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"Mika' pov"

Dopo pranzo andammo a casa. Siccome non sapevamo se ci avessero affidato un maschio o una femmina io e il mio ragazzo avevamo deciso di arredare la stanza di bianco in modo che poi sarebbe stata personalizzata dalla nuova arrivata. Abitiamo in una villetta abbastanza vicina al centro di Londra. Ha un giardino sul retro, due piani più la soffitta che non viene usata. È piuttosto grande, è comoda e confortevole. Qualche anno fa quando abbiamo deciso di convivere io ed Andy l'avevamo arredata in modo molto moderno ma semplice.

Appena entrati Melachi e Amira ci corsero incontro tentando di capire chi fosse Sara, lei accarezzo' I due cani che le fecero le feste. Dopo aver mostrato tutta la casa a Sara la portammo in camera sua. Noi siamo tornati in sala per lasciarle del tempo per sistemarsi. Non avevamo parlato di ciò che era successo la mattina ma io ci sono rimasto parecchio male, non ho idea di come lei abbia fatto a rimanere lì per anni senza scappare o tentare il suicidio. Ci sediamo sul divano e rimaniamo abbracciati per un po '.

Andy: mi chiedo come quella persona possa essere la direttrice di un istituto. Non credo che Sara sia come lei l'ha descritta, o meglio screditata.
Io: già lo penso anch'io. Chissà come mai le altre persone l'hanno sempre riportata in istituto. Anche se penso che l'abbia capito mi sembra giusto dirle che siamo gay... non credi?
Andy: penso di si ma quando glielo diciamo?
Io: appena viene di qui
Lui: ok

Dopo qualche minuto arrivò Sara che si fece timidamente avanti varcando la soglia che divide l'anticamera dalla sala.
Io: allora come ti sembra la casa?
Lei: molto bella e confortevole - disse timidamente
Io: se vuoi possiamo ridipingere la tua camera come vuoi oppure riarredarla... come vuoi basta che tu ce lo dica
Lei: mi piace molto così. -disse arrossendo-
Andy: non devi essere timida o vergognarti di chi sei con noi, non farti problemi a chiedere qualunque cosa è se tu vuoi noi possiamo essere una famiglia- disse sorridendo e sorrise anche lei che nel frattempo si era seduta nella poltrona di fianco al divano.
Io: anche se penso che tu lo abbia capito noi siamo... gay- dissi un po' titubante in attesa di una sua risposta o reazione.
Sara:-sorridendo- e quindi?
Io: non ti sembra strano vivere con due uomini che stanno insieme ormai da anni?!
Lei: ehm... no... mi sembrate esseri umani anche voi quindi non vedo cosa dovrebbe esserci di strano.-sorrise guardandoci per poi riprendere a parlare- immagino che sta mattina la direttrice abbia esposto i suoi pregiudizi e immagino che vi abbia ripetuto piu' volte la sua felicità nel mandarmi via. Vi ha detto che siete diversi e strani vero?- disse guardandosi le scarpe-
Andy: si e ha detto anche cose che non credo siano vere su di te. Ho letto dai moduli che sei italo - greca...
Io: si ho vissuto fino a quando avevo 7 anni ad Atene, mio padre è nato in Italia ma tutta la sua famiglia è di Atene mentre mia madre è italiana di un piccolo paese vicino a Milano. A 8 anni ci siamo trasferiti a Milano e quando avevo 11 anni qui a Londra. I miei genitori mi hanno sempre detto che ero uno sbaglio è che loro non mi hanno mai voluta ripetendo che quando mi avrebbero portata in un istituto sarebbero stati molto felici, quel giorno è arrivato ed era il mio undicesimo compleanno. Mi avevano detto che eravamo a Londra per una vacanza ma poi mi hanno portata in istituto.
Mentre raccontava mi scese una lacrima, era incredibile come delle persone potessero essere così crudeli. Pensavo che avesse finito di raccontare ma mi sbagliavo di grosso.

Lei: l'anno scorso sono venuti a farmi visita in istituto con una bambina piccola dicendo che era loro figlia mentre io sono lo sbaglio. La loro figlia perfetta aveva 4 anni, all'apparenza viziata e odiosa ma poi i miei genitori andarono a parlare con la direttrice e lasciarono la bambina li con me che mi chiese perché i suoi genitori le avevano parlato male di me durante tutto il viaggio, non le seppi rispondere, e lei cogliendo mi alla sprovvista mi abbracciò e mi disse che le stavo simpatica e che mi avrebbe considerato sua sorella. La bambina si era portata dietro una bambola che mi lasciò dicendomi che lei ne aveva tante e guardando nella mia camera non aveva trovato niente con cui io potessi giocare. Prima che arrivassero i suoi genitori la nascosti e dissi alla bambina di non dire niente. Tornarono con la direttrice che decise sotto i loro sguardi compiaciuti di mettermi in punizione, non ho mai capito il motivo di ciò, mi lascio senza mangiare per due settimane. Le punizion che mi dava non poteva tenermi chiusa in camera perché non uscivo mai quindi non mi faceva mangiare. Un giorno a scuola svenni. Mi risveglia in ospedale con i medici e gli psicologi che continuavano a farmi domande sul motivo per cui ero diventata anoressica, continuavo a dire la verità ma nessuno mi ha mai creduto perché la direttrice diceva che non mangiavo solo per attirare l'attenzione. A scuola non ho mai avuto problemi perché non mi hanno mai considerata.

Io ed Andy ci guardiamo sconvolti, lei durante tutto il racconto non esprimeva alcun tipo di emozione, sembrava stesse raccontando com'è andata un'uscita tra amiche, non la storia della sua vita che non era stata per niente facile. A vederla sembrava una ragazza normale. Probabilmente con il passare degli anni era riuscita a mascherare talmente bene il suo passato che nessuno se ne sarebbe mai accorto. Ero sull'orlo delle lacrime un'altra volta.
Andy: non immaginavo minimamente che avessi una storia del genere. Scusami veramente tanto non volevo ti sentissi in obbligo di raccontarci tutto ciò.-disse mortificato e con gli occhi lucidi anche lui-
Lei: non ti devi scusare, mi sembrava giusto dirvelo. Per favore non pensate che io l'abbia raccontato solo per piangermi addosso o per essere consolata. Mi sembrava solamente giusto che voi sapeste. Si vive nel presente non nel passato e con i se è con i ma il mondo non va avanti.-terminò la frase sorridendo-
Io: hai ragione- sentivo il bisogno di abbracciarla ma non volevo essere troppo invadente
Andy: hai pienamente ragione. Te l'ho chiesto perché anch'io sono nato ad Atene e poi mi sono trasferito a Londra.
Sara:posso abbracciarvi?- chiese timidamente
Io: certo, vieni qui.

Spazio autrice:
Hi guys, questo è il secondo capitolo. Fatemi sapere se vi è piaciuto quo sotto nei commenti e se vi va lasciate una stellina.
Kisses follow_your_soul

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