Seconda parte.

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Effettivamente, non era proprio tutto il giorno. Ma era più o meno dalle prime ore del pomeriggio, dopo il pranzo saltato. Stomaco vuoto e alcol a tutto andare, come se stessi festeggiando qualcosa. Il mio fegato che stava nuotando tra quest'ultimo, mi stava rendendo difficile non vomitare.

Chiusi gli occhi e appoggiai la testa indietro cercando di non pensare a tutte quelle cose che stavano girando intorno, non aiutavano certo a non dare di stomaco. Sapevo sarebbe successo avendo bevuto davvero eccessivamente, e per questo mi maledicevo in tutte le lingue esistenti e non.

"Tu invece? Come va?" Chiesi al riccio, per distrarmi da quel vortice di alcolici che avevo all'interno.

"Lasciamo stare. E comunque credo che stasera basta bere Malik." Disse e io sbuffai, aprii gli occhi e notai che stesse bevendo direttamente dalla bottiglia, ciò mi fece ridere leggermente. Lo osservai buttare la testa indietro appoggiandola sul divano e guardò il soffitto in silenzio, leccandosi le labbra. Mi sarebbe piaciuto sapere a cosa stesse pensando.

Avrei voluto dire qualcosa, ma posai lo sguardo sulle sue labbra senza farmi notare. Quando stavo per parlare, mi venne improvvisamente un attacco di conato di vomito. Così mi alzai e con una mezza corsa da zombie, totalmente idiota. Mi precipitai in bagno e mi inginocchiai davanti alla tazza del cesso.

Mentre stavo rimettendo persino l'anima, imprecando ogni tanto, sentii un tocco dolce passare sulle mie spalle. Capii che il riccio mi avesse seguito. Mi chiesi come mai tutta quella premura per un coglione come me. Ma non mi dispiaceva affatto che lui si preoccupasse. Appena finii di vomitare, mi chiese dolcemente.

"Che ne dici se dopo ci facciamo qualcosa di caldo, non hai un bell'aspetto, e non ti permetterò di distruggerti ancora di più." Le sue parole mi sorpresero. Mi alzai dal pavimento e tirai l'acqua per poi mormorare dopo il mio solito sbuffo.

"E' solo la terza volta che vomito così oggi." Ovviamente, non dicevo sul serio, ero ironico. Poi mi avvicinai al lavandino e mi lavai i denti, sciacquando la bocca così da poter rimuovere il sapore del vomito, che mi aveva lasciato un retrogusto schifoso ed insopportabile. Con una smorfia continuai poi.

"Ma sono d'accordo. Qualcosa di caldo mi andrà benissimo." Mentre uscivamo dal bagno lui annuì e rispose.

"Bene." Non avevo mai visto nessuno essere così preoccupato, o che volesse prendersi cura di me. Gli feci strada verso la cucina e appena arrivati, mi sedetti su una sedia tenendo la mia testa su con un braccio. Gli occhi socchiusi e l'attenzione rivolta al ragazzo riccio dagli occhi verdi ammaliatori.

Okay, forse per me era strano, ma mi attraeva. Non solo di aspetto fisico, ma anche di persona. Ma non ero sicuro, non ero sicuro di niente. Non avrei voluto trascinarlo in quel disastro che ero io. Lo osservai preparare l'acqua per fare un Thè, in silenzio. Quando si sedette davanti a me, deglutii. Alzai il cellulare con lo schermo spento e osservai il mio riflesso. Occhiaie pronunciate sotto gli occhi, un po' rossi. Capelli scompigliati. Labbra rosse screpolate.

"Certo che faccio veramente schifo." Mi uscì spontaneo dire, sbuffai subito dopo e lasciai cadere la fronte sul bordo del tavolo con un leggero tonfo a seguire. Chiusi gli occhi stanco.
Avrei voluto sparire.

Avevo perso il lavoro, avevo perso la persona a cui tenevo di più, tutto in così poco tempo.

Ma non sentivo nulla. Il vuoto mi aveva avvolto.

"Ne vuoi parlare?" Chiese Jasper con premura, io sorrisi amaramente e scossi la testa rispondendo.

"Di che? Di lui che non mi parla? Che mi ha lasciato per un'altra venuta dal passato? Guarda, piuttosto che parlarne, preferisco ficcarmi una spada in bocca che esca dal culo." Alzai la testa verso di lui e cominciai a sentirmi uno schifo di persona. Iniziai ad odiarmi nel profondo, parlare del mio ex ragazzo, mi faceva diventare più insopportabile di quanto credessi.

