Alone

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Il dolore che si prova è personale.
Non si può descrivere, non è paragonabile.

Lo provi e basta. Il dolore ti cambia.

La sensazione straziante che provi al petto non ti fa respirare. Quelle famose cicatrici sono ancora vive sulla tua pelle. Vedi ancora chiaramente tutto il sangue e le lacrime versate quando la tua pelle veniva lacerata.

Nella memoria risiedono ancora tutti i fotogrammi della tua immagine riflessa nello specchio. Vedi ancora una te in lacrime, disperata. D'altronde anche adesso, guardandoti, non sei cambiata.

Prometti a te stessa che qualcosa cambierà, farai cambiare le cose. Non aspetterai che qualcuno ti aiuti perché se si parla di aspettare continui a farlo da una vita. Aspettare qualcuno include avere fiducia nel genere umano, qualcosa che hai perso da molto tempo.

Povero cuore.
Mani che tremano.
Guancie bagnate.
Lenzuola intrappolate in un pugno.
Urli soffocati.
Ginocchia al petto.
Coperte fino a coprire la testa, agiscono da bozzolo.
Luci soffuse, il buio è già dentro di te.
Respiri profondi.
Senti che stai per scoppiare, la gola è in fiamme.
Tieni gli occhi chiusi, forse aprirli fa troppo male. Continuerebbero a scendere altre lacrime. Vedresti che sei ancora in questo mondo, nel mondo che è tanto bello ma profondamente sbagliato per te. Ti senti sbagliata perchè un velo di bellezza ricopre ogni cosa, bellezza che non possiede il tuo cuore.

È come se i tuoi piedi stessero sprofondando nel terreno, ti senti risucchiata da qualcosa, una forza.

Ti stai chiedendo da tempo se ci sarà mai una fine a tutto questo.

Quante lacrime posso ancora versare? Non sono mai abbastanza. Nemmeno una valle intera di lacrime versate potrà riempire ciò che da tempo si è fatto strada nel tuo petto lasciando delle crepe che sono ormai dei burroni. Ogni tanto ci cadi dentro, perdi il senso dell'orientamento. Non distingui più ciò che è bene da ciò che non lo è.

Non credete nei falsi salvatori. Bisogna fare i conti con la solitudine. La stessa solitudine che hai cercato di riempire inutilmente.

Non hai mai preteso nulla ma il tempo in cui bisogna fare i conti arriva sempre. Non vorresti nemmeno pensarci. Ad occhi esterni lo fai. Metti la tua così consumata maschera che rende felici un po' tutti. Perché se sorridi la gente crede che stai bene. Bisogna recitare tutto il tempo. Preferiresti non farlo ma non hai altra scelta. Hai già mostrato le tue debolezze e non è servito a nulla. Non puoi mostrare le tue cicatrici, la gente potrebbe aproffittarsene.

Se è la diffidenza quella che ti salva non aver paura. Non aver paura della solitudine. Forse ti consuma, ti logora dentro. Probabilmente è così.

A lungo andare rimangono soltanto dei brandelli di quella che eri, cerchi di ricomporli ma le cose rotte non possono essere ricomposte.

Il futuro ti spaventa.
Non ti senti abbastanza.
Non credi di avere le forze per andare avanti.
Non ti fidi di nessuno.

Sai che hai ancora tanta strada da fare e la cosa ti impaurisce. Hai paura di andare avanti. Conosci già te stessa per sapere che ne hai abbastanza di tutto questo. Vuoi farla finita. Vuoi dare un taglio alla vita che ti ha intrappolato, quella che per te non è "vita". Vorresti ma non lo fai. Codardia?

Alla fine riponi i tuoi pensieri più macabri nell'angolo remoto del tuo essere, lo stesso essere che non mostra la sua vera natura perché troppo sbagliata.

Forse puoi farcela, da sola, con le poche forze che credi di avere, con un pugno di niente e bisogno di tutto, ce la farai con le lacrime che ti bagnano il viso e quei sorrisi così rari ma sinceri. Probabilmente ci riuscirai e solo allora ti renderai conto che i tuoi piedi, in realtà, sono già sprofondati nel vuoto e sei fra i dannati.




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So che queste parole possono sembrare forti, lo sono. Ho scritto questa breve oneshot da un po' di tempo.
Avevo profondamente bisogno di far uscire questo carico dalla mia testa. Lo condivido con voi poiché il mio scopo è trasmettervi qualcosa, qualsiasi cosa, sperando che, in realtà, non vi sentiate soli.

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