2: storia d'amore

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07/07/1X75

Era una mattina di luglio,il sole splendeva e l'ombra che si creava sotto gli alberi era molto scura e fresca rispetto alla giornata.
Alyssa era appena uscita di casa e stava passeggiando.
Il giorno prima, insieme a delle sue amiche si era messa d'accordo per visitare uno strano posto, le voci narravano che una ragazza dieci anni prima fosse entrata lì dentro e divenne pazza.
Era una sorta di gara di coraggio nata per una scommessa, tutto ciò perchè le tre ragazze erano innamorate della stessa persona e quest'ultimo le aveva sfidate ad entrare, quella che ci sarebbe rimasta più tempo avrebbe vinto.
Era una cosa seria, si erano portate uno zaino con delle provviste.
Alyssa camminava nel viale, c'era un po' di venticello, ma data la lunghezza dei suoi capelli poco importava, essa infatti aveva i capelli appena appena sulle spalle di un color nocciola quasi grigio veramente particolare, ma la cosa che più affascinava tutti era il colore dei suoi occhi, non si erano praticamente ma visti degli occhi viola come i suoi, così grandi e vivaci, sprizzavano curiosità da ogni punto li si guardava.
Arrivata al punto di ritrovo (il cancello) aspettò l'arrivo degli altri e poi si addentrò in quella strana villa. Lei e le sue amiche erano pronte, chi spaventata chi no.
I ragazzi stavano già facendo scommesse su chi potesse vincere mentre Blake, il ragazzo di cui Alyssa era innamorata, bellissimo e gentile, tentava di farli stare in silenzio.
"Sarà facile vincere", pensò la ragazza dagli occhi viola convinta delle sue capacità.
"Cioè, guardale, non si reggono in piedi dalla paura", aggiunse al suo pensiero.
Era il momento delle estrazioni, ebbene si, la sorte avrebbe deciso chi fosse entrata per prima, chi per seconda e chi per ultima.
Blake teneva in mano tre bastoncini, uno era corto, l'alto un po' più lungo e l'ultimo normale, chi avrebbe pescato quello più corto sarebbe entrata per prima, quello medio equivaleva al secondo posto e quello lungo all'ultimo.
Belle, quella che un tempo era la migliore amica di Alyssa, pescò per prima e per sua sfortuna aveva pescato il bastoncino corto.
«Qui ne vedremo delle belle!», esclamò uno dei ragazzi a conoscenza della paura di Belle, infatti quest' ultima, odiava le case abbandonate o i posti vecchi e trasandati, era sempre stata fin da piccola una maniaca dell'ordine e della pulizia e non accettava di sporcarsi o andare in posti sporchi.
Belle guardò il ragazzo come se volesse strozzarlo da un momento all'altro, tanto che il tipo "spiritoso" deglutì dalla paura, sapeva quanto Belle poteva essere cattiva dato che in passato era stato fidanzato con lei, segretamente la amava ancora.
"Belle sarà pure bella, alta e attraente, ma è troppo odiosa, a lui non potrebbe mai piacere una tipa come lei", pensò Alyssa tentando di incoraggiarsi.
Infatti, l'ex migliore amica di Alyssa era davvero bellissima, era alta magra con delle belle curve, ed i lineamenti del viso erano molto dolci e raffinati.
Aveva i capelli biondo cenere, erano mossi, inoltre aveva una frangetta sempre impeccabile,ma anche nel suo caso la sua particolarità erano gli occhi, infatti la ragazza aveva stupendi occhi grigi.
Ma tornando all'estrazione, la seconda a pescare fu proprio lei, non aveva paura, lei non aveva mai paura, dopo essersi trovata faccia a faccia con la morte da piccola, imparò a non spaventarsi dalle cose futili.
L'ultima ragazza ormai sapeva già la sua sorte, Erin, infatti, sarebbe stata l'ultima.
«Ehm,Alyssa...I-io ti vorrei chiedere se possiamo scambiarci bastoncin-...», Erin, la classica ragazza timida, fu interrotta da uno di quei maleducati ragazzi.
«E no caruccia, mi spiace, dovrai soffrire», detto questo lui ed i suoi compagni iniziarono a ridere, tranne Blake.
«Siete capaci di stare zitti ogni tanto?», disse Blake stufo.
Rimasero in silenzio finchè uno prese a dire qualcosa sottovoce, Blake sembrava fregarsene.
