Capitolo 2

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Arianne fu solo la prima disgrazia della mia vita. La seconda fu la povertà. Quando avevo 12 anni, mio papà perse il lavoro. Non c'era modo di trovarne un altro. Suonare per strada era il loro unico modo per avere delle entrate. Ma 10 euro al giorno non bastano a mantenere 3 persone. Quindi smisi di praticare la pallavolo, con grande dolore di mia madre che vi vedeva il mio futuro; ma con mia grande gioia.
Fummo costretti ad abbandonare la casa per i troppi debiti. Vivemmo per strada, per 2 lunghi anni. Durante questo tempo, il mio amore per la musica crebbe per merito di una ragazza che, ogni sera, nei pressi della Torre Eiffel, suonava con il suo violino melodie struggenti. Piangevo tanto. Quella ragazza mi sembrava Arianne. Era povera anche lei, molto probabilmente. Un giorno decisi di conoscerla. Si chiamava Schnëe, e veniva dalla Danimarca. Aveva un anno più di me. In segreto la frequentavo, perché la mia mamma non mi avrebbe mai permesso di uscire con una così. Era molto più povera di noi, e mia madre, per via dell' orgoglio, non voleva che frequentassi 'gentaglia volgare' (anche se Schnëe non ha mai detto una parolaccia). Dopo qualche mese, consideravo Schnëe la mia migliore amica. Mi stava insegnando a suonare il violino. E mi stavo convincendo anche io che la musica, con grande dolore al cuore, rimaneva un sogno ma non poteva essere un futuro.

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