La porta si aprì lentamente, lasciando il tempo alla ragazza di accorgersi di cosa stesse realmente accadendo, lasciando il tempo al suo cuore di rendersi conto di ciò che sarebbe successo di lì a poco.
La figura di un ragazzo divenne appena visibile, rischiarata debolmente dalla luce del corridoio, mentre entrava nella propria stanza.
Lei rimase perfettamente immobile, il buio che la proteggeva momentaneamente dalla vista dell'altro, i suoni del battere incessante del proprio cuore che assomigliavano a colpi di cannone.
Quando lui riuscì ad accendere la lucerna che teneva sul basso tavolo accanto al letto, la cicatrice che gli deturpava la parte destra del viso venne illuminata e sembrò risplendere sulla sua pelle ambrata.
Doveva attaccarlo alle spalle, quando meno se lo aspettava, lasciare che il pugnale penetrasse nella sua pelle senza pensarci oltre, esattamente come lui aveva fatto con Yania, ma i suoi muscoli sembravano non voler collaborare, facendola rimanere ferma con le spalle al muro, gli occhi di tenebra che osservavano quel corpo che poteva dire di conoscere a memoria, soffermandosi poi su quel viso che non sembrava essere minimamente cambiato.
Mai aveva avuto una qualsiasi remora nell'uccidere qualcuno, una vita non aveva alcun valore.
Quando il mercenario dei Senza Anima si accorse della sua presenza, voltandosi di scatto con lo spadone già in pugno, lesse nei suoi occhi verdi lo stesso smarrimento che si era impadronito di lei.
***
Non avevano niente con loro, mai avevano avuto qualcosa di personale, non c'era alcun oggetto di valore affettivo o reale che avessero portato via dalla casa signorile del Lord Daryen.
Le provviste rubate dalle cucine erano sparite in fretta, divise fra i più forti del gruppo, i primi a partire verso le città.
Erano rimasti in pochi, troppo pochi, così decisero di partire anche loro.
Revihal le sorrise, anche lui con il respiro lievemente affannoso, fermandosi nel bosco dopo ore di cammino, il buio che faceva ancora da padrone nella terra della Notte.
"Credo... che potremmo accamparci qui" le disse lasciandosi cadere stancamente a terra.
La ragazzina non rispose nemmeno, si sedette davanti a lui, quasi grata, riprendendo lentamente fiato, il viso arrossato dal freddo e dallo sforzo, mentre il grande lupo si accucciava al suo fianco, quasi a volerla scaldare.
"Hai fame?" continuò lui, con una punta di preoccupazione.
Lei scosse piano la testa, mentendo a lui quanto a se stessa, stringendo a sé il grande Barghest.
"Tieni" replicò il ragazzino prendendo dalla sua sacca del pane bruciato "Non sono riuscito a prendere di meglio, quando ce ne siamo andati"
Lei allungò cautamente una mano prendendone un po', divise a metà la sua parte e ne diede un pezzo al grande lupo, che lo accettò avvicinandosi maggiormente a lei.
Revihal fece una lieve smorfia osservandolo.
"Lui sa cacciare, noi no. Non devi nutrirlo, può cavarsela da solo" le disse mangiando lentamente il suo pezzo di pane.
La ragazzina alzò lo sguardo su di lui.
"Non caccerà perché dovrebbe allontanarsi da noi e non lo farà per alcun motivo. Non lo lascerò morire di fame" rispose seria, ma senza guardarlo direttamente negli occhi, come la sua padrona le aveva insegnato a fare.
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L'assassina di innocenti
FantasyLei uccide, non è capace di fare altro, non dopo ciò che è successo con Revihal. Lei uccide, ne ha bisogno, un bisogno viscerale che può essere spento solo dalla morte. La morte di persone innocenti, che è solo un blando palliativo per ciò che il su...