«Beh?Quando si inizia?», sbuffò Belle
«Per me anche ora», rispose Alyssa
«O-ok...», Erin era un po' in ansia,non era mai stata una di quelle ultra coraggiose.
«Allora io entro» disse Belle guardando malamente tutto il gruppo.
«Buona fortuna,spero che tu rimanga dentro per un bel po', così non dovrò sopportarti ancora» , aggiunse Tom.
Questa era stata davvero una brutta pugnalata per Belle.
Le urla dei ragazzi in sottofondo la deridevano , ed essendo una ragazza molto orgogliosa non voleva farsi vedere titubante nella sfida che aveva accettato, ma infondo, lo sapeva anche lei che le piaceva Blake solo perchè voleva dimenticarsi Tom, il ragazzo alto dai capelli corti e castani che poco prima l'aveva presa in giro.
«Ah ok», si limitò a rispondere lei, con una faccia quasi indifferente.
L'espressione del ragazzo cambiò radicalmente, era quasi preoccupato, anzi, lo era, ma lo stava nascondendo. Lui sapeva che se le avesse detto quella frase lei ci avrebbe sofferto, ma sapeva anche che avrebbe fatto esattamente il contrario da ciò detto da lui, in realtà non voleva che vincesse. Non voleva.
Belle entrò senza fare una piega.
"Incredibile" pensò "Non ho mai visto ambiente più trasandato di questo, dopo la camera di Tom, ovviamente" aggiunse muovendo con un piede una lamina di ferro impolverata appoggiata al terreno.
"Che schifo, ma davvero ho accettato questa scommessa? E tutto per colpa sua, sì, per colpa di Tom.", pensò alla scena capitata una settimana prima e strinse i pugni, calde lacrime iniziarono a scenderle dai suoi occhi.
"Ah, ma tanto ora lui è innamorato di un'altra, quindi perchè dovrebbe interessarmi?", iniziò ad incamminarsi lungo il corridoio, i ricordi le riaffioravano lentamente nella testa, tutti quei bei momenti passati insieme, molte incomprensioni, frasi interrotte, frasi che avrebbe voluto sentirsi dire interrotte, il suo bizzarro modo di fare.
Tutto ciò la feriva, ma rendeva Tom una persona diversa dalle altre, e a lei alla fine piaceva, anche se il vero motivo per cui si sono lasciati...Beh, questa storia non ci riguarda.
Camminò asciugandosi le lacrime ed iniziò ad esplorare quel nuovo territorio che per molto tempo sarebbe dovuto diventare la sua casa. Ed i suoi genitori? Ovvio, la risposta è stata "campeggio scolastico", alla fine erano compagni di classe, quindi non cambiava molto.
Trovò un tavolino ancora intatto in quello che sembrava essere un grande atrio, decise di sedersi un attimo e di fare una piantina con le stanze che aveva visitato.
Aveva visitato soltanto il piano terra ed era già passata un'ora.
"Wow, fantastico, voglio già andarmene adesso,figuriamoci passare qui la notte", ma nonostante ciò si caricò di nuovo lo zaino preparato precedentemente da lei stessa e iniziò a salire le scale.
Con poca voglia iniziò a cercare un qualcosa che avrebbe potuto farle da letto, e mentre lo cercava iniziò a salire le scale.
Erano abbastanza scricchiolanti, ma tutto ciò non importava, voleva dimostrare a Tom che lei non dipendeva da lui, non le importava se avrebbe dovuto fidanzarsi con qualcun altro.
Nel frattempo fuori erano tutti abbastanza eccitati e ansiosi,le ragazze avevano un po' ansia, ma cercavano di non darlo a vedere.
Tom fissava la casa, chissà cosa stava pensando.
Belle era ormai arrivata ad ispezionare anche il piano superiore, ma non riuscì a trovare ciò che cercava, anche perchè la paura dello sporco, le impediva di toccare troppo, decise allora di salire ancora su una scala fatta di marmo.
Mentre camminava in quel corridoio l'eco dei suoi passi proseguiva veloce come i battiti del suo cuore, non capiva se era paura od eccitazione, si rendeva soltanto conto che avrebbe voluto già uscire da lì.
«Ehi, Tom! Che stai fissando? Per caso sei preoccupato per la tua ragazza?», disse un suo amico con aria arrogante.
La reazione di Tom, diciamo che non fu proprio delle migliori. Eh già, quel poveretto aveva appena ricevuto un bel pugno nello stomaco.
Nessuno si azzardò a dire nulla, mentre questo continuava a fissare la casa.
