Inverted City

Pensieri

"È un totale disastro!" pensò Keira.
Passata l'ora di matematica il suo cervello era ormai andato in fumo, non faceva altro che pensare ai suoi genitori e alla festa che avrebbero voluto organizzare in segreto per il suo compleanno, ma al solito, il segreto durò per poco, finché Keira non li scoprì.
Lei odiava le feste organizzate dai suoi genitori, erano inadatte alla sua età, stava infatti per compiere diciassette anni, e tutto quello di cui era riuscita a venire a conoscenza non era altro che la presenza di un castello gommoso e dei palloni colorati.
Il suo pensiero venne interrotto da qualcuno che la chiamava, una sagoma, ai suoi occhi pieni di pensieri, sfocata: era la professoressa di italiano, la signorina Mickaelson.
Solo quando Keira riuscì a metterla bene a fuoco, cominciò a sentire le sue continue lamentele riguardanti la poca attenzione in classe da parte della ragazza che ormai da un po' di tempo mostrava verso diversi insegnanti.
Mentre la signorina continuava a lamentarsi, Keira faceva tutt'altro che badare ai suoi continui discorsi, preferiva porgere lo sguardo sulla persona seduta dietro quella lamentosa figura messa in piedi davanti a lei: Shawn, il suo migliore amico sin dalle elementari, un tipo davvero affidabile e divertente secondo Keira.
Mentre fingeva di ascoltare la signorina Mickaelson, la ragazza osservava Shawn imitarla pateticamente, non riuscì infatti a trattenere una piccola risata che, quando uscì, si trasformò in una sbuffata, subito dopo aver realizzato che la professoressa si alterò ulteriormente avendo visto la sua reazione inadeguata.
Terminate le lezioni, Keira uscì dalla classe seguita da Shawn, entrambi furono gli ultimi ad uscire, si osservarono per un attimo, e interruppero il silenzio con una risata.
-Potevi evitare di imitarla!- disse Keira con un ghigno in volto.
-Non sarebbe stato divertente- rispose Shawn.
Keira lo guardò mentre si vantava, sorrise e camminò verso l'ingresso della scuola, seguita da Shawn che, non essendosi accorto che Keira non era più vicino a lui, dovette correre per raggiungerla.