"E rieccoci al tardis!"
Disse il Dottore, sorridendo a Rose, e lanciando il cappotto, che atterrò dolcemente su una delle strutture a coralli della sala comandi."Ti sei divertita?"
Rose riuscì appena ad accennare una sillaba, quando il dottore riprese a parlare.
"Voglio dire, quando il pianeta ha iniziato a essere divorato ho iniziato a sudare un pochino, lo ammetto, ma alla fine è stata una bella gita."
In qualunque altra situazione, detto da qualunque altra persona, ci si aspetterebbe incredulità e terrore, ma Rose scoppiò a ridere.
"Per fortuna sei riuscito a... a fare..." Rose guardò il Dottore, lievemente imbarazzata, e lui le si avvicinò, con quella luce irresistibile che gli illuminava gli occhi ogni volta che avesse l'occasione di spiegare una sua idea.
"Ho invertito la chiralità dei composti presenti nel suolo del pianeta Zargog utilizzando le sue distese ghiacciate come risonatori per il segnale del mio cacciavite sonico. In questo modo il pianeta è diventato tossico per il Divoratore, che ha rinunciato al suo spuntino."
Il Dottore era visibilmente esaltato, e le sue mani, che aveva agitato fino ad ora per aiutarsi, con poco successo, nella spiegazione, tremavano impercettibilmente.
"brillante, vero? Ok, non è bello dirselo da soli, ma... sì, è stato davvero brillante, persino per me."
Rose si limitò a sorridere, e ad appoggiarsi al quadro dei comandi.
"Allora, dove possiamo andare, adesso? Pensavo che potremmo andare in qualche posto caldo, per riprenderci da Zargog, magari una bella spiaggia tropicale.."
Il Dottore iniziò la sua danza intorno alle manopole e ai pulsanti del tardis.
"Farò di meglio, Rose. Ti porterò nella meta turistica più popolare dell'universo, una spiaggia i cui granelli massaggiano chi ci si stende, il mare è sempre alla temperatura giusta e-""Qualcosa non va."
Il volto del Dottore si oscurò d'improvviso, i suoi occhi divennero bui, e il Signore del Tempo cominciò a premere freneticamente tutti i pulsanti davanti a lui.
Nel tardis regnava un silenzio opprimente. Il Dottore iniziò a ruotare una manopola, sempre più agitato, e quando questa si ruppe, e gli rimase in mano, l'uomo cadde in ginocchio, affannato, e con lo sguardo vacuo.
"Dottore, cosa succede?"
Rose si abbassò, e prese le mani tremanti del Dottore, fissandolo dolcemente negli occhi.
"Cos'è successo al tardis?"
"Non funziona." La voce del Dottore non era triste, o preoccupata. Era la voce indugiante di chi non aveva più un punto fermo.
Il Dottore porse la manopola a Rose, che la prese, deglutendo rumorosamente. In quel momento capì cosa avesse stravolto a quel punto il dottore.
La manopola era chiaramente un falso. Una replica. Niente più che un pezzo di plastica, e in mano non dava quella lieve sensazione vibrante del tardis.
Rose si alzò delicatamente, come se improvvisamente potesse causare altri danni con un solo passo troppo pesante, e toccò con un dito il quadro comandi, ritraendolo subito per la tensione. Ma non accadde nulla.
Nessun pulsante rispondeva, e nessuna parte del tardis dava segni di vita.
Tutto era terribilmente silenzioso.
Dopo un interminabile minuto, il Dottore si rialzò, e impugnò il cacciavite sonico. Per la prima volta, non era sicuro di voler scoprire cosa stesse succedendo.
Ad occhi chiusi, il Dottore puntò il cacciavite verso il quadro comandi, e premette il pulsante dello strumento. L'acuto ronzio fu come un coro di angeli per il Dottore, che con un mezzo sorriso rassegnato, continuò ad analizzare le strutture del tardis.
Rose guardò il Dottore, nuovamente in se, girare l'intera sala, mentre si mordeva nervosamente un unghia.
"Non ha alcun senso. È come se, non solo il tardis fosse morto, ma non fosse mai nemmeno stato vivo. Anzi, questi macchinari non sono mai stati nello spazio aperto, e non hanno mai viaggiato nel tempo, o rileverei la stessa firma energetica mia e di te, Rose. E come potrebbero? Tutta questa roba è finta!"
Il Dottore sollevò con forza uno dei quadri, staccandolo dal suo ripiano, e rivelando come i pulsanti non fossero collegati a niente; poi colpì una delle strutture a coralli, che si ruppe, mostrando il polistirolo al suo interno.
Il primo rumore che i due udirono fu ancora più inquietante del silenzio che regnava fino a un istante prima.Una serie di colpi sordi, che provenivano dai corridoi intorno a loro.
"Dottore, cos'è? c'è qualcuno nel tardis?"
"No..." Il Dottore prese Rose per il polso.
"No, è molto peggio."
I colpi si fecero più vicini e più chiari, e ricordarono a rose il suono di una bottiglia di plastica schiacciata con forza per farne uscire l'aria, solo centinaia di volte più forte.
"Il tardis sta collassando su se stesso, Questo rumore è provocato dalle stanze che implodono per far combaciare le dimensioni esterne con quelle interne! fuori, presto!"
Il Dottore trascinò di corsa Rose con se all'esterno, mentre dietro di loro l'ultimo corridoio cessava di esistere, e si trovarono in quello che sembrava essere uno studio cinematografico di qualche genere.
"Dottore... il tardis..."
Il Dottore si voltò, e scoprì con orrore che del tardis erano rimaste solamente le pareti esterne. mentre l'interno era completamente verde, e vuoto, oltre che combaciante con le sue dimensioni esterne.
Il Dottore appoggiò una mano sulla porta di legno blu, e gli diede due carezze.
"Non preoccuparti, vecchia mia, ti rimetterò in sesto, lo prometto. Andiamo Rose, cerchiamo di capire dove siamo finiti."
Un uomo sulla quarantina, in una semplice maglietta verde e jeans passò davanti ai due, e li salutò con un cenno della mano.
"Ehi, David, Billie, buona serata, bel lavoro, oggi."
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Doctor Who: Finale
Fanfictionil mondo intero è in fermento per l'atteso finale delle avventure del Dottore, quando si apre una porta tra le dimensioni, grande abbastanza da permettere a una cabina della polizia di attraversarla...