Shadowhunters - la luce dell'oscurità

Capitolo 3

<<Andare dove?!>> Chiese Alec
<<Non lo so, non lo so!>>
<<Ma cosa stai dicendo Isabelle?>> Alec cercava di capire, ma la sorella era troppo agitata.
Mentre Isabelle cercava di spiegarsi, Jace cadde a terra, in ginocchio.
<<Jace! Jace alzati! Per l'Angelo! Stai bene?>>
Un dolore lancinante alla testa. Vedeva Clary. Era li, sdraiata su una barella dell'ospedale dietro l'angolo. Sudava e non si muoveva. Chiamava qualcuno, ma Jace non riusciva a capire chi. Quando la visione si fece più reale percepí qualcosa, come se dovesse agire in qualche modo, come se dovesse essere lui a salvarla. Poi vide qualcosa di nero, una forma indistinta che girovagava per la stanza, una specie di spirito, e tutto finì.
Jace era paralizzato, bianco come un lenzuolo.

Simon gli si avvicinò cautamente con gli occhi di tutti posati addosso.
<<Jace calmo, stai calmo, va tutto bene>>
Lui tratteneva le lacrime, voleva fare il duro, ma era impossibile. Simon gli toccò un braccio e, istintivamente, Jace si alzò e si mise a correre. Correva in modo spaventoso, velocissimo. Isabelle si chiese come uno Shadowhunter potesse correre così veloce, ma non era certo il momento giusto per pensarci. Non avevano mai visto nulla di simile. Nessuno.

<<Ma dove va, Santo cielo!>>
<<Lui sa dove andare>> disse Alec in modo calmo.
<<Come??>> Isabelle e Simon non potevano sapere cosa era appena successo a Jace, ma il suo parabatai si.
<<Ha avuto una visione, non so cosa abbia visto, ma sa dov'è Clary, sa cosa fare, e vuole farlo da solo>>
Simon alzò la voce <<Non gli permetterai di fare tutto da solo, vero??>>
Alec non rispondeva.
<<Vero!?!>>
<<Se questo è quello che vuole, Simon, dobbiamo lasciarglielo fare>> Anche Isabelle si era calmata.
Rimasero in silenzio per minuti, un silenzio spaventoso, come se stessero facendo una preghiera. Ma non era così, nessuno stava pregando. Ma cosa si poteva dire in quel momento? Cosa si poteva fare??
Nulla, l'unica cosa da fare era aspettare.
<<Buona fortuna Jace>> disse Simon. Parló così piano che nessuno lo sentí, ma in quel momento fu sicuro di aver sentito un grazie dentro di se, e tra le lacrime, sorrise.