Capitolo cinquantanove.

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"Con chi messaggi?" mi chiede nuovamente mentre mi sta riportando a casa.
Cosa? Perché dovrei dirglielo?
"Sono affari che non ti riguardano.." scrollo le spalle.
"Io non penso che stia funzionando.." dice distogliendo la mia attenzione dal cellulare.
"Cosa?" domando.
"Se dobbiamo provare ad essere amici, dovremmo farlo per davvero.." si passa una mano tra i capelli.
"Tu sei fisicamente incapace di essere amico di una ragazza.." rido.
"Come non detto. Sai.. dovresti scopare di più. Forse è questo che ti rende tanto isterica" sbotta.
Perché ogni volta che discutiamo finiamo sempre per parlare del sesso, del sesso e del sesso ancora?
Tutto questo è un completo fallimento, lo sapevo sin dall'inizio.
"Tu sei la prova vivente che la classe non può essere comprata.." lo stendo.
"Io ho classe.." ribatte.
"Tu hai classe? Questa è una tesi molto divertente dato che mi hai tolto la verginità su uno squallido tavolo. La chiami classe?" borbotto sempre più irritata.
"Credo di non esserci riuscito al cento per cento. Ero troppo fatto.." sibila.
"Gesù, ti odio.." dico a bassa voce.
"Perché ho rubato la tua virtù?"
"A questo punto la mia virtù credo sia la cosa più superflua, no? Posso ricordarti che sono state le tue azioni avventate a metterci in questo fottuto casino?" alzo un sopracciglio.
"Sono un uomo, se scherzi con il fuoco prima o poi ti bruci. Non mi scorre il petrolio nelle vene.." sbuffa.
Okay, basta.
Ho finito i soprannomi per umiliarlo.
"Suggerisco pazienza e controllo.." dice ad un tratto.
"Spero soltanto che questi tre mesi infernali finiscano in fretta.." sospiro.
Penso a sabato. Vuole davvero assistere ad un'ecografia? Vuole davvero essere lì con me?
Dov'è finito Nathan?
"Sul serio vuoi essere presente sabato?" domando incuriosita. "Perché? Cosa succederà?"
"Non credo vorresti assistere ad un'ecografia interna, ti disgusterebbe troppo.." lo stuzzico.
Sgrana gli occhi, forse non ha capito di cosa sto parlando.
"Ci terrei davvero molto a sapere se è un maschio o una femmina, ma credo resterò fuori. L'idea di vedere qualcosa che ti entra dentro non mi rende entusiasta.." balbetta.
"Calmati fenomeno. Primo: la mia ginecologa è una donna. Secondo: nessuna ecografia interna. Terzo: dopo di te non entrerà mai più niente dentro di me" rivelo.
Oddio, cosa ho appena detto?
Vorrei schiaffeggiarmi da sola.
Ma non posso.
Mi guarda in modo strano, sembra compiaciuto di se stesso e per la cosa mostruosa che gli abita tra le gambe.
Dio Santo.. al solo pensiero ho la bocca secca.
"Non hai più fatto sesso?" domanda.
Vorrei potergli urlare contro che non sono affari suoi, che non dovrebbe interessargli cosa faccio e con chi ma non ci riesco.
"No" sibilo.
Potrei averlo scioccato un pochino.
"Niente di niente?" alza un sopracciglio.
"Perché? Quanti altri tipi di.. ehm, sesso esistono?" faccio una risatina nervosa.
Va tutto bene, le mie mani sono sudate e sto iniziando a balbettare.
"Molti.." risponde e mi guarda maliziosamente.
"Ma tu mi dai l'idea di una che non ne conosce nemmeno uno.." mi stuzzica.
Vorrei sbattergli la borsa in faccia ma mi trattengo.
"Ho rispetto per me stessa, ecco tutto.."
Meno male che siamo arrivati, non vedo l'ora che se ne vada a fanculo.
Quando scendo dall'auto mi segue sotto la porta di casa.
Perché? Cos'è che non capisce?
"Allora, mi farai sapere per sabato?" domanda infilandosi le mani nelle tasche dei jeans.
"Si.." alzo gli occhi al cielo.
"Adesso dileguati.." farfuglio ed apro la porta con le chiavi.
"Notte.." sussurra e prima che possa finire la frase gli ho già sbattuto la porta in faccia.
Vado in camera mia e mi spoglio velocemente, mi tengo la sua maglia perché riesco ancora a sentire il suo profumo.
Non so descrivere di cosa si tratta, ma sa di buono.
Di pulito e di maschio.
Di Nathan.
Mi infilo nel letto e chiamo velocemente Dan.
