DW: 12x23

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"Cosa?"
La serietà improvvisa del Dottore disorientò l'uomo.
"Ah, ehm, scusate... non volevo disturbarvi. Comunque, mi è piaciuta un sacco la scena su Gallifrey che avete girato oggi. tutto qui. 'Sera."
Con un cenno della mano, l'uomo salutò i due, e proseguì per la sua strada con passo ciondolante.
Il Dottore rimase immobile, insicuro su come reagire, e si girò lentamente verso Rose.
"Chiunque siano David e Billie, quest'uomo, e quindi probabilmente anche gli altri abitanti di questo luogo, ci ha preso per loro. Adattiamoci a questa identità, e vaghiamo un po'. 

Ti dico sempre di non farlo, ma non ho la più pallida idea di dove siamo, quindi un posto vale l'altro, per capirci qualcosa. Geronimo!... volevo dire... Allons-y! perché mi è uscito Geronimo? non importa. Allons-y, Billie!"

Rose era sempre vagamente divertita dai lunghi sproloqui del Dottore, anche se non riuscì a non notare come questa volta le parole gli uscissero con una leggera forzatura. Per ora, comunque, si tenne questi pensieri per se, e seguì il dottore lontano dal tardis e dal grande salone addobbato da riflettori, cavi, telecamere e altri materiali da ripresa.

Al primo, normalissimo, corridoio, seguì una normalissima stanza non diversa dalla prima. Microfoni, cineprese e oggetti di scena erano ovunque lungo le pareti e in grandi scatoloni.
Dopo una seconda e una terza stanza priva di segni particolari, Rose fermò il Dottore.

"Dottore, questo posto sembra così... ordinario. Siamo tornati sulla Terra?"
Il Dottore prese un fascicolo da uno scaffale, e lo mostrò a Rose.
L'intestazione riportava

101,Wood Lane, London                                                                                 2/7/2019

"Siamo a Londra, di qualche anno nel futuro. Quindi possiamo escludere tempo e luogo dalle cause dello spegnimento del tardis. Dobbiamo continuare a cercare."

"Dottore... ha letto cosa dice questo foglio?"
Il Signore del Tempo lesse, prima in velocità, poi con gli occhi sgranati, lettera per lettera.
"Prima bozza privata: 12x23, Finale di Serie, Doctor Who, "Il Dottore terrestre"."
"Cosa? No, seriamente, cosa?!"
"Dottore... dove siamo?"
Il Dottore si passò una mano tra i capelli spettinati, e cominciò a guardarsi intorno. Gli oggetti che prima sembravano noiosamente quotidiani, cominciarono ad apparirgli alieni e indecifrabili, e decise di di analizzare nuovamente i dintorni col cacciavite sonico.

"Siamo in una dimensione parallela. non ho più dubbi. All'apparenza tutti questi oggetti sono normalissimi, ma la loro frequenza fondamentale, e le costanti che ne determinano le caratteristiche fisiche sono tutte strapazzate. Ci troviamo in un altro universo in cui le leggi della fisica operano diversamente, e noi..."

Rose finì la frase:
"Noi siamo una storia."

"... Già. È brillante, non trovi? David e Billie devono essere i nostri attori! Non vedo l'ora di incontrarli. E nascondi questi fogli, conoscere il proprio futuro può essere molto pericoloso."

La notizia sembrava aver tranquillizzato il Dottore, che aveva recuperato la sua usuale giovialità, mentre Rose non era del tutto sicura di aver afferrato la situazione. Non era raro che accadesse, con il Dottore.

"Aiutami a capire, siamo in un altro universo."

"Già."

"Come quella volta dei Cyberman, e mio Padre, e l'altro Mickey.

"Già."

"Però in questo universo noi... non esistiamo?"

"Questo non possiamo saperlo. Le leggi della fisica, qui, saranno vagamente diverse, ma anche questo universo è infinitamente grande. È probabile che esistano un Dottore, e un pianeta di Signori del Tempo, ma non credo che abbiano mai raggiunto la Terra.

Rose prese a camminare avanti e indietro nervosamente.

"Come facciamo a tornare indietro?"

"Oh, non è difficile, dobbiamo solo capire cosa ci ha attirato qui, e invertire il processo. Un gioco da ragazzi."

La discussione tra i due finì per attirare una donna delle pulizie, di carnagione scura, capelli ricci, e poca pazienza, che tossì rumorosamente per farsi ascoltare.

"Ehi, eroi. So che voi attori siete tutti dei perfezionisti, ma non posso pulire se voi state qui. Aria, sciò."

Il Dottore prese la donna molto più seriamente delle sue abituali nemesi.

"Come si permette?! Io sono il Dottore, L'ultimo dei Signori del Tempo di Gallifrey della costellazione di Kasterborous, ho più di-"

"Sì, sì, sì, seguo anch'io lo show, cosa credi? dovete comunque andarvene."

"Do.... David, cosa facciamo?"

