Stanza 1

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Prima buio, poi luce: "Che ci faccio qui?"
Poi i ricordi.
Tornavo a casa e mia madre mi stava aspettando in cucina.
"Ciao Annika" disse mia mamma "sei un po' in ritardo. Allora come é stato tornare a scuola?"
"Bene, a noi del secondo anno i professori ci hanno accolto calorosamente; sinceramente non me lo aspettavo, avrei pensato più ad un - Dovrete lavorare di più, l'anno nuovo sarà pieno di studio...- e via dicendo"
"Altro di speciale?" chiese mia mamma.
"No, niente" risposi.
"Allora Ann vatti a preparare che tra poco é pronto il pranzo."
Salii al piano di sopra e mi diressi in camera mia.
Aprì la porta e me la richiusi dietro a chiave senza notare i due criminali che mi stavano aspettando.
Erano i due super-ricercati di cui sentivo parlare alla televisione ogni sera.
Non uccideranno con uno scopo preciso, a loro piaceva e basta, un po' come per divertirsi, anche se non penso che questo si possa chiamare divertimento.
Per fare ciò utilizzavano uno strumento inventato da loro:"La Scatola"
Questo è un enorme cubo di metallo diviso in centinaia di stanze, ognuna piena zeppa di trappole.
Appena mi accorsi di loro, cioé quando tolsi la chiave dalla toppa, mi prese uno spavento e li vidi i loro occhi piccoli e scuri che sorridevano.
Gli occhi e non la bocca perché quella era coperta da una maschera anti-gas che serviva a proteggerli dal sonnifero che avevano appena sparso nella'aria e che mi fece cadere atterra esanime.
E poi la stanza in cui ero finita, dalle pareti lisce e con un buco sul soffitto dal quale probabilmente sono stata calata.
Non c'era alcun modo per raggiungerlo, perciò decisi che dovevo farlo, alzarmi e sfidare "La Scatola".
Indolenzita mi misi e sedere e notai in un angolo un bottone, lo premetti e una porta si aprí.
Entrai senza indugio.

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