Abbassai lo sguardo mentre i miei occhi cominciavano a lacrimare, dei veli trasparenti e appannati si trasformarono ben presto in gocce. E con la voce spezzata, come anche io ero. Ero spezzato, mormorai.

" Avrei fatto di tutto per lui." Ancora sotto gli effetti dell'alcol, scoppiai a piangere, di un pianto liberatorio, di quelli che ti tolgono per un momento il peso della vita. Le mani nascondevano il mio volto rigato dalle lacrime. Poco dopo mi sentii alzare dalle spalle e tolsi le mie mani dal viso, facendo incontrare le mie iridi scure con quelle chiare di Jasper, che prese a parlare.

"Zayn andiamo, ora ne sei ancora innamorato, ma finirà tutto questo dolore. Fare così non ti porterà da nessuna parte, non ti riporterà Nicolas indietro. E davvero mi dispiace dirtelo." Aveva ragione, aveva assolutamente ragione, ma io ero testardo e innamorato, accecato dal mio immenso dolore. Scossi la testa con convinzione e mormorai guardandolo.

"Non capisci Jasper, aver perso lui, è come aver perso l'aria dai polmoni. E' un dolore che nemmeno ti puoi immaginare.. fa così male che non sai più che cosa farne della tua vita. Così male che non senti più nulla. Assolutamente nulla. Ti svegli di mattina e nulla. Non esiste nient'altro che tu ed il dolore. E io non ne posso più.." Lasciai un sospiro pesante dopo tutte quelle parole, mi ero arreso al peso di tutto quel dolore e non avevo alcuna voglia di andare avanti. Solo di stare fermo e continuare a girare in quel vortice senza fine di dolore. Non avrei più provato niente, né amore, né odio, né felicità.
Il vuoto.

"Zayn, porta troia. Sono stato un fottuto anno. Conta bene, un anno. Con un ragazzo. Oh, dire che è stato tutta la mia vita è un diminutivo. E mi ha lasciato per il mio migliore amico. Dio, ci sono stato non male, nemmeno malissimo. Ero distrutto, uno zombie se posso esagerare. E fa schifo tutto questo perché non provo più niente per nessuno." Mi sorpresi delle sue parole e per un attimo mi sentii in colpa. Perché sapevo cosa volesse dire, lo sapevo benissimo. Mi morsi il labbro e rimasi in silenzio, abbassai lo sguardo alla sua reazione così inaspettata. Poco dopo mormorai.

"Mi dispiace.." Ero sincero, decisamente fin troppo sincero. Appoggiai una mano sulla sua schiena e sospirai di nuovo, ormai era diventato un vizio sospirare. Appoggiai poi la testa sulla sua spalla guardandolo, risi leggermente e dissi. "Non siamo in situazioni molto diverse, allora. Che ne dici di un aiuto a vicenda?"

Chiesi non volendo che lui stesse male e cercai il suo sguardo delle sue iridi verdi, mentre lentamente gli accarezzavo la schiena. Lo sentii ridacchiare e girò il viso verso il mio, sorrisi sentendo il suo respiro sul mio viso. Credetti di volerlo baciare, ma poi pensai che magari era l'alcol che ancora girava per il mio organismo, così lasciai stare.

Sentii la teiera, e probabilmente anche lui che mi scompigliò i capelli, cosa che mi fece mettere un tenero broncio, per poi emettere un verso in segno di lamento. Lo guardai spegnere il fuoco e girarsi nella cucina, feci un sorrisetto per poi alzare un sopracciglio in modo curioso, sentendolo chiedermi.

"Ehm.. Dove sono le tazze?" Risi dolcemente guardandolo girarsi e schiarirsi la gola, tirandosi i capelli indietro. 'Capellone' pensai. Poi risposi.

"Mobiletto in basso alla tua destra." Poi appoggiai il mento sul tavolo e una smorfia di disgusto prese forma sul mio viso sentendo l'odore di alcol e menta, proveniente dal mio alito. Sbuffai e cercai di sistemarmi i capelli più disordinati per colpa del ragazzo.


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⏰ Ultimo aggiornamento: Mar 06, 2016 ⏰

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