Nel frattempo passò una settimana e Belle non si era fatta ancora vedere, i ragazzi iniziarono a pensare che fosse stata un po' una cazzata non dare un limite di tempo.
"Chissà che stanno facendo gli altri..." pensò mentre camminava
"Pff, Tom starà sicuramente dicendo agli altri cose del tipo -ahhh, guarda un po', non è ancora uscita eh?- non mi importa. Non mi importa, devo smettere di pensarci..."
"Accidenti, ho mangiato troppo, le provviste mi basteranno massimo per oggi... Beh significa che sarà il momento di uscire domani. Ma io non voglio." si fermò.
"Giusto, io non voglio uscire."
"Perchè dovrei farlo? Fuori di qui ho solo problemi"
"Qua da sola potrei morire tranquilla"
"Tanto a nessuno importa"
Iniziò a pensare seriamente al suicidio, tanto i ragazzi non sarebbero entrati se lei non fosse uscita, però, siccome non aveva ancora visitato una parte dell'edificio decise di esaminarla e di decidere poi su di ciò.
Scese abbastanza in fretta le scale trascinando con sè lo zaino ormai vuoto, ma non si accorse che quest'ultimo si incastrò e rimase appeso ad una finestra.
Tom stava ormai sonnecchiando, quando si accorse che sulla facciata principale era cambiato qualcosa, ma non capiva cosa. Cercò di osservare meglio.
«Un momento. Ragazzi. Ma quello appeso alla finestra non è lo zaino di Belle?!», esclamò uno dei ragazzi.
Tom rimase senza parole.
«Ma se lo zaino è vuoto significa che non ha più cibo, giusto?E quindi dovrà uscire» ,aggiunse Alyssa.
A Tom si illuminò il volto, sembrava essere "rinato".
Belle stava ancora esplorando quel piano, le sembrava ancora ieri da quando era entrata in quel posto.
Intanto si fece sera, i ragazzi iniziarono a domandarsi il perchè la ragazza non fosse ancora uscita.
«Sentite, non sarà il caso di andare a controllare stia bene?», propose Alyssa guardando Tom.
"Dopo ciò che ho passato con lei non me la sento di abbandonarla... Anche se per molti motivi noi non ci siamo più sentite non significa che non debba più volere bene a Belle", pensò Alyssa.
«Ok dai, forse è meglio così», Blake approvò.
«Posso andarci io?», chiese la ragazza dagli occhi violacei.
«Certo», rispose Blake.
«Cioè, forse è meglio mandare una ragazza per evitare che succedano cose sgradevoli»,disse Blake sottolineando la parola sgradevoli mentre guardava storto gli altri ragazzi.
«Ok, allora io vado a dopo!», esclamò la ragazza entrando in quell'edificio buio.
"Fortuna che ho dei fiammiferi", pensò.
Esplorò il piano superiore ed il piano terra chiamando in continuazione Belle, non ottenne mai risposta.
Decise dunque di scendere.
Nel frattempo la ragazza dai capelli mossi aveva appena trovato una stanza che probabilmente avrebbe dovuto essere una mensa e si fermò ad osservarla, trovò molti utensili...
Tra cui dei coltelli.
"Ironia della sorte, eh? E così davvero la farò finita qui? Non ci avrei mai scommesso", pensò la ragazza dagli occhi color cenere prendendo un coltello in mano.
Era quasi convinta che in quel posto fosse successo qualcosa di molto particolare.
Trovò una porta sul muro.
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Alyssa correva veloce, aveva paura che fosse successo qualcosa alla sua amica, scese in fretta e furia le scale ed arrivò ad un corridoio con tre stanze da mensa.
«BELLE!», urlò la ragazza.
Belle sentì la sua voce, non voleva vederla, non rispose.
Alyssa guardò nelle prime due stanze ed infine nella terza, Belle, messa ormai alle strette aprì la porticina sul muro mentre Alyssa le correva incontro, stava urlando, ma non la sentiva.
Quella porta aveva qualcosa di strano, pensò poco prima di essere catapultata insieme ad Alyssa all'interno di un enorme spazio buio e nero.
«Belle!Allora stai bene!»
«...Non dovevi venire...»
Alyssa iniziò a capire che quella stanza era parecchio strana.
Sul pavimento vi era una strana poltiglia nera che calpestata faceva una luce rosacea, il posto sembrava essere enorme e non avere muri.
Come poteva essere reale?
Le ragazze erano preoccupate.
Comparvero delle scritte sospese a mezz'aria.