Il Dottore corrugò la fronte, e decise di arrendersi alla forza superiore.

"Chiediamo scusa, ce ne andiamo subito. Forza, Billie, andiamo."

Senza dare ulteriormente nell'occhio, il Dottore e Rose uscirono dall'edificio, e si trovarono nel mezzo di una Londra tanto familiare quanto aliena.

"E ora cosa facciamo, ora? In questa Londra, esisterà casa mia?"


Il Dottore inforcò gli occhiali, e continuò a guardarsi attorno, analizzando da vicino ogni lampione, parete, e possibile dettaglio, mentre i due camminavano lungo la strada.
Senza distogliere l'attenzione dalla sua analisi, rispose a Rose.
"Non credo proprio, Rose. esisterà la casa di Billie, ma non credo che le tue chiavi funzioneranno. Comunque, non c'è tempo per riposare. qualunque cosa sia successa al tardis, dev'essere per forza reversibile, ma più aspettiamo, e più sarà difficile ripristinarlo. Seguimi."

"Cosa stai cercando?"

Rose tentò di porsi tra il Dottore e l'oggetto del suo attuale studio, un poster di una produzione teatrale, su un muro di mattoni, ma lui la spostò con la mano senza guardarla.

"Una traccia, di qualunque tipo. I Signori del Tempo possono vedere il tessuto dello spazio-tempo, e qualunque forza sufficientemente grande da far passare, e trasformare il tardis, deve aver lasciato per forza una cicatrice, anzi, una toppa visibile, nella trama dell'universo."

Rose decise allora di rimanere in disparte, per non distrarre il Dottore, e provò a telefonare alla madre, che rispose dopo quattro lunghissimi squilli.
-Pronto?
-Mamma, sei tu?
-Rosa?
-Sì... cioè... rosa? No, sono io, Rose!
-Rose... Billie? ma che ti prende??
-...

Rose agganciò senza dire un'altra parola, e corse verso il Dottore, strattonandolo per la manica della giacca blu.

"Un momento- aspett- cosa? cosa c'è?"
"Dottore... ho chiamato mia madre..."
"Rose, no! Ti ho già avvisata sui pericoli di immischiarsi nelle faccende degli universi paralleli. Tuttavia, già che le hai parlato, che ha detto?"
"Non... non era lei- Rose sentì gli occhi riempirsi di lacrime- Cioè, era il suo numero, la sua voce, ma poi mi ha chiamato Billie, come gli altri, dentro gli studi.. e... e credo di aver chiamato l'attrice... e... e allora... "

Lo sguardo del Dottore si addolcì, e lui abbracciò Rose, stringendola forte, mentre lei, piano piano, recuperava la sua compostezza.
"Non preoccuparti. Troveremo sicuramente il modo di tornare dalla nostra Jackie, te lo prometto. E prestami il tuo cellulare."

Il Dottore si staccò da Rose, e porse la mano con il palmo verso l'alto, invitando con le dita.
Rose sbattè un paio di volte le palpebre, e si strofinò la faccia, per riprendersi, e poi consegnò il telefono, che il dottore prese subito di mira con il cacciavite sonico.

"Ai tempi del nostro primo viaggio, ho potenziato il tuo cellulare perchè il segnale attraversasse lo spazio-tempo. Se adesso inverto il processo, posso fare in modo che l'antenna capti molto di più che le microonde usate per chiacchierare. 

Per esempio, ora

-Il cacciavite emise un acuto ronzio, e il telefono di Rose risuonò brevemente-

 posso captare anche l'energia psichica. Ogni specie senziente ne produce, ma gli esseri umani non possono, tranne rarissimi, limitati, casi, convogliarla, e sfruttarla.

Eppure, c'è un picco di energia psichica proprio qui, a Londra.

dove? Ma nel posto più melodrammatico di tutti, ovviamente, sulla cima del Big Ben. Andiamo Rose, sbrighiamoci."
Il Dottore cominciò a correre a perdifiato, ma Rose non lo seguì. Guardò la strada...
"Taxi!"
Rose salì sulla vettura, e si sporse verso il conducente, un signore anzianotto con uno spiegazzato giaccone di lana, e la barba incolta;
"Buonasera, potrebbe raggiungere quell'uomo che sta correndo? non si è accorto che sono salita sul taxi."

Il Dottore stava ancora correndo, quando la macchina lo raggiunse, e accostò. Rose abbassò il finestrino e chiamò il Dottore.

"Vieni, su! il Big Ben è a 5 miglia da qui, non arriveremo mai, a piedi!"

Il Dottore si appoggiò all'auto, e riprese fiato per un momento.

"Ma noi non prendiamo il taxi! corriamo! È sempre stato così!"

"Ma di che stai parlando? sali, su."

Il Dottore scrollò le spalle, rassegnato.

"Va bene. Ma solo per questa volta."

Doctor Who: FinaleDove le storie prendono vita. Scoprilo ora