Driin driiin driiin .
La sveglia mi stravolge i pensieri come ogni mattina. Era una calda giornata di estate. Mi chiamo Dalia. Ho 16 anni, amo gli animali. Sono sola. Non ho amici, non ho un ragazzo. Ho solo l'amore del mio cane, Fucur. Esco con lui per portarlo a passeggio. Mi dirigo verso il solito campo immenso di erba , che sembra non finire mai. Oh no, di nuovo , penso tra me. Un gruppo di ragazzi si dirige verso di me con aria poco rassicurante, avranno più o meno la mia età.
- Ciao Dalia. Porti a spasso il tuo, come chiamarlo, cucciolo?
Disse seguito da una risata. Tutti gli altri risero con lui.
Rispondo timidamente - Q questo cucciolo, sarebbe capace di sbranarti. Fucur è un Labrador nero , ancora piccolo di età.
- hahah, non farmi ridere! Sai, volevo proprio comprare un cane come lui, sei stata molto gentile a portarmelo!
Disse strappandomi il guinzaglio dalle mani e facendomi finire a terra con uno strattone. Tutti gli altri ridono con lui , mentre Fucur cerca di venire verso di me.
Sta tranquillo Fucur. Sussurro guardandolo.
Iniziano a bastonarlo davanti a me, mentre mi tengono ferma. Lui guaisce disperato , è pieno di ferite ormai. Si fermano e il ragazzo più grande del gruppo di dirige verso di me, e inizia a bastonare anche me. Perdo i sensi , mi trascinano in una cascina abbandonata. Sento dire - ora ci divertiamo un po
Iniziano a spogliarmi, piango disperata. Stava per entrare quando qualcosa spalancò la porta di botto . Un enorme, gigantesco e meraviglioso stallone baio bruciato, di razza Hannover si fa spazio tra i ragazzi. Inizia a scalciare, viene verso di me. Intanto io ho afferrato i miei pantaloni e le mie scarpe e dopo essermeli rimessi, vedo quell'enorme creatura venirmi incontro. In un nanosecondo prende con i denti il guinzaglio di Fucur e galoppa via, i ragazzi distratti dal cavallo corrono fuori, in quel momento esco dalla finestrella che era proprio dietro di me. Corro, corro e ancora corro più veloce che posso, con il fiatone, fin quando cado. Sento che stanno arrivando, sono sempre più vicini. Qualcosa mi trascina dietro un albero. Svengo.