inside me

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scusate l'assenza,volevo avvisare che ci saranno altri due capitoli e la storia finirà, come ho già detto claire e justin non vi abbandoneranno, e per di più saranno i capitoli più lunghi della storia.Buona lettura •

Claire pov.

-Claire,dio mio cerca di capire, non è stata colpa mia- Borbottò Justin, continuando a guidare e guardando la strada davanti a sé. Avevo la testa rivolta verso il finestrino e guardavo fuori , sentì la sua mano accarezzarmi la coscia e sospirai.Era la millesima volta che ripeteva che la colpa non era sua,ma io non sapevo proprio cosa credere.
-Claire- Mi richiamò risvegliandomi dai miei pensieri -Credimi-Sussurrò,mi voltai verso di lui e sospirai ancora,vidi alcune lacrime sul suo viso.

Aveva detto la verità? era sincero?

-Ho portato delle foto,voglio che tu entri nella mia vita,completamente. - Sospirai ancora e rivoltai lo sguardo fuori dal finestrino,non parlò più e si fermò nel parcheggio dello sturbucks.
-Facciamo colazione- Disse scendendo dall'auto e lo seguì, non mi opposi mi limitai a guardare per terra e seguirlo,sentì la sua mano stringere la mia e non la lasciò fin quando non ci ritrovammo seduti uno di fronte all'altro con un caffè e un muffin, la giornata era diventata grigia, quasi buia.
Mi sentivo a disagio, ed è segno di nervosismo.

Ero davvero pronta a farlo entrare nella mia vita?
A fargli conoscere il mio passato?

-Mi dispiace-Mormorai -Per come mi sono comportata- Proseguì -Non volevo farti correre fin qui in notte fonda- Sussurrai
-Piccola,ero a poche ore da qui e volevo aggiustare le cose,voglio dimostrarti che ci tengo davvero a te- Prese la mia mano che era appoggiata sul tavolino e mi accarezzò dolcemente.
-Stai facendo troppo per me Justin-. Borbottai guardandomi in torno.
-Ti ripeto è perché voglio-.

Voleva, non si sentiva costretto,era lui a volerlo.

-Loro chi sono?- Justin puntò lo sguardo su una delle mie foto preferiti dei mie genitori biologici, non appena presi il piccolo album.

-I,i miei genitori.. -Sussurrai -biologici - Justin balbettò qualcosa di incomprensibile ,e continuò a fissare la foto.
-Sono bellissimi- Sussurrò.
-Prima di farmi qualche domanda inopportuna ti racconto il perché io sia stata adottata.-

-Non devi farlo per forza,se non sei pronta- Scossi la testa e agitai le mani in aira.
-Tranquillo, te ne voglio parlare-

-i miei genitori biologici sono stati uccisi quando io avevo quasi tre anni,erano partiti per l'australia per un lavoro -la mano del mio ragazzo mi accarezzava il viso per alcune lacrime che continuavano a scendere - mio papà adottivo quando avevo tredici anni mi disse di essere uno dei cugini di mio padre,e che ha fatto i salti mortali pur di tenermi con lui per non farmi andare in un orfanotrofio.
Praticamente loro erano i bersagli di un certo Derek Cuz, che faceva parte di una gang della mafia,ma non hanno mai capito il motivo per cui hanno scelto proprio loro.
io ero piccola, non capivo per questo adesso quelli che dovrebbero essere miei zii li chiamo genitori. Mi hanno dato l'amore e l'affetto che mi davano i miei genitori appena nata,mi hanno salvato la vita e hanno fatto il possibile per non farmi avere una vita di merda, e a loro devo tutto, a loro devo la persona che sono diventata oggi,loro hanno saputo amarmi come una figlia loro di sangue,cioè in effetti il sangue paterno è quello,però vabbè.
Alla fine appena compiuti diciotto anni loro mi hanno detto che se volevo potevo andare via da loro,ma io ho scelto di rimanere con loro e di non lasciarli soli,perché loro sono la mia famiglia una delle famiglie migliori del mondo,e non mi hanno fatto mancare davvero nulla,li amo davvero tanto e non smetterò mai di ringraziarli a dovere - Feci un piccolo sorriso e chiusi gli occhi respirando.
Mi ero finalmente liberata di un peso che mi portavo da troppo ormai,nemmeno i miei vecchi migliori amici lo sapevano.
E sentivo che Justin era la persona giusta a cui raccontarlo.

-Ero in pericolo anch'io-Sospirai ancora una volta.
-Ora ci sono io e sei al sicuro - Mi strinse a sé e non mi lasciò andare per il resto dei minuti,eravamo ancora nello sturbucks e il mio caffè era ormai raffreddato.

-grazie amore mio- Presi il viso fra le mie mani e lo baciai come non avevo mai baciato nessuno.
-grazie per essermi accanto, grazie per avermi ascoltata, mi fido davvero tanto di te- Gli sorrisi.
-Quindi..mi perdoni?-Vidi il suo sorriso espandersi su tutto il viso.
-Ti perdono Justin,ti perdono.- Un'altro bacio..poi un'altro e continuammo così fin quando la
suoneria del mio telefono partì -children-.
Justin sorrise e lessi -Numero Privato-.
-Rispondi tu- Passai il telefono al mio ragazzo e mise il viva voce
.-Pronto?-. Rispose Justin,si sentirono dei piccoli singhiozzi dall'altro capo del telefono, e poi chiusero la chiamata.
Rimasi a bocca aperta, il mio ragazzo guardò il mio telefono dopo che staccarono ,lo vidi scrollare le spalle e sbuffare.

-Chi era?-Si poteva chiaramente vedere che eraa serio.
-Non lo so- Ed era vero,non sapevo chi potesse essere alle 9.00 del mattino.
Vidi il suo sguardo sporstarsi fuori dalla grande finestra di vetro dello sturbucks.
L'aria si era seriamente fatta pesante,e la tensione che c'era fra noi due non aiutava molto.
-Mi porti a casa Justin?- Mi guardò male prima di alzarsi e farmi segno di seguirlo.
Entrò in auto e io feci lo stesso,mise in moto e partì.

-Due ore di viaggio nel pieno della notte per niente- Lo sentì borbottare sotto voce.
-Cosa? - Sbottai,quella frase mi aveva colpito.
Non rispose,e arrivammo dopo non molto fuori casa mia.
-Vieni dentro?- Chiesi guardandolo, ma lui non si voltò nemmeno a guardarmi.
-No- Aveva le mani sul manubrio e io senza nemmeno salutarlo scesi dall'auto e me ne andai.
Il suo comportamento mi ha leggermente infastidito.
Fanculo. Borbottai.

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