– Mamma non voglio andare a scuola – Michael era seduto al tavolo in cucina ad attendere la colazione, i pugni erano stretti e la schiena dritta.
– Ma che dici? Vuoi mancare il primo giorno di scuola? Non se ne parla proprio.-
Rachel autorevole non cedette alla richiesta. – Mangia – Disse servendogli una tazza di latte e cereali al cacao.
Michael aveva superato la seconda elementare con il massimo dei voti e per la signorina Del Lavale era uno studente modello, e Rachel ci teneva a fare sempre bella figura.
– Mamma è vero quello che si racconta della scuola? –
– Di cosa caro? – Chiese Rachel indifferente mentre dava un'occhiata all'orologio che segnava le otto in punto.
– Del maestro che otto anni fa fece a pezzetti tutti i suoi alunni, e poi si uccise pugnalandosi alla gola. –
Rachel sapeva la verità di quello che accadde al terzo piano dell'istituto, ma mentì senza pentirsene.
– Chi ti racconta queste cose? Non è vero niente. –La campanella della scuola stava tintinnando per la terza e ultima volta, ma arrivarono giusto in tempo prima che il cancello vennisse chiuso. Rachel passò una lieve carezza sui capelli morbidi di Michael e lo lasciò andare. Questa volta la sua classe era situata al secondo piano in fondo al corridoio e quando lo percorse notò che la scalinata che conduceva al terzo piano era chiusa, sbarrata.
– Divieto di Accesso, Zona sottoposta a Sequestro –
Così diceva il cartello attaccato al cancello a sbarre ingiallito dal tempo. Michael guardò oltre quelle sbarre, nel punto avvolto dalla penombra e gli parve di vedere un bambino che raccoglieva un pallone ai piedi della scalinata. Nessuno lo vide a parte lui che era l'ultimo del gruppo.La signorina Del Lavale era dietro la cattedra, impietrita come una torre e tutta la classe la guardava intimorita mentre batteva la sua bacchetta rumorosamente sul registro.
Quelle ore passarono in fretta e Micheal per tutto il tempo non poteva non pensare a quello che aveva visto.
Uscì per andare in bagno e appena varcò la soglia del corridoio deserto, un tuono lasciò quel sentiero nella penombra del maltempo improvviso dandogli un aspetto spettrale. Il tamburellare della pioggia era abbastanza forte da coprire il rumore dei passi di Michael, che stava per aprire la porta del bagno, ma si bloccò quando notò che il cancello che portava al terzo piano era aperto. Fece capolino e all'interno vide un bambino paffutello con le guance rigate da lacrime di sangue, era là fermo in cima alle scale, con in mano la sua mela marcia alla quale diede un morso. Sferrò poi un calcio al pallone e lo fece
rocambolare per le scale. Michael guardò l'avanzata del pallone e quando alzò lo sguardo il bambino era scomparso. Afferrò il pallone di cuoio e iniziò a salire il primo gradino lentamente, poi senza voltarsi puntò la cima, ma quando girò nel corridoio si trovò davanti ad un muro che gli bloccava la strada. Allungò la mano per toccarlo ma venne afferrato da decine di mani imbrattate di sangue che fuoriuscivano dal cemento.La signorina Del Lavale con in mano la sua bacchetta di legno si recò in bagno pronta ad arrossargli il dorso delle mani, ma restò delusa quando costatò che non c'era nessuno.
Poi da terra raccolse il foglio vecchio e lo riattaccò al cancello chiuso. Era là ferma al centro del corridoio a guardare in tutte le direzioni. Il maltempo cessò e ritornò la luce.Il suono della campanella annuciò la fine delle lezioni e fuori dalla scuola Rachel rimase da sola nell'attesa di vedere sbucare Michael su per quelle scale, ma vide solo la signorina Del Lavale e prima che si potesse avvicinare, dal cielo cadde un pallone che atterrò nelle sue mani.
C'era una scritta col sangue che diceva: Michael giocherà con noi per sempre!