"Allora come è andata la cena? Ti hanno torturata?" scherza. "Loro sono apposto è con Nathan che trovo difficoltà ad approcciare. Un minuto andiamo d'accordo e il minuto dopo ci strangoliamo a vicenda.." sospiro.
È proprio vero, non è stata una buona idea.
"Vedrai che le cose si aggiusteranno, magari diventerete amici.." propone.
Si certo, come no.
Io e Nathan andremo d'accordo quando nell'inferno nevicherà.
"Non credo.." sbuffo.
"Beh.. ho una notizia migliore. Una che ti farà fare i salti di gioia. Sei seduta?" ride.
Ho bisogno di una distrazione.
"Oggi mentre tu eri occupata a farti a pezzi con il padre di tuo figlio, sono andata da Crosby a ritirare i vestiti per la festa di domani sera.." mi racconta emozionata reprimendo un gridolino. Oh mio Dio, stiamo pianificando questa festa da un mese ormai. "Oddio" urlo.
"Dici sul serio? Come sono? Li hai visti?" sparo a raffica tutte le domande che mi passano per la testa.
"Sono magnifici e indovina? Ho comprato tutti gli accessori giusti.." aggiunge.
Come posso non amarla?
"I tuoi ti lasceranno venire?" domanda di punto in bianco.
"Si, perché non dovrebbero?"
"Non lo so, perché sei molto incinta?" ride.
"Sono una diciottenne incinta. La mia vita non è finita. Voglio comunque poter vivere e divertirmi."
"Dillo ai tuoi.." ride.
"Per quello che ho in mente dovremmo prepararci a casa tua."
"Okay, per me va bene."
"Spero soltanto di non sembrare ridicola.." sbuffo.
"Andiamo.. ormai tutto il mondo sa che sei incinta, perfino la mia vicina di casa dato che mia madre ha la bocca larga.."
"Ho litigato con Carter, o meglio Nathan ha litigato con Carter.." rivelo.
"Che? Mi sono persa la scazzottata?"
"Okay, farò finta di non averti sentita. La cosa è grave, molto grave. Carter non accetterà mai questo strano accordo che abbiamo adesso io e Nathan.."
"Credo che Carter sia abbastanza maturo da comportarsi come adulto e non da egocentrico egoista. In questa storia l'unica persona che dovrebbe essere egoista è proprio il bambino" sbotta. "Io non so cosa voglio."
"Io si. Ho appena scoperto che il mio ristorante cinese preferito fa le consegne, non devo più prendere due metropolitane per mangiare gli involtini.." sghignazza.
Ah bene, che discorso maturo.
"Anche io avrei voglia di involtini di primavera.." borbotto e mi brontola lo stomaco.
"Non me ne parlare.." mugula Dan.
"Ascolta.. riattacco, sono ancora sconvolta dalla serata e ho fame. Buonanotte Dan" la saluto.
Dopo aver riattaccato al telefono, indosso le ciabatte e vado in cucina per fare la cosa che ultimamente mi riesce molto bene, ovvero.. mangiare.
Vedo mio fratello Manuèl intento a mangiare dei pop-corn.
"Che stai facendo?" praticamente urlo.
"Sto mangiando?"
"Ti chiedo di lasciarmene solo un po' altrimenti muoio.." balbetto e mi siedo affianco a lui.
"Che cos'hai?" mi domanda.
"Ho molto sonno e poi ho voglia di mangiare una montagna di pop-corn e dolci.." dico mentre me ne infilo uno in bocca.
"E tu cos'hai?" domando.
"Non riuscivo a dormire. Devo dirti una cosa.. sei la prima persona a cui lo dico.."
"Spara."
"Mi hanno offerto un lavoro all'estero. Inghilterra" spiega e gli si illuminano gli occhi.
"Cosa? Hai accettato?"
"Si. È una grande opportunità per me Carrie. Ho sempre sognato di andare a vivere a Londra."
"Fra quanto tempo parti?"
"Tra un mese. Ho già trovato un sistemazione.." sospira.
Tra un mese. Un mese. Questo vuol dire che non vedrà la mia bambina nascere.
"Vuoi dire che non ci sarai per quando il bambino nascerà?" mi si inumidiscono gli occhi.
"Lui ha te, i nostri genitori, Jack e poi ora anche quella testa di cazzo di suo padre. E poi non starò via per sempre.." mi abbraccia.
"Ma tu sei lo zio.. e io come farò senza di te? Ho bisogno di te.." balbetto e inizio a piangere.
Bene, ho aperto i rubinetti.
Grandioso.
"È tutto okay, ora smetto. Sono i miei ormoni.." rido e piango contemporaneamente.
"Sono orgoglioso di te" dice e mi da un bacio sui capelli.

Forte come due ma sei solo una. (WATTYS2016) Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora