonostante camminasse davvero velocemente -forse per la rabbia, forse per l'imbarazzo- riuscivo a stargli dietro senza troppi problemi. Non mi resi conto di esserci fermati fino al momento nel quale mi ritrovai completamente spiaccicato sulla sua schiena. Questa volta, la sua voce suonò immensamente più furente rispetto a qualche attimo prima, quando pronunció un "Ohi." e un "Non sbattermi addosso.". Credo di non essere mai stato così spaventato da un ragazzo della mia etá. Certo, Kageyama era indubbiamente molto più alto di me, cosa che mi faceva assolutamente bruciare di invidia, ma non avrei mai pensato che potessi provare una simile paura causata da un giocatore di pallavolo di livello liceale. Mi prese per il colletto della divisa e portò i nostri volti a pochissimi centimetri di distanza. Cavolo, i suoi occhi erano veramente bellissimi, ti ci potevi perdere dentro. Arrossii e lo vidi fare la stessa cosa, dopo qualche secondo mi scaraventò a terra. Fortunatamente, nel mentre eravamo arrivati al campo da calcio e atterrai su uno strato di erba sintetica che attutì la mia caduta, anche se un lieve dolore alle chiappe lo provai lo stesso. -Ma insomma, Kageyama. Non c'è bisogno di lanciarmi a terra ogni volta. Anche io provo dolore, sai?-. Non disse nulla, semplicemente mi fulminò con lo sguardo. Presi a pensare a tutti gli insulti possibili e immaginabili esistenti in questo mondo ma, sfortunatamente, nemmeno uno lo raggiunse. Era silenzioso mentre tirava fuori da un borsone nero, che non avevo notatto fosse lì fino a quel momento, un pallone da pallavolo giallo e blu.
Cominciò a palleggiare da solo, lasciando che un silenzio assordante piombasse tra di noi. Ero un tipo vivace di natura, per questo non mi piaceva il silenzio, ma preferivo quello al morire in qualche malo modo a causa di Kageyama. Decisi quindi di rimanere seduto a terra, tanto per merito di qualcuno mi ci trovavo già. Presi a guardare Kageyama fare i suoi palleggi. Era davvero... affascinante. Il modo in cui toccava la palla, delicatamente, come se fosse qualcuno a lui molto caro e che sentiva il bisogno di proteggere, il suo controllo di essa, che si muoveva sempre esattamente sopra la sua testa, non si spostava minimamente. Quel ragazzo era impressionante. Presi a fissare la sua figura snella che, dopo un determinato numero di palleggi a pochi centimetri sopra la sua testa, si slanciava in aria. Sarei rimasto a guardarlo per ore ma il caso volle che mi arrivasse un pallone da calcio dritto dritto sulla guancia sinistra. Non mi ero accorto di essermi messo esattamente al lato della porta del campo da calcio, dove a quanto pare gli allenamenti erano ancora in corso. Potevo solamente immaginare la faccia che feci in quel momento, sorridente un secondo prima e in un attimo la mia faccia si è deformata. Sentii uno dei membri della squadra gridare un "Oddio, mi dispiace!" mentre crollavo a terra, sentii Kageyama pronunciare un flebile "Eh?" e poi venirmi incontro (probabilmente con la sua solita faccia imbronciata) dicendo cose tipo "Ma tu guardalo, non riesce a fare attenzione nemmeno a quello che lo circonda.". Sentivo i passi avvicinarsi e poi fermarsi, quando in quel preciso momento mi mise un braccio sotto le spalle e mi tiró su, dandomi dei leggeri schiaffetti sulla guancia non rossa. -Forza, svegliati.- Lo sentivo dire, stavo per perdere conoscenza. "Oh no, dopo si incavolerà un sacco.", pensai poco prima di riprendere completamente i sensi a causa di un certo avvenimento. In quell'esatto istante, Kageyama mise l'altro braccio sotto le mie gambe e mi sollevó con una facilità inaudita. Sgranai gli occhi al sentirmi sollevato, e mi agitai talmente tanto gridando cose come "Lasciami, riesco a camminare da solo!" che involontariamente lo feci cadere all'indietro con me ancora in braccio. E indovinate come sono caduto? Esatto. Caddi esattamente con la faccia a due centimetri dalla sua, potevo sentire il suo respiro, il suo odore e, cosa più importante, potevo ammirare quei fantastici occhi blu da una distanza così ravvicinata. Eh sì, mi prese una cotta per Kageyama in quel preciso istante.
Lui non disse nulla, rimase fermo con lo sguardo fisso nel mio e le gote rossastre. Solo pochi secondi dopo mi resi conto della reale distanza che ci separava e cercai subito di alzarmi, ma Kageyama allungó nuovamente un braccio dietro la mia schiena trattenendomi a lui. Sentii una mano dietro la nuca, una mano minacciosa ma al contempo gentile e sicura, che mi spingeva verso di lui e in un attimo azzerava la già poca distanza che c'era tra noi. Quello fu il mio primo bacio.//BOIZ SONO TORNATA!
Mi dispiace veramente tanto di aver lasciato questa fic inaggiornata per quanto.. un anno? Mi dispiace davvero tanto, ごめん!🙇🏻♀️
Spero solamente che questo aggiornamento sia di vostro gradimento (ho fatto rima hihi).
またね!
STAI LEGGENDO
Heart to Heart
Fanfiction[180810 #34 in #kagehina] [180818 #1 in #kagehina] Due ragazzi, due vite diverse: Hinata Shoyo e Kageyama Tobio. La mattina del primo giorno di scuola si adocchiano per la prima volta, alla fermata dell'autobus, ma nessuno dei due sembra avere inter...