Stalker — XXIV
Lu Han: Tra quanto arrivi?
Lu Han: Io sono già qua.
Se Hun: Sono in ritardo.
Se Hun: C'è traffico.
Se Hun: Adesso arrivo, tranquillo.
Lu Han: Potevi partire prima, idiota.
Lu Han: Sei un coglione.
Se Hun: Sei stato tu a scegliere un posto in culo al mondo.
Se Hun: Potevamo vederci all'università.
Se Hun: Deficiente.
Lu Han: Non credi sarebbe stato, mh, non so, patetico?
Lu Han: Imbecille.
Se Hun: Se incontrarsi è patetico, non vengo più.
Se Hun: Mona.
Lu Han: Sai cosa volevo dire.
Se Hun: Sì, lo so.
Se Hun: Stupido.
Se Hun: Sono quasi arrivato.
Se Hun: Due minuti e sono lì.
Lu Han: Sto sudando.
Lu Han: Ho il cuore che batte a mille.
Lu Han: Non arrivi ancora.
Lu Han: Mi metti ansia.
Lu Han: Non vedo l'ora di vederti.
Lu Han: Ci credi?
Se Hun non rispose a quei messaggi e il più grande rimase a fissare lo schermo del telefono in attesa di una risposta che non sembrava arrivare. I secondi sembravano passare lentamente mentre l'ansia gli saliva nel petto. Perché non rispondeva? Perché ci metteva così tanto ad arrivare?
«Sì, ci credo», sussurrò dolcemente una voce al suo fianco. Quando Lu Han sollevò lo sguardo, incontrò i profondi occhi castani di Se Hun, che gli sorrideva maestosamente. Lu Han sentiva il cuore battergli forte nel petto, quasi volesse uscire fuori.
«Ciao Lu Han». Quest'ultimo sentì lo stomaco annodarsi e il respiro mancargli per quei pochi attimi in cui quello strano ragazzo pronunciò il suo nome. Lo trovò estremamente sensuale e dolce allo stesso tempo.
«Se Hun», riuscì a sussurrare il più grande, rimanendo senza parole.