9:05 A.M. - 8 Giugno, 2002
"Harry tesoro, c'é una famiglia qui per verderti!" un'allegra voce cinguettò nel mio orecchio, rendendo questo un nauseabondo, malato mattino facendomi sentire come se avessi una bolla nello stomaco.
Mi misi a sedere sul letto e mi guardai intorno. La stanza era piena di luce. Essa illuminava ogni parete ma si concentrò maggiormente su Emily, come se fosse una sorta di angelo, ma sapevo che fosse lontana dall'esserlo. Lei sembra essere la custode o come la chiamo io, custode della cripta.
"In realtà sto bene cosí" feci un sorriso falso verso di lei prima di nascondere il viso sotto la coperta, e per liberarmi ulteriormente della sua presenza lo feci scivolare fino a sotto il cuscino.
"Questa potrebbe essere la tua opportunità per avere una casa, Harry." continuò a parlare, nonostante fossi sicuro di aver chiuso la conversazione.
Sentivo ancora l'insistente picchiettare dei suoi piedi. Le sue mani erano probabilmente posizionate sui suoi fianchi, come sempre, la testa sarà inclinata di lato e con quei evidenti occhi ancora stranamente luminosi mi starà mandando occhiate simili a pugnalate verso la mia schiena. I suoi occhi potranno anche essere del dolce colore del mare o di una luminosa giornata d'estate ma hanno una freddezza glaciale che trasmettono paura e fanno venire i brividi lungo la schiena.
"É una stronzata." mormorai ad alta voce contro il cuscino. Uno schiaffo colpí il mio sedere all'istante, facendomi saltare fuori dal letto. Mi strofinai il fondoschiena e guardai Emily con occhi tristi. "Per che cos'era quello?"
"Uscirai dal letto e andrai giù nella sala ricreazione immediatamente!" disse mentre indicava la porta , come avevo previsto, mi stava fissando con occhi glaciali.
"No. É la quinta famiglia in questa settimana. Nessuno mi vuole, rinunciaci Em." Riportai il mio corpo indietro verso il letto, tirando su col naso.
Odio piangere. É sempre stata una delle cose che piú odio delle volte passate. Dico 'volte passate' perché lo faccio davvero tanto. Ci passo letteralmente il tempo. Mi piacerebbe smettere, realmente, ma non ci riesco. Prima che io possa fermare le lacrime, loro trovano una via di fuga dai miei occhi e vanno a finire nel cuscino, nella coperta, o solo semplicemente sulle mie guance. Sono sorpreso che il mio corpo riesca a produrre così tante lacrime come fa, penserei che sia a corto d'acqua ora come ora.
Ho chiesto al mio insegnante di scienze al riguardo. Ha detto che non posso stare a corto di lacrime perché il mio corpo é fatto dal settanta per cento d'acqua. Gli dissi che doveva essere almeno del cinquanta per cento ormai, con tutte le volte che ho pianto. Si é messo a ridere di me, come le famiglie e gli amici che mi faccio.
"Harry caro..." Emily si sedette accanto a me e avvolse le sue fredde mani attorno le mie spalle, portando il mio corpo verso il suo.
Potrei dire che il suo corpo mi conforta, ma non lo fa. So di essere il suo piú grande problema. Lei passa per centinaia di bambini diversi e li inserisce nelle case, e loro ci restano. Non sono mai stato in una casa per piú di una settimana. Fino ad ora solo due persone mi portarono nelle loro case, ma questo é il problema. Non sò cosa ho sbagliato.
Lei é così con tutti i bambini qua dentro. Non sono speciale; e ogni famiglia che ho incontrato sembra essere d'accordo. Sembro normale. Non sono una sorta di bambina carina con riccioli biondi e grandi occhi celesti. Non sono un'estroverso atleta bambino con possibilità di avere un posto nella squadra di football scolaresca da grande. Ho piccole gambe e piccole braccia, e il bambino grasso in me ancora non mi ha lasciato. Sono basso rispetto agli altri bambini e i miei piedi sembrano strani. Le mie mani sono morbide e minuscole. Tutto di me urla il fatto che sono debole e gracile.
Apparentemente questo é abbastanza per gli altri da farmi prendere di mira a scuola e abbastanza per me da non adattarmi ad una potenziale famiglia.
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Orphan [Italian Translation]
FanfictionHarry era selettivamente muto , antisociale e aveva un'aspetto punk. Ha tatuato il suo corpo e trafitto la sua pelle. Pensava di star bene da solo, ma ben presto scoprirà il contrario