Years old

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"Mi hai detto di tornare, ora sono qui, Louis".

Il magnifico modo in cui pronunciava il suo nome non aveva descrizioni.

Harry Styles. Peccatore e sporco tentatore. Non esitava a portare tutti con lui. Non esitava a portare tutti nel suo salotto, nella sua piscina, nei posti più belli del mondo, nel suo di mondo.

Louis Tomlinson. Meraviglioso e incantevole angelo. Non esitava a dare buoni consigli a tutti. Non esitava a prendersi cura del morente, migliore amico, Zayn Malik. Non esitava a perdonare. Non esitava a far vivere gli altri, a differenza di qualcun altro.

Louis&Harry erano due anime incomplete, incapaci di amarsi, incapaci di provare attrazione verso l opposto. Odiavano aver torto, odiavano amarsi incondizionatamente pur non sapendolo, ma una cosa l amavano, amavano cercarsi. Cercarsi con gli sguardi. Dov'era Louis, lì era Harry. Ma Louis non poteva rovinarsi con le sue stesse mani, non poteva cadere nella tentazione e sporcarsi le ali di peccato, il peccato, a detta sua, più incantevole che potesse mai esistere. Come poteva un peccato essere così bello?

Questa era una delle tante domande che si poneva Louis. Domande che mai avrebbero avuto una risposta, ma una fine sì.

"Papà, b-boglio la toria, me la r-racconti? Per fabore"

"Darcy, non ti reggi in piedi, ma lo farò comunque" disse l angelo al proprio paradiso.

"Louis, torna subito qui!" urlò una donna dall'aria stanca al suo bambino, che impertinente, cercava il suo pallone, finito ormai nella recinzione accanto casa sua.

Il bambino correva, correva con tutte le sue forze verso il suo pallone, è doveva prenderlo, perché lo voleva.

Trovò un bambino poco più piccolo di lui, con il suo pallone blu e bianco tra le mani.

"Mi dai il mio pallone?"

Ecco lo spettacolo più bello mai esistito.

I suoi occhi. Erano splendenti, erano come se nessuno li avesse mai sporcati, ma era pura apparenza. La sua bocca, piena di parole assassine. I suoi capelli, beh, quelli Louis non seppe descriverli. I suoi capelli non avevano immaginazione, erano indescrivibili, tanto che Louis quell attimo avrebbe voluto buttarci la mano dentro.

"No"

Una parola. Due lettere. Suono perfetto.

"Ci tengo molto, me l'ha dato il mio papà quando è volato lassù" Louis indicò il cielo.

"Lassù- Harry indicò il cielo a sua volta - non c'è niente che non somigli al peccato, e scommetto che tuo padre era un peccatore, Daniel Tomlinson, dico bene?"

Louis stravolse ogni sua aspettativa.

"Sì, lo era" disse il più grande abbassando il capo.

"-ma gli voglio tanto bene" continuò ancora Louis mortificato e deluso da suo padre.

"Lui no, i peccatori e i tentatori non hanno sentimenti" disse Harry alzando la testa di Louis.

"Non sai nulla di mio padre, lasciaci in pace" disse Louis strappando il pallone tra le mani del riccio.

"Stai cadendo nel peccato, dolce Tomlinson, fai attenzione"

Queste furono le ultime parole che Harry pronunciò prima di andare. Quasi per sempre. Dico quasi perché non andò mai via davvero. Lui c'era sempre dov'era Louis.

Dopo circa dieci anni.

Anne piangeva. Gemma urlava. Des si strappava i capelli mordendosi le labbra non dando peso alle lacrime che incondizionatamente scendevano sul suo viso. La famiglia Horan era silenziosa, loro non amavano dar sfogo alle loro emozioni. Erano indistruttibili fuori e distrutti dentro.

Paradise or war zone?Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora