Una brutta notizia

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-Porta dentro i vestiti stesi fuori ad asciugare!- disse sua madre a Keira mentre osservava il temporale fuori dalla finestra.
-Sì, mamma..- rispose Keira.
Uscita dalla porta che collegava il soggiorno al balcone, prese un accappatoio steso lì ad asciugare e lo mise in testa, prese poi il resto dei vestiti e corse subito dentro casa.
-Quante volte ti ho detto di non usare l'accappatoio come copri-pioggia?- si lamentò sua madre.
Keira si limitò a non rispondere, sapeva bene che non avrebbe comunque concluso nulla.
Scese in camera e prese il computer, mise la prima canzone che trovò davanti agli occhi e li chiuse.
Dopo qualche minuto la suoneria del suo cellulare interruppe la musica nelle cuffie di Keira, era Shawn.
-Keira, vieni subito da me, devo parlarti- disse preoccupato il ragazzo.
-Ma lì fuori c'è un temporale, non posso uscire Shawn..-rispose Keira.
Shawn esitò un attimo:-Va bene, aspettami, sto arrivando io.
-Ma tu sei pazzo!- controbatté Keira -È pericoloso uscire con questo tempo, non voglio che l'incidente che faresti se venissi adesso fosse più grave di ciò che devi dirmi.
A quel punto, la ragazza sentì un respiro, solamente un respiro uscire da quel telefono, finché poi il nulla: Shawn stava andando da lei ugualmente, "il solito squilibrato" Keira pensò preoccupata.
Qualche minuto dopo, il campanello suonò, Keira era sollevata all'idea che Shawn fosse arrivato fin lì vivo e vegeto, ma preoccupata per ciò che il suo migliore amico avrebbe dovuto dirle.
La ragazza aprì la porta, era il postino.
-Consegno delle lettere, occorre una firma- disse freddo.
Keira, turbata, aggrottò le sopracciglia:-Ma certo- disse freddamente anche lei, e così fece.
Ritornata in camera sua a continuare la lunga attesa che minuti fa pensava fosse ormai terminata, si sedette sul letto e cominciò a mangiucchiare le unghie, tipico del suo carattere.
Suonò il campanello, una seconda volta. Keira si precipitò alla porta e aprì di scatto, i suoi occhi si riempirono di gioia quando videro un ragazzo con un giubbotto di pelle nera, un casco e un volto bagnato dalla pioggia.
Shawn le prese il braccio e la portò di fretta e furia in camera sua. Keira, non capendo cosa stesse succedendo, scrollò il braccio dalla mano di Shawn, gli chiese subito dopo cosa stesse succedendo.
-Devo parlarti- aprì il discorso Shawn con le lacrime agli occhi.
Keira trattenne il respiro:-Sono tutta orecchie- disse dura, quando dentro di lei era impaurita.
Shawn fece scendere una lacrima e cominciò ad osservare la ragazza che si trovata davanti, al ché lei interruppe il silenzio:-Dov'è finito il ragazzo simpatico che incontro tutti i giorni a scuola?- disse.
-Non potrà mai più esserci- rispose turbato lui.
Keira aggrottò di nuovo le sopracciglia, fece scendere una lacrima dall'occhio destro e invitò Shawn a continuare il discorso.
Lui fece un respiro profondo e disse:-Keira, io devo partire.
-Per quale motivo?- chiese lei.
-A mio padre è stata offerta una grande opportunità di lavoro in Canada, non può non accettare- esitò -io e la mia famiglia dobbiamo trasferirci lì.
A quel punto il ragazzo, aprì le braccia e andò verso Keira per abbracciarla, ma lei lo fermò, lo guardò con le sue sopracciglia aggrottate, e gli disse di andarsene da casa sua.
-Come puoi dire questo?- disse Shawn trattenendo le lacrime -sei sempre stata la mia migliore amica, ho bisogno di te adesso.
-Io invece non più- rispose Keira.

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