"Solo una."
Iniziò a partire un timer, seguito da una serie di avvertimenti abbastanza preoccupanti.
«A te qualcuno sta aspettando», disse sorridendo la ragazza.
Belle non capiva.
«Cosa stai dicendo?! Tu devi venire con me!», urlò l'altra.
«Avevo già sentito questa storia. Per favore, Belle, vai.Se entro otto minuti non te ne andrai, probabilmente entrambe faremo una brutta fine»
«Alyssa, cosa cazzo stai dicendo?! Non siamo in un libro!»
«Belle, Tom è preoccupato per te»
«Cosa...?»
«E' così, perciò, per favore vai, io me la caverò»
Mancavano pochi minuti.
--Allora? Chi vuole morire?--
Questa era la scritta riportata sulla parete.
Alyssa fece un passo avanti.
Pensò a tutti i bei momenti trascorsi con la sua migliore amica, sorrise, pensò a Blake.
«Ehi, senti Belle...»
Aveva deciso, dopotutto la sua vita era stata stupendamente felice, non sarebbe stato male finire tutto ora.
Un rumore forte.
Un grande muro si era creato dietro ad Alyssa che, girata di spalle attendeva una risposta dall'amica.
«Dimmi...»
«Non mi odi, vero?» , disse Alyssa girandosi ad osservare l'amica attraverso quel muro rosastro accennando un sorriso.
«Ma che domande! Non ti ho mai odiata...» , rispose l'altra osservandola quasi arrabbiata.
«Bene...» , rise «Mi fa piacere saperlo», aggiuse sorridendo.
«Dì a Blake che mi è sempre piaciuto», Alyssa continuava a sorridere trattenendo tutte quelle lacrime che avrebbe voluto lasciar cadere.
"Lei ha qualcuno che la aspetta. Io no, non ho nemmeno una famiglia, dovrei davvero essere così egoista da lasciarla morire? No.", continuò a pensare la ragazza dai capelli castani.
I suoi genitori erano morti quando lei aveva quattro anni a seguito di un violento terremoto, lei si era salvata per miracolo.
--[...]Quando i tuoi incubi possono diventare realtà...--
Belle piangeva.
«Per favore, non piangere per me, io sono felice», tentò di consolarla l'amica mentre anche lei piangeva.
«Mi dipiace Alyssa, mi dispiace che dopo un inutile litigio non ci siamo più parlate, mi dispiace di essere cambiata, di essere diventata così, mi dispiace tanto!» urlò Belle piangendo.
--Tempo scaduto.--
La porta si spalancò, Belle viene risucchiata fuori dalla stanza.
Alyssa si asciugò le lacrime guardando l'uscita, la porta si chiuse.
Era la fine.
Si accorse di qualcosa che stava per cadere dall'alto, bizzarro, proprio come l'incidente del suo passato, solo che quella volta non c'era Belle a salvarla.
Sorrise.
E quello fu il suo ultimo sorriso prima di essere sepolta dalle macerie.
L'aura rosacea di quella stanza si spense, era finito tutto un'altra volta.
Sotto le macerie si intravedeva una macchia rossa.
Belle cadde per terra piangendo, urlando, chiamava l'amica, chiamava Tom, voleva vederli entrambi ,voleva abbracciarli,dirgli che voleva stare per sempre con loro.
Fuori dalla casa i ragazzi sentirono le sue urla, corsero veloci dentro a cercare la compagna.
Qualcuno aprì la portà della mensa.
Il ragazzo , sì, era davanti a lei e la stava guardando.
Fece qualche passò dopo di che iniziò a correre e la abbracciò, Belle iniziò a piangere, lo abbracciava forte, il ragazzo era sorpreso ma ricambiò quell'abbraccio.
Quando gli altri entrarono nella stanza una forte luce rosa li stordì, dimenticarono tutti l' esistenza di Alyssa.
«Tom...Tu- tu sei uno stupido!», disse lei singhiozzando.
«Eh lo so », disse lui stringendola e accarezzandole i capelli, ridendo.
«Tu non hai idea di quanto-!», Belle venne interrotta da Tom.
«Shh , non importa più nulla ora. Siamo stati stupidi, lo so, però non sarebbe male rincominciare tutto da capo ,insieme», disse sorridendo.
Belle acconsentì muovendo la testa, mentre piangeva di felicità.
Anche gli altri sembravano contenti.
Ed Alyssa?
Beh in realtà questa è un'altra storia.  

Unknown.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora