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Questa non è una frase, ma una storia. 


C'era una volta una ragazza. Questa ragazza non era famosa per il suo aspetto, per il suo carattere o per l'abbigliamento, bensì per il suo essere una sognatrice e piena di idee. Era quella che nella sua scuola veniva chiamata "Sfigata", tutto perché lei vedeva il mondo in modo diverso dagli altri. Sapeva guardare avanti a sé, e soprattutto ogni volta che le capitava qualcosa di nuovo, voleva tanto che accadesse anche agli altri, tanto che spesso preferiva far del bene agli altri e subirsi il male. 
La ragazza veniva presa in giro dagli altri perché le piaceva leggere. I suoi compagni la chiamavano "stupida secchiona". Lei li odiava, ma non lo dava a vedere. 
Le ragazze si limitavano a dirle ciò che per lei era la verità: "Sei grassa! Sei brutta! Hai i capelli troppo lunghi! Hai il naso troppo grande! Il tuo abbigliamento è orribile! ... "
La ragazza non si opponeva mai. Tutti pensavano che fosse solo stupida per capire che era la verità, perché spesso lei rideva alle loro prese in giro, oppure abbassava la testa. Ma non sapevano che, appena giunta a casa, dove nessuno potesse vederla, scoppiava in lacrime. Il pomeriggio cercava di essere silenziosa, per evitare che i suoi genitori la sentissero, ma doveva smettere in fretta: i suoi la chiamavano in continuazione. La notte, attendeva che si addormentassero per ricominciare; sapeva che loro non si svegliavano mai nel cuore della notte. 
Il giorno dopo, si presentò un nuovo ragazzo nella classe, che fece battere il cuore alla ragazza. Era un ragazzo semplice, e a primo impatto sembrò gentile. Non era fidanzato. La ragazza però non aveva il coraggio di andarci a parlare. Prima di andare a scuola, si guardò nello specchio, e vide il mostro di sé stessa. In confronto alle altre, lei era davvero orribile. Non sarebbe mai piaciuta a quel ragazzo. A scuola, i bulli scoprirono tutto, perché per sbaglio la ragazza arrossì quando il professore chiamò all'interrogazione proprio lei e lui. 
I bulli per questo la derisero tutto il giorno. Il ragazzo sentì tutto, ma non fu come la ragazza sperò: lei sognava troppo, e sperò che il ragazzo la salvasse. Invece, si unì ai bulli e rise. La ragazza ebbe una tale delusione, che volle togliersi la vita. 
Il giorno dopo, provò a cercare su Internet come morire senza dolore, ma non c'erano opzioni valide: lei temeva la morte, aveva tanta paura del dolore, e non si sarebbe mai autolesionata. Così, pensò a un modo per uccidersi, mentre andava a scuola. Arrivata lì, vide il ragazzo che le piaceva con un'altra ragazza: quella era molto bella, ma non l'aveva mai vista prima. Scoprì essere una ragazza che andava con tutti i ragazzi. Era la puttana del villaggio. Il ragazzo era più che felice di mettersi con lei, sapendo che si sarebbe divertito di più. 
La ragazza innamorata corse in classe e, per tutto il giorno, disegno un omino che si suicidava sul quaderno, pensando a lei stessa come vittima. 
Dopo varie prese in giro, tornò a casa. 
Tre giorni dopo, a scuola si parlò del nuovo ragazzo. Dissero che aveva un tumore ai polmoni e che i suoi genitori erano lontanissimi da casa, per motivi di lavoro. Lui era solo in ospedale. Nessuno lo andò a trovare, dato che nessuno lo conosceva ancora bene ed era suo amico. La ragazza innamorata pensò che probabilmente l'altra ragazza più bella era con lui, che lo rendeva felice. Per curiosità, decise di andare a trovarlo e verificare tutto, magari come ultimo atto prima di morire. 
Arrivata in ospedale, vide solo lui nel letto, con la flebo al braccio, senza nessuno. La stanza era vuota. La ragazza non capì. Il ragazzo le spiegò che nessuno era mai andato a trovarlo, tranne i nonni che erano con lui e gli infermieri. Disse che si sentiva solo, che l'altra ragazza lo aveva mollato perché odiava gli storpi malati, che si era sbagliato e che aveva bisogno di lei.
La ragazza lo guardò, e disse: "Anche io avevo bisogno di te. Io potevo amare più di una puttanella che non vede altro che il sesso. Se non avessi visto quello che ho visto io l'altro giorno coi bulli, ora sarei rimasta al tuo fianco fino alla fine; anzi, per starti vicino mi sarei uccisa anche io. Ma ora... capisco che non vale la pena morire per gente come te." Così detto, si voltò per lasciare la stanza, e aggiunse: "Non andrai all'Inferno: temo che quello sia tutto occupato da moltissima gente come te e gli altri bulli."  e chiuse la porta.
Nonostante tutto, lei lo amava ancora, ma non gliel'avrebbe mai data vinta; sarebbe stato troppo facile.

Frasi di una ragazza depressaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora