I still remember

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Avere una migliore amica abbastanza popolare, bella, magra e tanti ragazzi ai propri piedi, a volte era difficile.
Odiavo quando Juliet mi costringeva a mettermi in tiro per imbucarci a qualche stupida festa.
Francamente odiavo le feste, e chi vi stava in torno.
La puzza d'alcol e vomito, per non parlare del forte tanfo di sudore.
Quello faceva svenire.
Odiavo stare in quel posto, in quel preciso momento.
Odiavo averle dato il consenso di conciarmi con trucco e parrucco adeguati per l'occasione.
Anche se avevo rifiutato quei trampoli da venti centimetri circa.
L'unica cosa buona presente a quella festa fu lui, Michael.
Bello come il sole, e la luna con tutte le sue preziose stelle.
Era amore, ne ero certa.
Ma lui non mi avrebbe mai guardata, o forse stava guardando me.
"E tu chi sei?" Domandò sorpreso lui, Dio non sapevo rispondere.
Ero immobile.
"Hey signorina, il gatto ti ha mangiato la lingua?" Stavo facendo una figura di merda.
Il mio stomaco non aiutava per niente, era di nuovo lì la voragine.
"Em.. Io beh" Feci una piccolissima pausa per riprendere l'aria, Michael non smetteva di guardarmi con quel sorrisino.
"Mi ci ha portata un'amica" Dissi sorridendo nevroticamente.
"Beh, signorina, che ci fa tutta sola in cucina con.. Aspetta!
È una bottiglietta d'acqua?" Il suo tono era pressoché sorpreso, era evidente il suo tono sorpreso.
Fissai prima lui e poi la bottiglietta che tenevo tra le mani.
Riuscii solo a sorridere imbarazzata.
"Sei ad una festa, divertiti"
"Le feste non fanno per me" Affermai, le mie guance andarono letteralmente in fiamme.
"Beh.. Com'è che ti chiami?" Sarei potuta morire da li a poco, non potevo crederci.
Michael stava parlando con me, Michael era con me, Michael stava chiedendo il mio nome, e io non avrei retto ancora.
"Acacia, Acacia Hataway" Sorrisi porgendogli la mano destra.
Lui non tardò ad afferrarmela gentilmente, presentadosi.
"Allora Acacia, la tua amica ti ha abbandonata?" Rise debolmente.
Dio Michael, amavo il tuo sorriso.
"In verità sono scappata io da lei e tutta la mischia intorno" Puntualizzai.
"Che ne pensi della festa?" Clifford stava facendo un po troppe domante per una come me, sarei potuta scappare o svenire talmente alto era il mio nervosismo.
"Penso che faccia un po pena, anche se io non me ne intendo" Conclusi facendo spalline.
"Grazie per la tua perla di saggezza, Acacia.
Rimedierò invitandoti alla prossima, magari sarà di tuo gradimento" Rise lui.
Aspettai qualche secondo per riflette su ciò che aveva appena detto.
Merda, feci un'altra figuraccia.
"Ma no, scherzavo.
La festa è davvero molto bella.
Guarda, adesso prendo un po di questo e lo verso nel bicchiere" Dissi indicando una bottiglia di vodka su bancone.
Stavo cercando di aggiustare le cose, ma andava di male in peggio.
D'altro canto invece, Michael stava ridendo come non mai.
Se avesse continuato per ancora altri cinque secondi, sarei potuta collassare.
"Non preoccuparti piccola, hai ragione.
È stata organizzata di fretta quindi manca qualcosa"
"Che imbarazzo" Mi scusai ripetute volte mentalmente con lui.
"Che ne dici di fare quattro passi al di fuori da questa merda di musica?
Magari andiamo verso il bosco"
I miei occhi si espansero, lo stomaco andò i palla ed il cuore, beh il cuore batteva davvero molto forte.
Era un occasione per me, per dirli che ero io la ragazza dei misteriosi messaggi romantici.
"Si."

Inutile dirvi che non ebbi il coraggio di farlo.
Avevo davvero molta paura, ero intimidita dalla sua presenza e stordita dalla sua bellezza.
Rimasi lì ad ascoltarlo parlare.
Ricordo ancora ogni sua singola parola
Questo mi diede modo di conoscerlo un po di più, non solo attraverso la finestra di camera mia o dagli sguardi fugaci a scuola.

 𝒩𝒾𝓃𝑒𝓉𝓎 𝓂𝑒𝓈𝓈𝒶𝑔𝑒𝓈 𝒷𝑒𝒻𝑜𝓇𝑒 ✍  𝑴𝒊𝒄𝒉𝒂𝒆𝒍 𝑪𝒍𝒊𝒇𝒇𝒐𝒓𝒅 Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora